Paolo Russo è un
musicista pescarese non ancora quarantenne residente da anni a Copenhagen
ove ha continuato gli studi musicali dopo il conservatorio, e si è inserito
a pieno titolo nella scena jazzistica danese, collaborando fra l'altro
con il contrabbassista Bo Stief. Russo è al terzo cd dopo
uno Splasc(h) del 2004 intitolato
"Alchemy" e il
Dodicilune
"Oltretango",
opera del 2005 per un trio con
Francesco Calì e Fabrizio Mandolini denominato Band Au Neon. Vanta inoltre un ampio
ventaglio di collaborazioni con artisti danesi e italiani, fra le quali
un trio con
Bollani e
Fresu.
Il primo movimento della bella
Nordisk Suite che apre il cd pubblicato
anche questo dall'etichetta leccese
Dodicilune,
Morgendis, si apre su armonizzazioni
affascinanti, su un controllo della tastiera sapido e competente, e
rivela nell'autore-esecutore buona conoscenza di certo repertorio pianistico
colto, in particolare novecentesco. La tavolozza sonora di Russo
è arricchita dal suono del bandoneon, che alterna o sovrappone al pianoforte
cavandone quadretti densi di colore e nostalgia, senza costanti riferimenti
al tango. Dimostra di aver stoffa sia come compositore che come esecutore,
con brani che necessitano di ripetuti ascolti per rivelare tutti i loro
profumi e le loro suggestioni.
Leggermente meno riusciti, forse poco giustificati
nell'economia del progetto discografico, i tre brani non originali,
compreso il non memorabile canto religioso finale.
Enzo Fugaldi per Jazzitalia
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