Jazzitalia - Io C'ero: Jack DeJohnette & The Ripple Effect with John Surman
versione italiana english version
 
NEWS
Bookmark and Share Jazzitalia Facebook Page Jazzitalia Twitter Page Feed RSS by Jazzitalia - Comunicati Feed RSS by Jazzitalia - Agenda delle novit�

Jack DeJohnette & The Ripple Effect with John Surman
Teatro Manzoni, domenica 11 novembre 2007
di Achille Zoni
foto di Neyla

Jack DeJohnette
- voce e batteria
John Surman
- sassofoni
Jerome Harris
- voce e basso elettrico
Marlui Miranda
- voce e percussioni
Ben Surman
- electronics

Per la rassegna "Aperitivo in concerto" il Teatro Manzoni ospita la coinvolgente formazione The Ripple Effect, che lascia il compito di fare "la voce grossa" agli eccellenti Jack DeJohnette e John Surman. E' sufficiente riflettere pochi attimi sulle titaniche carriere di questi due musicisti per capire che le loro rispettive influenze e tendenze stilistiche non possono che costituire, se messe assieme, una miniera di risorse in una situazione live; evidentemente poi la consapevolezza della qualità di questi due nomi ha avuto un riflesso sull'affluenza del pubblico, che ha gremito il teatro anche ad un ora non del proprio ordinaria (il concerto ha inizio alle 11 del mattino).



L'organico completo vede sul palco, oltre a DeJohnette e Surman, la cantante brasiliana Marlui Miranda, Il bassista Jerome Harris e Ben Surman, figlio di John ed impegnato ai live-electronics.

Chi ha ascoltato Hybrids, il disco con cui DeJohnette presentava questi lavori, sapeva cosa aspettarsi, anche se non va trascurato il plusvalore che l'evento dal vivo è in grado di aggiungere ad una già fertile idea. Ed infatti, coerentemente al titolo dato al disco, il quintetto è impegnato a proporre una geniale e raffinatissima ibridazione fra culture e tecniche musicali che spaziano senza limitazioni fra oriente ed occidente, toccando innanzitutto i grandi patrimoni di Africa ed India, ma anche della tradizione europea antica, la musica afroamericana, la zona giamaicana, e persino il patrimonio liturgico di gusto altomedievale. Queste risorse vengono affrontate poi con l'intenzione sovrastante del Free da cui i musicisti si discostano poi con modi diversi, spaziando dal blues al reggae, dal modale al funk, con una continua presenza di elementi elettronici assolutamente non invasivi quanto piuttosto complementari al sound generale; ed ecco ancora quindi una grossa tranche di ibridazione, ben evidente quando l'elettronica (di propria natura fredda ed eterea) di Ben Surman incontra i ritmi e modi terragni della culla centro-africana.

Nei quasi 40 minuti della prima delle quattro lunghe composizioni che articolano il concerto, assistiamo ad un crescendo prima velato, poi più dinamico, dal respiro totalmente free, in cui Surman e Miranda suonano flauti ed Harris ordisce bellissimi sottofondi con una chitarra elettrica incredibilmente saturata di effetti elettronici. Poi il drumming di DeJohnette si fa sempre più marcato e coinvolgente e trasporta il brano in un groove molto complesso e dal sapore funky, seppur restando su un tempo in 17/8 che rende il materiale sonoro libero e fluente. A questo punto i nostri abbassano il tiro, calmano la tensione e Surman (che nel frattempo si era già espresso al Sax) torna al flauto, con cui dà vita ad ripresa di gusto celtico, dal sapore antico, per poi riprendere su questi sistemi armonici un repertorio melodico Blues che poi sfocia nella music costituire a etnica africana.

E già ben chiaro quanto sottile, se non inesistente, sia il limite fra un apporto e l'altro in questo vero e proprio collage stilistico. Le composizioni difatti sono costituite in generale da un continuo, inarrestabile sfumare fra momenti puramente Free con altri più leggibili ed evidenti, ma in cui le contaminazioni geografiche sono in continuo movimento.

