John Zorn: Masada Marathon
iPod Concert – The Book Of Angels
Aperitivo in Concerto - Teatro Manzoni, Milano – Lunedì 08 Novembre 2010
di Daniele Camerlengo
foto di Daniele Molajoli (Roma Jazz Festival 2007)
Masada Quartet
John Zorn sassofono contralto
Dave Douglas tromba
Greg Cohen contrabbasso
Joey Baron batteria
Courvoisier/Feldman Duo
Sylvie Courvoisier pianoforte
Mark Feldman violino
Medeski, Martin & Wood
John Medeski tastiere
Chris Wood basso elettrico
Billy Martin batteria
Banquet Of The Spirits
Cyro Baptista percussioni, voce
Brian Marsella pianoforte, tastiere, balafon
Tim Keiper batteria, percussioni
Shanir Blumenkranz contrabbasso, basso elettrico, oud, gimbri
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Mycale
Ayelet Rose Gottlieb voce
Sofia Rei Koutsovitis voce
Basya Schecter voce
Malika Zarra voce
Bar Kokhba
Marc Ribot chitarra
Mark Feldman violino
Erik Friedlander violoncello
Greg Cohen contrabbasso
Cyro Baptista percussioni
Joey Baron batteria
Dreamers
Marc Ribot chitarra
Trevor Dunn basso elettrico
Jamie Saft tastiere Kenny Wollesen vibrafono
Cyro Baptista percussioni
Joey Baron batteria
Erik Friedlander Solo
Erik Friedlander violoncello
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New Klezmer Trio
Ben Goldberg clarinetto
Greg Cohen contrabbasso
Kenny Wollesen batteria
Bester Quartet
Jaroslaw Bester fisarmonica
Jaroslaw Tyrala violino
Oleg Dyyak clarinetto, percussione, fisarmonica
Mikolaj Pospieszalski contrabbasso
Masada String Trio
Mark Feldman violino
Erik Friedlander violoncello
Greg Cohen contrabbasso
Electric Masada
John Zorn sassofono contralto
Marc Ribot chitarra
Jamie Saft tastiere
Ikue Mori laptop, live electronics
Trevor Dunn basso elettrico
Cyro Baptista percussioni
Joey Baron, Kenny Wollesen batteria
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כה אמר אדני יהוה... היו מלא חוכמה, יופי מושלם, היו בגן עדן... ולכן אני וגורשו כמו חול מן ההר של
אלוהים ואני ייעלם... אתה עושה בהצגה כדי מלכים.
(Ezechiele 28)
La ventesima edizione della rassegna "Aperitivo in
Concerto", interamente finanziata da fondi privati ed aperta ad interpreti di nuova
visione, pone attenzione al ritorno delle orchestre nella dimensione della musica
improvvisata; il voler ricreare il dirompente coinvolgimento espressivo della ciclicità
ritmica, ibridando le orchestre sinfoniche europee per renderle funzionali alternative
improvvisate, libere da limitazioni stilistiche. C'era grande attesa per l'evento
madre di questa kermesse, che propone un cartellone di ottima fattura, John Zorn
presenta in prima mondiale, attraverso un concerto maratona, le sue recenti composizioni
ispirate al misticismo Merkavah e raccolte sotto il titolo The Book Of Angels
(dedica ai 111 angeli caduti), simulando il contesto di una playlist di un immaginario
I-Pod, un pedissequo intercalare di dodici formazioni, una piena emozionale senza
uguali.
La sala del Manzoni cola umori pruriginosi, la folla attende il leggendario Zorn
trattenendo a stento il mormorio frenetico, poi finalmente l'ingresso, il volteggiare
delle frange del suo Tzitzith, la valenza spirituale che incontra il simbolismo
resistente zelota racchiuso nei suoi camouflage pants ed è Masada 4tet L'attacco
del suo sax viene accolto da un boato impressionante, ad aprire il concerto è lo
storico quartetto fondato nel 1994, che integra
elementi del klezmer e della musica mediorientale con il jazz, l'avanguardia e la
classica, inglobando tutto l'esperire musicale vissuto, composto ed eseguito nei
secoli dagli ebrei, dalle sinfonie di Mahler alle melodie di Burt Bacharach, alle
dissonanze rock di Lou Reed, un processo volto alla produzione di una musica radicale,
generata dalla fusione tra le scale ebraiche, in particolare le sinagogali shteygerim,
a quelle free di
Ornette
Coleman. L'invasato John insieme a Dave Douglas dispensano feroci
vibro-magie, tra la complessa alternanza del ludico interagire rumoristico. Poi
la nera rivalsa purificatrice del duo Courvoisier/Feldman, il decadimento
armonico del piano e le purpuree intromissioni del violino, quello stridulo danzare,
cadenzato dai geniali "sniff-stopped" di Mark, è il preludio alle intense dinamiche
caotiche del sonoro gesticolare. Cyro "Donkey" Baptista con il suo copricapo
dirige l'allegra compagnia di sonorità estemporanee dei Banquet of Spirits,
l'ingresso è un metallofono inseguire armonie, frammentare spazio con ciniche serrate
avant, Brian Marsella entra in un folle vortice di pura energia creativa,
sostenuto magnificamente dalle invenzioni percussive del genio brasiliano, poi la
stanza del folclore creata dalla magia del balafon e dell'oud è di rara bellezza.
