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Francesco Caligiuri
Olimpo
dodicilune (2017)
1. Zeus
2. Dionisio
3. Afrodite
4. Ade
5. Apollo
6. Ares
7. Efesto
8. Athena
9. Poseidone
Francesco Caligiuri - sassofono soprano, baritone, clarinetto basso, flauto, sintetizzatore
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73100 LECCE
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web: www.dodicilune.it
Non si può che concordare con quanto dice Michel Godard nella
citazione in terza di copertina: mente aperta e suono mediterraneo. Queste sono
le doti di spicco di Francesco Caligiuri, che va via solo soletto a far quattro
passi nell'Olimpo: passeggiata che gli riesce parecchio bene: un'impresa ardua,
ben riuscita anche per il senso di coralità che riesce a imprimere. Un lirismo fresco,
moderno e torrenziale quello che si annida sulla vetta di "Zeus" recitato
gravemente dal baritono mentre il sintetizzatore disegna le stelle.
L'allegro Dionisio è celebrato con la lucentezza del soprano
che distende le sue note alte e squillanti sul tappeto di elettronica acquosa. Saltella
qui e lì ancora il soprano, corroborato da un pedale del clarinetto basso sovrainciso,
per dipingere la dea dell'amore e della bellezza: "Afrodite" ricorda anche
i natali di Caligiuri, che abbracciano l'area del Mediterraneo guardandola dalla
sua Calabria. Le figurazioni ritmiche e le armonie sono costruite in perfetta sintonia
con la mitologia archetipa. E Caligiuri si tuffa nel mistero di "Ade" con
una maschera filmica che stigmatizza il fratello di Zeus, dio degli inferi, con
ansiogeno lirismo perfettamente intonato dai registri gravi degli strumenti, con
piccole urla, effervescenti strepiti che non perdono mai di vista la linea melodica.
L'avvenenza di Apollo coniugata dal fascino acuto del flauto che volteggia intorno
al monocorde suono elettronico, serve a lanciare i cupi accordi di "Ares",
con un eco sordo che tiene in campo il fraseggio volubile e marcato del baritono,
che dosa perfettamente esiziali timbri e contrasti. Caligiuri sa raccontare: i suoi
suoni sono onomatopeici, narrativi; così ricostruisce le fucine di Efesto, con il
martellare sulle incudini e dà voce alla Sapienza con arabeschi solenni. E si ode
il mare, mercé le macchine elettroniche e il delfinico timbro dei fiati in "Poseidone",
rapsodica e in crescendo di volume, che esalta tutta l'abilità strumentale del musicista
calabrese.
Impresa ardua, si diceva, anche perché opera prima per Caligiuri.
Un'opera perfettamente riuscita che apparenta il lirismo mediterraneo con l'improvvisazione
più rocciosa e una vis narrativa di particolare pregio.
Alceste Ayroldi per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 05/02/2018
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