Nel secondo brano, ad esempio, si inizia con tipiche atmosfere che hanno già reso popolare il sound di Jan Garbarek, sassofonista a cui Surman sembra essere molto vicino, almeno sul livello melodico. Questi infatti lascia comparire melodie di stampo popolare, molto cantabili, che spuntano qua e là nel flusso magmatico di suoni, per poi smontarle e sporcarle con improvvisazioni sorprendenti. Ecco dunque il ritorno a un groove più evidente, questa volta in 11/8, in cui il baricentro geografico torna ad essere l'Africa, questa volta più sulla scia di un Abdullah Ibrahim.

Il primo evidente momento solistico per DeJohnette arriva all'inizio della terza composizione. E' sconcertante la sua geniale commistione fra ritmi irregolari e stili classici di gestione dell'a solo. Tanto per esemplificare la cosa, il nostro riacquista il sound che ha caratterizzato le sue collaborazioni con Hancock, ma con rinnovato senso del groove e dell'estetica materica del suono. Sembra quasi "assaggiare" le potenzialità sonore di ogni parte del suo strumento (e in questo è vicino ai lavori in trio di Jarrett).

Non c'è che da constatare allora che, soprattutto in questi anni, il grande contraltare alla devastante macchina ritmica di Billy Cobham è proprio Jack DeJohnette.

Marlui Miranda risulta una presenza fondamentale nel contesto. Gestisce la voce in modo non tradizionale, è cioè in grado di sfruttarla semplicemente come fonte timbrica in aggiunta a tutte quelle presenti nell'organico senza per questo sminuirla; rendendola ritmica e decorativa ma non protagonista, o invece viceversa acquisendo un ruolo di primo piano nella conduzione melodica di determinati passaggi, la cantante è uno dei veri punti di forza, caposaldo di questi continui collages stilistici. Un dettaglio complementare all'esecuzione è l'aspetto fortemente performativo che infonde la sua presenza: Miranda infatti, oltre che dedicarsi alla voce si sposta spesso ad alcune semplici percussioni, sonagliere e shaker, che fa risuonare con gesti ampi e marcati, molto ritualistici, come ritualistico è in fondo il significato profondo di questo tipo di espressione generale: chi sta suonando evidentemente è ben cosciente dell'origine di gran parte del materiale e della cultura artistica da cui sta attingendo.

L'ultimo brano, "Freedom and Justice" è un momento molto emozionante, più breve ma anche più etereo e malinconico. in cui un grandioso Surman, che a mio parere dà il proprio meglio quando impegnato al sax soprano piuttosto che al tenore regala incatevoli suoni e movimenti melodici che poi sfumano in un collettivo canto, quasi un'invocazione, appunto di "libertà e giustizia".

In due ore di musica non si conta un solo minuto di carenza di tensione o di feeling. I suoni e le idee coinvolgenti, assieme all'indiscutibile e riconfermato talento di questi grandi musicisti, hanno offerto al pubblico un evento difficilmente dimenticabile.

 







Articoli correlati:
13/08/2022

Musiche Corsare: a Pier Paolo Pasolini nel centenario della nascita: "...una iniziativa che esce dalle logiche imperanti di omologazione e consumo, lasciando spazio alle musiche che ancora oggi tentano di preservare la bellezza..." (Vincenzo Fugaldi)

10/07/2022

Correggio Jazz 2022 - XXa Edizione: "...vent'anni di programmazione jazz, senza tanto sconfinare in altre musiche...un unicum in Italia..." (Aldo Gianolio)

24/06/2018

After The Fall (Keith Jarrett Trio)- Alceste Ayroldi

25/04/2018

Notti di Stelle a Bari: Cammariere, Paoli e Rea, Chano Dominguez e il progetto Hudson di Jack Dejohnette &, John Scofield per la 29ma edizione di Notti di Stelle, il festival jazz della Camerata Musicale Barese

23/09/2017

Talos Festival 2017: "Un esempio virtuoso di politica culturale che trae la propria forza dalla competenza, dalla volontà e dalla passione del direttore artistico..." (Vincenzo Fugaldi)

11/05/2015

Destination Under Construction (Andrea Manzoni)- Enzo Fugaldi

02/03/2014

Evan (Antonio Faraò American 4tet)- Alceste Ayroldi

23/12/2013

Saltash Bell (John Surman)- Alceste Ayroldi

31/08/2013

Quattro chiacchiere con...Andrea Manzoni: "L'essenziale è poter creare, essere in movimento, sperimentare, nella musica come nella vita, nelle relazioni umane." (Alceste Ayroldi)

