Jazzart
Mirko Signorile Trio
Il Trappeto, Monopoli (BA), 18-02-2007
di Angelo Ruggiero
Un concerto vibrante come pochi quello che
Mirko
Signorile ha tenuto al Trappeto di Monopoli(BA). Per questa serata il
pianista barese era in formazione con Mauro Gargano al contrabbasso e
Fabio Accardi alla batteria, tutti sotto il nome di
Mirko
Signorile Trio.
Sin dall'inizio l'impressione che si ha è quella di un magnifico triangolo
sensoriale esistente fra loro,ognuno interpreta e accompagna ciò che l'altro esegue
con il proprio strumento.
Ad aprire il concerto è stata una sobria ma originale
Monk's dream di Thelonius Monk. Brilla l'eleganza
e la delicatezza di
Signorile,
che come suo solito si lascia andare amorevolmente ai tasti del suo piano, a loro
si affida per cercare e trovare sensazioni moderne dal gusto antico.
Durante l'esecuzione del secondo brano viene fuori la vera anima di
Signorile.
Senza nessun freno inibitore lascia che la musica lo trasporti e lo assoggetti anche
fisicamente. Il suo sgabello non riesce mai a vederlo fermo, le sue gambe si agitano
e non poche volte si ritrova a suonare in piedi, proprio come spesso accade a
Keith
Jarrett, uno dei suoi musicisti guida che si avverte in molti passaggi
del fraseggio. Ci si perde dietro le note del suo piano così leggero e soffice,
ma anche carico ed espressivo allo stesso tempo. Il suo secondo brano va avanti
spedito; brano che poi annuncerà essere una sua composizione ancora senza un titolo,
come a voler ribadire il suo estro e i suoi attacchi d'arte che a volte non possono
trovare una collocazione neppure in un titolo per quanto fuori dagli schemi e sopra
le regole.
Altra sublime interpretazione è quella di "Softly
as in a morning sunshine": i tre si cercano continuamente con sguardi
fissi e concentrati, tanto che un occhio non attento potrebbe concludere che i loro
strumenti siano dotati di pilota automatico per suonare la loro parte mentre invece
dialogano anche solo attraverso le pupille. In una magica sintonia, la batteria
di Accardi e il contrabbasso di Gargano rendono i suoni di
Signorile
molto caratteristici, lo esaltano per contrasto pur rimanendo sempre in luce e mai
soggiogati all'ombra del piano.
Fino a questo punto tutto il concerto si è svolto in modo fluido, è emerso
il talento di
Signorile
e l'ottima intesa del il trio. Ma la parte migliore sta per arrivare. Quasi in uno
scenario teatrale, cominciano a darsi il tempo con semplici sillabe onomatopeiche;
ma pian piano il volume delle parole sale e prepara il campo all'entrata in scena
della musica. Suoni, sguardi di intesa, voci e movimenti si fondono e danno vita
ad un pezzo coinvolgente, esplosivo e con una carica ritmica impressionante e che
fa battere il tempo a tutto il pubblico stupito.
Signorile
si fa trasportare come preso dalla corrente della sua musica, a volte sembra non
rispondere delle sue azioni disattivando il controllo di mani e braccia che libere
disegnano schizzi musicali imprevedibili e apparentemente casuali. Si arriva in
un punto di massima concentrazione di suoni e di colpo il marasma si interrompe
per lasciare improvvisamente la scena al suo piano che quasi sembra un docente con
il compito di ristabilire la calma tra i vivaci discepoli. Delicato avanza il fraseggio
dei tasti per mettere ordine, per poi ricominciare a rincarare la dose e a riprendere
il flusso di suoni ed emozioni momentaneamente fermato. L'improvvisazione la fa
da padrone, regna per un altro po' nell'aria, fino alla magica ricomparsa del tema
iniziale e di quel ritmo onomatopeico che torna ad accarezzare i sensi con grazia
e semplicità.
La prima parte termina così tra la soddisfazione e lo stupore per quanto
le orecchie hanno potuto apprezzare.
Il secondo momento del concerto è più breve del primo, ma ugualmente intenso.
Si ricomincia con un pezzo del pianista sudafricano Abdullah Ibrahim. L'anima
del continente nero sembra trasalire anche dai pennelli di Accardi: un lungo
pezzo che con sonorità anche rhythm'n'blues sembra inizialmente spezzare con le
caratteristiche del trio. Ma il coupe de theatre è alle porte, e il percussionismo
si insinua tra corde, tasti neri e piatti. Apre
Signorile
battendo sul piano ma continuando a suonarlo, e a poco a poco aumenta il gradiente
ritmico trascinando Accardi e Gargano i quali riescono a distanziarsi
dal loro strumento quasi fosse facile disinteressarsi di colpo dalla musica iniettandola
nel proprio sangue e vivere a suo comando. Gli strumenti sono fermi, ora si muovono
solo le mani, ma paradossalmente la musica è sempre la stessa. Gli arti come valide
appendici di piano, contrabbasso e batteria, le mani come metronomo delle pulsazioni
indomabili di
Signorile
che riesce straordinariamente a battere e suonare il piano come se in lui ci fossero
due musicisti in uno, due mani per due emisferi e modi di concepire la musica differenti
ma sorprendentemente complementari. Poi gli strumenti a gran voce tornano sulla
scena e provvedono a concludere con la riproposizione del tema.
Il brano sembra concludersi, ma il contrabbasso di Gargano provvede
a cucirlo senza soluzione di continuità con il pezzo successivo, l'ultimo della
serata che scorre via sobria ed affascinante proprio come l'armonia che il trio
è riuscito a crearsi e a creare ritagliando esecuzioni celesti e affascinanti, assemblate
dal talento di Signorile e dalla sua straordinaria quanto unica forza evocativa.
Il concerto termina, gli applausi fioccano, inchini e ringraziamenti si
palesano: il jazz si respira a pieni polmoni!
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Data pubblicazione: 29/03/2007
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