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Fabio Accardi
Arcoiris
Mordente Records - 2010
1. Cotanta Speme
2. A/R
3. Chanson pur un film a faire
4. El Gato
5. Chissà, forse un giorno
6. Tesi al cambio
7. As Vezes
8. Settembre
9. Missed Departure
10. Iles Lontaines
Fabio Accardi - batteria
Mauro Gargano - contrabbasso
Sandro Zerafa - chitarre
Jocelyn Mienniel - flauto e sax soprano (traccia n.6)
Stephane Carracci - vibrafono
Nicola Andrioli
- pianoforte (tracce: 1, 3, 5, 8, 10)
Remy De Corbeille - pianoforte (tracce: 2, 4, 6, 7, 9)
Chrystophe Panzani - sax soprano (tracce: 2, 4, 8, 9), sax
tenore (traccia 6)
Robin Verheien - sax soprano (tracce: 1, 3, 8)
E' sicuramente il momento del drummer. Sono sempre di più i batteristi che vanno
ad assumere il ruolo di leader, affrancandosi dallo stereotipo (tranne le eccezioni
che la storia ci tramanda) di gregario che la vita musicale gli aveva imposto.
Fabio Accardi non ha ancora raggiunto i trentasette anni, ma ha già alle
spalle un bel fardello di esperienze ed un consistente background di studi, quelli
fatti bene. Pluridiplomato, tra il Conservatorio dell'Abaco di Verona, dove ha studiato
percussioni classiche ed il Conservatorio Superiore Nazionale di Parigi. Ha mosso
i suoi primi artistici passi a Bari, sua città natale; in particolare rendendosi
protagonista – negli anni '90 – del movimento culturale Fez, con a capo
Nicola Conte.
Di lì in poi, ha suonato e coordinato ensemble di ogni tipo, spalleggiato da eccellenti
musicisti provenienti da ogni dove. Per il che, anche la discografia è pesante quanto
il suo curriculum, arricchita anche di una produzione targata Blue Note Records:
il quartetto Indigo 4, con Petrella, Dalla Porta e Bearzatti. Va da se che la sua
musica sia eterodossa, piena di influenze anche dovute alla sua permanenza in terra
di Francia.
Arcoiris è la sintesi di una sua momentanea maturità artistica, profumata
di chanson e ricca di orchestralità clarkebollandiana. Accardi ha
il piglio da leader e si sente nel suo carezzevole percuotere i tamburi e piatti
e nel segnare i cambi di tempo e metrica con il ride. Una continua ricerca timbrica
ed una perfetta tecnica esecutiva, calorosa, mediterranea, completano il quadro.
Dieci composizioni scritte ed arrangiate dal batterista barese, ognuna delle
quali apre ad un mondo musicalmente diverso, seppur omofono. Tracce dotate tutte
di una consistente cantabilità, mai banali e sempre ottimamente strutturate ed elaborate.
Prova ne sono le ondivaghe variazioni metheniane di A/R e le sottigliezze
stilistiche ben sottolineate dal vibrafono del bravo Stephane Caracci; dalle
edificazioni melodiche calibrate di Jocelyn Mienniel al flauto e di Sandro
Zerafa alla chitarra in Chanson pur un film a faire. L'intercambiabilità
delle cellule melodiche segue quella del succedersi nell'ensemble di diversi musicisti,
ognuno con il proprio inequivocabile suono. Altro aspetto che misura lo spessore
di questo lavoro. L'avvicendarsi di Andrioli e De Cormeille al pianoforte
e Panzani e Verheien ai sassofoni, garantiscono una maggiore vivacità
nell'esposizione dei temi, tutti interessanti che giocano "all'italiana" accarezzando
la Francia. Jazz europeo, tinto di colori classici, contemporanei, dalla matrice
filmica, come nella significativa ed accattivante Settembre.
Arcoiris è un bel lavoro fresco, nuovo, che merita attenzione.
Alceste Ayroldi per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 09/05/2010
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