15/08/2013

Keith Jarrett, Gary Peacock, Jack DeJohnette: A Venezia un Jarrett che ha suonato con la consueta passione e brillantezza, concede un concerto di quasi due ore e tre bis. (Giovanni Greto)

24/12/2011

Parma Jazz Frontiere - XVI Edizione: Il profumo di Norvegia dell'Arve Henriksen Trio, l'ensemble pieno di suono e solarità di John Surman con la Big Band di Bergen, l'omaggio a Graham Collier di Roberto Bonati e l'ensemble "Ruvido Insieme", la contaminazione fra arte contemporanea e musica del duo chitarra & tela di Luca Perciballi e Mattia Scappini in "Fragile" e poi del Pollock Project, il Bobo Stenson trio a chiudere magnificamente la XVI edizione del Parma Jazz Frontiere festival. (Margot Frank, Nina Molica)

10/12/2011

Svartisen - Band Epoque (Maurizio Brunod)- Gianni Montano

08/10/2011

51a Jazz a Juan, dedicata a Miles Davis: "Bitches Brew Beyond", una Allstar band con Wallace Roney alla tromba e formata tutta da grandiosi musicisti che hanno collaborato con Davis, "Tribute To Miles" di Marcus Miller con Herbie Hancock, Wayne Shoreter, Sean Jones e Sean Rickman e l'immarcescibile trio di Keith Jarrett, Gary Peacock e Jack De Johnette. (Gabriele Prevato)

19/01/2011

John Zorn: Masada Marathon, iPod Concert - The Book Of Angels. "John Zorn presenta in prima mondiale, attraverso un concerto maratona, le sue recenti composizioni ispirate al misticismo Merkavah e raccolte sotto il titolo The Book Of Angels (dedica ai 111 angeli caduti), simulando il contesto di una playlist di un immaginario iPod, un pedissequo intercalare di dodici formazioni, una piena emozionale senza uguali." (Daniele Camerlengo)

05/12/2010

Il Charlie Haden Quartet West apre la prestigionsa 26ma edizione di "Aperitivo in concerto" al Teatro Manzoni di Milano: "Charlie Haden mancava da otto anni da Milano, vi è tornato nel migliore dei modi e la platea gli ha tributato la giusta accoglienza....Haden disegna linee di basso come suo solito, un walkin' bass sempre molto pulito e cantabile, strepitoso nella sua capacità evocativa..." (Massimiliano Farinetti)

15/11/2010

Live in Rome & Copenhagen 1969 (Miles Davis Quintet)- Giovanni Greto

07/11/2010

The Hour of Separation (Joseph Tawadros) - Alceste Ayroldi

23/04/2010

Il Mio Giardino (Toni Melillo)- Rosanna Perrone

17/04/2010

Bergamo Jazz 2010: "Tocca sempre a Bergamo il compito di inaugurare la nuova stagione del jazz in Italia, dall'alto di una tradizione di scintillante fattura, impreziosita dalla seconda conduzione artistica di Paolo Fresu, il cui obiettivo quest'anno è stato quello di concentrarsi su alcune delle correnti che attribuiscono al genere nuova linfa." (Vittorio Pio)

27/12/2009

Jack DeJohnette & The Ripple Effect all'Auditorium di Roma: "Di una cosa si può esser certi: è praticamente impossibile assistere per due volte allo stesso concerto se questo ha per protagonista Jack DeJohnette, tale è la varietà e la diversità di progetti musicali di cui è l'ispiratore e il leader." (Dario Gentili)

24/09/2009

Brewster's Rooster (John Surman)- Dario Gentili

14/04/2009

Yesterdays (Keith Jarrett / Gary Peacock / Jack DeJohnette )

28/03/2009

La Five Peace Band di Chick Corea, John McLaughlin, Chris McBride, Vinnie Colaiuta e Kenny Garrett al Teatro Manzoni per Aperitivo in Concerto: "Questi cinque mostri sacri del jazz non hanno prodotto un risultato pari alla somma delle loro rispettive abilità, pur strabiliando, individualmente, per le innegabili ed indiscutibili capacità di ciascuno...." (Rossella De Grande)

