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Kulu Se’ Mama
Nécessaire De Voyage
dodicilune (2019)
1. Wind On My Wings
2. Answerless Questions
3. Mimesis/Nemesis
4. The Magician Whistler
5. Endless Mirror
6. To The Forgotten
7. They Say It's A Ballad
Gabriele Rampino - sassofono soprano e tenore, sound design Maurizio Ripa - pianoforte Maurizio Bizzochetti - chitarre Maurizio Manca - basso elettrico Daniele Bonazzi - batteria
Via Ferecide Siro 1/e
73100 LECCE
Tel. +39 0832.091231 - 0832.092478
Fax +39 0832.1831054
email: ufficiostampa@dodicilune.it
web: www.dodicilune.it
Come si suol dire, correva l'anno 1966 quando
John Coltrane
concedeva ai posteri l'album Kulu Sé Mama. Ora, non s'abbia a pensare che
l'opera musicale di cui ci si occupa qui sia un clone e/o rivisitazione del lavoro
coltroniano. Probabilmente, l'inventiva di Coltrane aleggia sul combo italiano,
ma la loro musica sprizza originalità e robusta sincerità da ogni poro. "Wind
On My Wings" pulsa di groove, lascia respira una gustosa aria fusion con
Maurizio Bizzochetti che pennella note alla chitarra elettrica e il pulsante
basso di Maurizio Manca che dispensa un pastoso periodare ritmico; periodare
che trova un sostanzioso break con il pianoforte finemente condotto da Maurizio
Ripa che si ritaglia uno spazio armonioso all'interno del brano. "Answerless
Questions" ha una godibile linea melodica, che Rampino riempie e tesse al soprano,
con note staccate e adamantine, mentre i tempi medi arricchiscono la scena musicale.
" Mimesis/Nemesis", una sostanziosa suite, ha un inizio corale e fragoroso
prima di dare voce al passo felpato del basso di Ripa e le soluzioni ritmiche suggerite
da Daniele Bonazzi, abile nel tenere in mano il bordone del tempo. Il canto è unico,
ma ogni strumento fa sentire la sua voce, così Bizzochetti taglia a fette l'aria
con un assolo tra staccati misurati e legati ferrei; la melodia viene ridiscussa
dal tenore di Rampino, con un vibrato intenso e caldo. Le lunghe e parche note acute
del soprano aprono "The Magician Whistler" che è un passo avanti rispetto
al modern mainstream, per la delicatezza con cui viene trattata la materia sonora
e per il bel passaggio di palla che i musicisti architettano, tra i pedali sovrapposti
di Bizzochetti, la ripetizione della struttura armonica in crescendo fino al doppio
break: prima è il forbito fraseggio di Ripa a dire la sua, poi spetta al soprano
di Rampino (che ricopre benissimo il flauto magico) che dà la stura al collettivo,
prima di chiudere con armoniosi e – omen nomen – flautati arabeschi.
" Endless Mirrors" è una merge di influenze: tra la canzone (la cantabilità
dei brani è una costante del disco), finestre sul Mediterraneo, e Bizzochetti ordisce
un assolo in cui ci traghetta, in modo ineccepibile, nei colori della bella Spagna,
prima di passare il testimone a Ripa che si invola in un assolo sciabordante. Anche
qui gioca un ruolo fondamentale un ostinato scolpito da Bizzochetti, scalpellato
alla perfezione da Rampino. Due brani slow chiudono il lavoro: prima "To The
Forgotten", con Rampino a dispensare note cantabili, prima che il brano acquisti
sembianze più nerborute nelle corde elettriche di Bizzochetti, nei vigorosi passaggi
pianistici, così come nelle accorte soluzioni aperte di Bonazzi; chiude il cerchio
"They Say It's A Ballad", una forma d'antan per un brano che, seppur è una
ballad, ha tanti angoli segreti. Tanto quanto lo sono le mille pieghe di questo
disco, da riscoprire a ogni ascolto.
Alceste Ayroldi per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 24/08/2019
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