L' oscillazione dell'acciaio del diapason, dà la nota di partenza al quartetto
Mycale, che prende il nome dalla storica battaglia tra Greci e Persiani,
Ayelet Rose Gottlieb, Basya Schechter, Sofia Rei Koutsovitis
e Malika Zarra, hanno incantato l'intero uditorio con le loro armonie suadenti
e l'intonazione di rimando flautistico, nelle loro astrazioni vocali hanno mescolato
sonorità gutturali ebraiche e fraseologia greca, creando un momento di grande suggestione.
Energia in purezza, con Medeski che ci conduce tra sconosciute galassie
in una trance sonica, un dialogo profondo con le libertà semi-serie del grave di
Wood e il perpetuo delirare delle ritmiche di Martin, a seguire
Bar Kokhba, un sestetto che commemora il rivoluzionario ebreo Simon bar
Kokheba, il "Figlio della stella" che guidò la terza guerra giudaica contro i romani,
Marc Ribot, Marc Feldman, Erik Friedlander e Greg Cohen,
Joey Baron e Cyro Baptista riproducono le atmosfere care a Morricone,
centrale l'abilità spigolosa e l'ergo riverberante della chitarra di Ribot.
Il viaggio dei The Dreamers, il sonaglio creativo di Wollesen che stupisce
al vibrafono, le alchimie del composto Jamie Saft, le creature rotolanti
profuse dal capo chino di un Ribot ispiratissimo, un legame empatico che continua
con la ricchezza dei colori del mantice di Jaroslaw e del suo Bester Quartet.
Erik Friedlander con il suo violoncello, alterna tecnica ed erudizione alla
cruenza malandrina delle sue improvvisazioni.
In chiusura quando Zorn presenta la super-band Electric Masada
il teatro esplode, la batteria di Baron accende il break creativo generale,
improvvisazione totale, un cromatico susseguire di suoni, ibride costruzioni percussive,
poi il basso ripetitivo di Trevor Dunn segna la ripartenza, il sax contralto
indica la strada maestra da seguire, la forzuta espressione delle due batterie,
le contaminazioni elettroniche della visionaria Ikue Mori, le cangianti modalità
percussive dell'eclettico Cyro mettono su un mega-groove pazzesco, la saturazione
orgiastica è furente. Nonostante le quattro ore di concerto, c'era ancora voglia
di musica, il pubblico, dopo la strameritata ovazione, a gran voce chiedeva bis
dopo bis. Purtroppo la stanchezza ha preso il sopravvento.
05/09/2010 | Roccella Jazz Festival 30a Edizione: "Trent'anni e non sentirli. Rumori Mediterranei oggi è patrimonio di una intera comunit? che aspetta i giorni del festival con tale entusiasmo e partecipazione, da far pensare a pochi altri riscontri". La soave e leggera Nicole Mitchell con il suo Indigo Trio, l'anteprima del film di Maresco su Tony Scott, la brillantezza del duo Pieranunzi & Baron, il flamenco di Diego Amador, il travolgente Roy Hargrove, il circo di Mirko Guerini, la classe di Steve Khun con Ravi Coltrane, il grande incontro di Salvatore Bonafede con Eddie Gomez e Billy Hart, l'avvincente Quartetto Trionfale di Fresu e Trovesi...il tutto sotto l'attenta, non convenzionale ma vincente direzione artistica di Paolo Damiani (Gianluca Diana, Vittorio Pio) |
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Data pubblicazione: 19/01/2011
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