28/07/2008

Keith Jarrett Trio nella sua prima italiana al teatro Regio di Torino: "...il suo modo attuale di eseguire gli standards è adorabile, molto più maturo e controllato del passato, la maggiore attenzione alla dinamica espressiva con l'uso frequente del pianissimo. Il suo vocabolario improvvisativo va ben oltre il fraseggio classico in terzine e ottavi del jazz con cui sono stati interpretati molte volte questi temi, cioè nei "cliché" dello swing." (Andrea Zandonella)

25/03/2008

Anouar Brahem, John Surman, Dave Holland in "Thimar" all'Auditorium di Roma: "...una politica musicale assolutamente apprezzabile quella dell'Auditorium di Roma di non rincorrere soltanto le nuove uscite discografiche per strappare una data del tour che ne segue, ma di costruire il proprio calendario cercando di riproporre e rilanciare formazioni e progetti, i cui lavori non intercettano propriamente la più stretta attualità e che probabilmente non torneranno in sala di registrazione." (Dario Gentili)

16/03/2008

Transitions (Mauro Campobasso, Mauro Manzoni)

11/02/2008

European Jazz Expo. International Talent Showcase, 25° Jazz in Sardegna: "Sono impressionanti i numeri dell'expo cagliaritana: 7 sale affollate in 4 giorni da oltre 400 artisti e oltre 20.000 spettatori, in una Città della musica allestita appositamente all'interno della Fiera internazionale della Sardegna. Quest'anno si festeggiavano i 25 anni dell'esistenza di questo celebre evento e...Orientarsi all'interno della pantagruelica offerta musicale cagliaritana è arduo." (Enzo Fugaldi)

15/11/2007

Hoarded Dreams (Graham Collier)

02/11/2007

Jazz a' Juan 2007: "Il programma interessante e variegato di proposte musicali interpretate da alcuni dei gruppi più degni di nota nel panorama mondiale ha suscitato apprezzamento e consenso tanto da garantire il "tutto esaurito" ogni serata..." (Bruno Gianquintieri)

17/06/2007

Sibongile Khumalo & The Jack Dejohnette Group Intercontinental nell'ambito di Etnafest a Catania: "...lucidissima progettualità musicale del leader e totale versatilità della cantante, pronta a improvvisare a lungo con splendidi vocalizzi sulle sapide armonie di Perez e Harris, sui ritmi mai scontati della batteria, duettando con i fiati con tecnica e fantasia improvvisative sorprendenti, davvero inusuali in un'interprete lirica." (Enzo Fugaldi)

22/01/2007

Master Class di Jack De Johnette alla Casa del Jazz: "Un incontro da favola...è uscita fuori tutta la sua vena afroamericana che ci piace di più: la rabbia, il pestare, l'Africa, l'hard bop. Due ore piene di Jack Dejohnette così, credo che non se l'aspettava nessuno." (Paolo Amarisse)

05/01/2007

JAZZin': a photografic story by Luca Buti

28/12/2006

Dave Douglas Quintet al Manzoni di Milano: "Si è trattato di un concerto molto equilibrato, piacevole e misurato, dove i musicisti hanno dimostrato grande gusto ed esperienza. Ottimo interplay. Ottima anche l'acustica del teatro Manzoni. Niente colpi di scena o effetti speciali. Forse chi si aspettava grosse sorprese è rimasto leggermente deluso, ma pur sempre soddisfatto dalla performance." (Rossella Del Grande)

21/12/2006

Sacile 2006, Il Volo del Jazz (Luca D'Agostino)

10/12/2006

Trio Beyond al Roma Jazz Festival: "La scaletta del concerto ha riproposto, anche se in un diverso ordine, i brani contenuti nel cd, tuttavia non sono mancate sorprese nell'esecuzione e quel surplus che si attende sempre dalla dimensione live..." (Dario Gentili)

07/12/2006

Lee Konitz Nonet ad Aperitivo in Concerto 2006-2007 (Daniela Crevena)

01/10/2006

Keith Jarrett - Gary Peacock - Jack DeJohnette a Jazz a Juan 2006: "...affabile e disponibile nel dopo concerto in cui si è avuta l'impressione di un Jarrett alla ricerca di nuovi orizzonti..." (Patrizio Gianquintieri)

