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Silvia Anglani
Complice
Dodicilune - Controvento 2012
1. Odio dicembre
2. Conversazione
3. Complice
4. Le pantofole col marabù
5. Tempo al tempo
6. Bassamarea
7. Demonangel
8. Il rimedio
9. Essere normale
10. Una spina nel cuore
11. La mia costellazione
12. A piedi nudi
13. Il rimedio (reprise)
Silvia Anglani - voce
Michael Rosen - sassofoni tenore e soprano
Giuseppe Magagnino - pianoforte
Gianni Iorio
- bandoneon
Marco Tuma - armonica
Maurizio Bizzochetti - chitarre
Pierluigi Balducci
- basso
Pierluigi Villani - batteria
Serena Spedicato - cori
Gabriele Rampino - soundesign
Via Ferecide Siro 1/e
73100 LECCE
Tel. +39 0832.091231 - 0832.092478
Fax +39 0832.1831054
email: ufficiostampa@dodicilune.it
web: www.dodicilune.it
Il gruppone di valenti e graduati musicisti colpisce subito l'occhio. E anche
l'orecchio e già dal primo ascolto. Sgomberiamo subito il campo da dubbi: Silvia
Anglani è un'interprete, ma di quelle che si fanno sentire per determinazione, carattere
e timbro vocale, che non rimanda a nessuna del passato (o del presente, come è costume).
Parole e musica sono firmate da Gabriele Rampino, il cui naturale talento
a combinare racconti musicali di provenienze diverse, restituendone un suono unico
e ricco di novità, è ben noto al grande pubblico grazie alle colonne sonore composte
ed eseguite per Edoardo Winspeare.
Con l'Anglani, quindi un team di jazzisti di vaglia come il sassofonista Michael
Rosen, il bandoneoista
Gianni
Iorio, il bassista
Pierluigi
Balducci, il batterista
Pierluigi
Villani e la voce di Serena Spedicato, tutti esperti anche
in percorsi musicali d'altra appartenenza, che fanno da contraltare all'armonicista
Marco Tuma e al pianista Giuseppe Magagnino, versati e particolarmente addentro
a vie sonore tra il cinema, la rivisitazione del folklore salentino e itinerari
di musica classica e contemporanea.
Unica eccezione nel canzoniere è "Conversazioni", di Bruno Canfora e
firmata dalla voce di Mina.
Sempre per sgomberare il campo da facili perplessità, Silvia Anglani è giovane (classe 1981), ma ha già dimenticato (forse non l'ha
mai assimilata) "la cura" dei numerosi, quanto inutili, talent show, che insegnano
a urlare, senza colpo ferire (orecchie di ascolta a parte). La cantante ostunese
è già matura, la sua vocalità è senza tempo: potrebbe appartenere agli anni Sessanta,
quanto a un auspicabile futuro. E' a suo agio su ogni piega ritmica, tanto sul sax
di Rosen nei meandri chill out di "Odio dicembre", che mette in risalto la
padronanza delle dinamiche vocali e l'assoluta elasticità sul sobbalzante basso
di Balducci, alla stregua del downtempo di "Tempo al tempo", dove saltella
perfettamente sui giochi elettronici che tessono il brano. E' attenta nel non scimmiottare
Mina nella citata "Conversazioni", e doma a suo vantaggio un fraseggio metrico
particolarmente tortuoso. La sua voce s'avvolge nel velluto increspato nella più
"canzone" dell'album, "Complice". E rintuzza il bandoneon broccato di Iorio
nella tangheggiante "Le pantofole col marabù". E' interprete appassionata nella
ballad "Demonangel" e perfettamente allineata al mood electro-jazz drumless
di "Essere normale". Ogni brano è una sorpresa musicale: non ci si annoia e
Silvia Anglani riesce a stupire per le sue corde così duttili nell'acclimatarsi
ad ogni soluzione progettata da Rampino.
Disco d'esordio, quindi, da infiocchettare per tenere bene a mente una voce, un'interprete
che ama la musica a tutto tondo, beandosi nel jazz, nell'elettronica e nelle venature
della canzone che ha fatto bella l'Italia musicale.
Alceste Ayroldi per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 17/02/2013
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