Chi associa il nome di Danny Gottlieb all'epoca d'oro della Fusion e ai gruppi che ne hanno segnato la storia e le sue migliori espressioni (il Gary Burton Quartet, il Pat Metheny Group, la Mahavishnu Orchestra, gli Elements e Al Di Meola) rimarrà alquanto interdetto dall'ascolto di Jazz Beautiful Ballads. Già dal titolo s'intuisce facilmente che l'intero cd è composto da ballads, affidate inoltre alla più classica delle formazioni jazz: il trio pianistico. Dunque, siamo ben lontani dallo stile a cui
Danny Gottlieb deve la sua fama. A ben pensarci, tuttavia, Jazz Beautiful Ballads risponde a una tendenza diffusa nell'attuale panorama del jazz: dopo decenni delle più varie sperimentazioni e contaminazioni, la riscoperta e la rivalutazione del patrimonio evergreen del jazz che, nonostante i diversi smottamenti delle avanguardie, è riuscito a restare comunque in piedi e, anzi, è proprio a esso che il grande pubblico di fede non primariamente jazzistica associa senza andare troppo per il sottile lo stile jazz. E proprio a un grande pubblico Jazz Beautiful Ballads sembra destinato: i tempi lenti delle ballads tessono insieme un'atmosfera estremamente raffinata e sofisticata, di maniera quasi, senza mai cadere in derive narcisistiche e autoreferenziali. È jazz senza ruvidi spigoli, dal suono rotondo e pulito, affidato alla grande sapienza tecnica del pianista
Mark Soskin, che ha legato il suo nome a dieci anni di collaborazione con Sonny Rollins, e del bassista
Charles "Chip" Jackson, nome anch'esso noto agli ascoltatori di Billy Taylor, Elvin Jones e Stan Getz. Musicisti di grande e comprovata esperienza, perché l'affiatamento e la pienezza di suono che emergono da Jazz Beautiful Ballads non possono essere sintomi di una registrazione estemporanea, ma esprimono invece una collaborazione che dura da oltre quindici anni, seppure più sul palco che in studio. Comunque, in Jazz Beautiful Ballads, ce n'è anche per i nostalgici del suono fusion della batteria di
Gottlieb: nonostante il suo drumming si adatti senza mai
essere invadente allo stile introspettivo del cd, usando soprattutto piatti e
spazzole, nei toni epici di
Hymn for Her
e nel blues deliziosamente "sporco" di
Angel Eyes,
Gottlieb riesce a ricavare uno spazio anche per sonorità più vigorose.
Jazz Beautiful Ballads è un cd suonato in modo magistrale, che dimostra quanto talento e quanta esperienza siano necessari per sostenere un repertorio di ballads, dove l'efficacia dell'esecuzione consiste nel mettere d'accordo tanto l'appassionato jazz reduce da tanti e diversi ascolti quanto l'ascoltatore occasionale che cerca nelle atmosfere notturne delle ballads un momento di raccolta intimità. E non è affatto impresa facile.
Dario Gentili per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 07/11/2004
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