12/08/2006

The Green Field (Steve Khan Trio)

25/03/2006

Steve Khun Trio al Manzoni: "Sicuramente si è trattato di un concerto elegante, garbato, molto misurato e di buona fattura. Proprio quello che si vuole ascoltare per ripercorrere trenta o più anni di repertorio caro a tutti i jazzofili..." (Rossella Del Grande)

11/03/2006

Jack De Johnette Quartet all'Auditorium di Roma: "...DeJohnette ha offerto una performance che ha entusiasmato soprattutto gli amanti del jazz, coloro che riconoscono in DeJohnette un batterista che ha segnato gli ultimi quarant'anni di storia del jazz..." (Dario Gentili)

28/01/2006

Il Dave Holland Quintet per Aperitivo in Concerto al Manzoni di Milano (Bruno Gianquintieri)

28/01/2006

Il Dave Holland Quintet al Manzoni di Milano: "Il teatro è letteralmente stipato. Dal palco si riesce ad abbracciare con lo sguardo tutta la platea e non si fa fatica a riconoscere anche i volti di molti jazzisti, in mezzo a quel pubblico così numeroso. Non si tratta di un concerto qualunque..." (Rossella Del Grande)

09/10/2005

Due grandi per Jazz a Juan 2005, Keith Jarrett: "...fluidità, miriadi di delicatissimi accenti ricercati nel più profondo della propria anima, fraseggi vertiginosi che accompagnano e si incanalano verso armonie vibranti..." e Sonny Rollins: "...Magiche sonorità, piene, potenti, tutte di un fiato...esecuzioni magnifiche all'altezza del personaggio, protagonista indiscusso del jazz moderno..." (P. & B. Gianquintieri)

28/05/2005

Punto Zero (Mauro Campobasso - Mauro Manzoni)

16/04/2005

Jack De Johnette, John Scofield e Larry Goldings in "A Celebration of Tony Williams": "...Poteva essere un semplice tributo, e in vece non lo è stato..." (Dimitri Berti)

16/12/2003

Matt Munisteri & Brockmumford per Aperitivo Concerto: Un tentativo ben riuscito di ripercorrere i primi trent'anni di storia sociologica americana attraverso alcune song del tempo." (Paolo Treffiletti)

08/12/2003

Henry Grimes Trio per Aperitivo in Concerto: "...la musica non è mai apparsa scontata; i tre hanno saputo fare buon uso delle dinamiche, insistendo spesso sul pianissimo quasi a trasfigurare la vicenda umana di Grimes..." (Paolo Treffiletti)

26/11/2003

Sam Rivers per Aperitivo in Concerto: "...la maestria ed il grande senso musicale dei quattro ha saputo essere un valido collante consentendo al pubblico di poter godere dell'unità di intenti che accomuna le più variegate espressioni musicali: la comunicatività tra autore/esecutore e pubblico." (Paolo Treffiletti)

19/01/2002

Jim Hall & Paolo Fresu con la Milan (R)evolution Orchestra, Freddy Cole & Woody Herman Orchestra. Due concerti del ricco cartellone degli Aperitivo in Concerto 2001 al Teatro Manzoni.





Video:
Charles Lloyd - Tone Poem
Charles Lloyd - Tone Poem - with Charles Lloyd (tenor sax), Michel Petrucciani (piano), Cecil McBee (bass), Jack DeJohnette (drums)....
inserito il 11/05/2008  da footcheck - visualizzazioni: 4744


Invia un commento


© 2000 - 2024 Tutto il materiale pubblicato su Jazzitalia è di esclusiva proprietà dell'autore ed è coperto da Copyright internazionale, pertanto non è consentito alcun utilizzo che non sia preventivamente concordato con chi ne detiene i diritti.


Questa pagina è stata visitata 5.166 volte
Data pubblicazione: 26/01/2008

Bookmark and Share



Home |  Articoli |  Comunicati |  Io C'ero |  Recensioni |  Eventi |  Lezioni |  Gallery |  Annunci
Artisti |  Saranno Famosi |  Newsletter |  Forum |  Cerca |  Links | Sondaggio |  Cont@tti