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Blonde Zeros
God Fried Finger
El Gallo Rojo 314 – 36
1. Pat Garrett & Billy The End (Sorrentini)
2. Bugs (Sorrentini – dedicated to Jeannot Szwarc)
3. Neuenburgerstrasse (Gallo)
4. Elizabeth Dane (Sorrentini)
5. Sarabande (cello suite n. 5 – J.S. Bach)
6. Brighton Hill (Sorrentini – for my mother)
7. Jena Plissken (Sorrentini, Bittolo Bon)
8. Program Zond (Sorrentini)
9. Goodbye Venezia (Gallo)
10. Electronic Peperoni (Gallo)
Recorded by Blaž Celarec at Attic Studio,
Ljubljana, Slovenija, January 2009
Mixed and post produced by Terragnoli, Sorrentini and Gallo at Greedy Little Sisters,
Golosine, Verona
Mastered by Stefano Amerio, Artesuono, Udine, January 2010
#6, #10 mastered by Max Trisotto
Massimiliano Sorrentini - blonde drums,
other zeros
Danilo Gallo - bass, other zeros
feat. Giorgio Pacorig - blonde keyboards
very blonde guests:
Enrico Terragnoli - guitar, other
Maria Vicentini - strings
Piero Bittolo Bon - reeds
Blaž Celarec - percussion
Laura Copiello - vocals
www.elgallorojorecords.com
info@elgallorojorecords.com
Intorno al nucleo essenziale dei Blonde Zeros, costituito dalla batteria
di Massimiliano Sorrentini e dal basso di
Danilo Gallo,
si muovono le tastiere analogiche di Giorgio Pacorig e degli ospiti di riguardo,
alcuni ben noti in casa El Gallo Rojo, altri meno. Come spesso accade nei
cd realizzati da questa etichetta, non c'è spazio per la noia nell'ascolto dei dieci
brani che alternano composizioni originali, oltre alla sarabanda bachiana in una
stralunata versione. Le atmosfere variano anche grazie alla diversificazione delle
formazioni per ogni brano, e all'utilizzo di strumenti insoliti. I riferimenti musicali
sono svariati, dal progressive, una musica che attira sempre più l'attenzione dei
jazzisti più curiosi, all'elettronica più sperimentale, alla melodia acustica (Neuenburgestrasse,
Goodbye Venezia), al felice inserimento degli archi (Brighton Hill),
ad atmosfere hard rock, a suoni concreti.
Musica che si rivolge ad ascoltatori che non si accontentano
più di un jazz che si avvita su se stesso nella stanca celebrazione di una tradizione
che è quanto di più lontano si possa immaginare dallo spirito di questa musica,
ma che cerca invece - anche correndo qualche rischio - di creare nuove situazioni,
nuovi stimoli, nuovi momenti di confronto e di scontro tra culture e personalità
musicali. Insomma, per essere chiari, i Blonde Zeros sono altamente sconsigliati
ai seguaci delle idee di Wynton Marsalis.
Vincenzo Fugaldi per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 25/07/2010
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