Dodicilune Records - ED259 - 2009
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Nicola Andrioli Paris Quartet
Pulsar
1. Summer 2003
2. Goodnight and Calimera
3. Way North
4. Beyond the City
5. Agger
6. Pulsar
7. Blues Sky
Tutte le composizioni sono di Nicola Andrioli
Nicola Andrioli
- piano & fender rhodes
Fabrizio Scarafile
- saxophones
Matteo Bortone - bass
Guilhem Flouzat - drums
and
Alfonso Girardo - 1st violin
Elena Rollo - 2nd violin
Laura Pellè - viola
Tiziana Di Giuseppe - cello
Enza Pagliara - voice & tambourine
Dario Muci - voice
Rocco Zifarelli
- guitar
Morena Brindisi - voice
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Via Ferecide Siro 1/e
73100 LECCE
Tel. +39 0832.091231 - 0832.092478
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web: www.dodicilune.it
Il trentaduenne
Nicola Andrioli,
qui alla seconda prova discografica a proprio nome (dopo "Alba"
del 2007 sempre per
Dodicilune) è musicista di grande talento
e dalla solida preparazione: un primo della classe diplomatosi al conservatorio
con il massimo dei voti a soli vent'anni e in jazz a ventiquattro ha pertanto "tutte
le carte in regola" per fare bene. Alla musica di
Andrioli
e soci, fatto che lo accomuna a diversi musicisti delle ultime generazioni (italiane
e straniere), difetta – forse - quell'ineffabile sostanza che talvolta è stata chiamata
"urgenza espressiva" insieme ad una maggiore dose di coraggio e di originalità.
Se nella musica cercate altro qui trovate veramente tanto: una padronanza totale
del linguaggio jazzistico e della tecnica improvvisativa, una vena compositiva ricca
e sicura (degno di menzione il brano d'apertura con un tema cantabile e arioso ma
non banale) una tecnica strumentale solida e matura, nonostante la "giovane età",
un buon amalgama ed interplay di gruppo e non ultima una grande varietà di timbri
e formazioni.
Fabrizio
Scarafile è un coltraniano di stretta osservanza, che riesce a sorprenderci
positivamente per come di Trane riesca, talvolta, a restituirci non solo il timbro
e la straordinaria articolazione, ma anche l'energia straripante; dispiace invece
che tale energia vitale sia spesso confinata in ambiti noti che rimandano ad un
jazz modale di ultima generazione forse troppo ascoltato e sfruttato, seppur qui
ottimamente padroneggiato.
Uno dei tratti positivi di questo ricco e impegnativo lavoro è la varietà
timbrica, sapientemente e accortamente dosata, a cominciare dal quartetto d'archi
di "Summer 2003" che rimarrà confinato a ad aprire e chiudere il brano. Poi,
in "Goodnight and Calimera", la voce maschile e quella femminile su un testo
dialettale intonano un canto, di evidente sapore popolare, ampliando così ulteriormente
l'ambito timbrico, segue il soprano di
Scarafile
in un lungo energetico assolo. Per inciso i primi due brani da soli contengono tanto
materiale ed tante idee compositive, seppur non originalissime, che se adeguatamente
sviluppate fornirebbero materiale sufficiente per più dischi.
Andrioli,
con uno sguardo ad Hancock ed uno ad Evans filtrati attraverso il proprio sentire,
è pianista completo con una conoscenza profonda dello strumento, che sa far risuonare
e "cantare", dote che citiamo in quanto pregevole e non così diffusa.
In "Way North"
Andrioli
si ritaglia il primo spazio consistente seguito da un assolo di
Scarafile
in cui il Coltrane di "A love supreme" viene persino citato, di sfuggita.
Poi un "Agger" tirato, funky e su ritmi da jazz rock anni
'90 in cui
Andrioli
usa il piano elettrico e la musica non ci guadagna. I quasi dodici minuti di "Pulsar"
si lasciano ricordare volentieri soprattutto per l'uso maturo delle dinamiche: si
apre su un delicato e cullante arpeggio del pianoforte a cui si sovrappone una linea
di basso, poi un lungo crescendo sapientemente costruito sboccia in un tema, per
la verità non memorabile, per tornare repentinamente ad un pianissimo; poi
Scarafile
e Andrioli
in lunghi pregnanti assoli. Torna la riesposizione del tema e dopo oltre 8 minuti
il brano sembra finire per ripartire in sordina e tornare a crescere; in questo
percorso trova quale compagna la voce, seducente e controllata, di Morena Brindisi.
Il disco sarebbe potuto finire qui, troviamo nella conduzione di questo brano, negli
ultimi tre minuti in particolare, il momento forse più interessante dell'album e
un possibile punto di partenza per futuri sviluppi.
Andrea Gaggero per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 05/04/2010
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