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Alessia Obino Cordas
Deep Changes
Caligola (2016)
1. The saga of Jenny
2. Deep Henderson
3. Deep night
4. Sue's Changes
5. Hong Kong blues
6. Lonely House
7. Nightime
8. Hard Times killing blues
Alessia Obino - voce Dimitri Sillato - violino, effetti Giancarlo Bianchetti - chitarra, effetti Enrico Terragnoli - banjo, podofono, effetti
ospiti:
Reda Zine - voce, guembrì in
8 Danilo Mineo - percussioni in
8
Alessia Obino pubblica il suo secondo disco, dopo "Echoes"
del 2009, in compagnia di un quartetto denominato "Cordas" per il tipo di strumentazione
usato. Il repertorio va ad infiltrarsi in autori come Kurt Weil, Hoagy Carmichael,
Charlie Mingus, Skip James e altri, riservando un trattamento speciale a questi
standard mediante un processo che non intacca la particolare vena retro' dei pezzi
scelti, utilizzando, però, suoni e timbri moderni, in un'operazione contemporaneamente
di delocalizzazione e di ricollocazione delle stesse composizioni. E' potente il
senso del blues che traspare quasi in ogni angolo delle tracce, un blues arcaico,
reso spregiudicato dalla chitarra wah wah e da altri effetti elettronici atti a
movimentare il quadro generale. In determinate sequenze, inoltre, prende campo il
mood del dixieland, accentuato dall'accompagnamento d'epoca del banjo, ma sono tuffi
nel passato effettuati per mezzo di un linguaggio legato all'attualità, dove sonorità
rock, più o meno accentuate, controbilanciano il carattere vintage del progetto.
La cantante veneta, poi, volteggia sui versi delle canzoni, sorniona e insinuante,
suggerendo l'intenzione di uno straniamento cauto, non certo di un vero stravolgimento.
La Obino sfodera una voce piuttosto uniforme nell'intensità dei toni, raggiunge
note molto acute, fin quasi al sibilo, non forza sulle dinamiche, però, non arriva
al forte o al fortissimo, restando su un registro costante con contenute oscillazioni.
Questo elemento timbrico omogeneo suggerisce l'idea di distacco raffinato, intellettuale
dal materiale preso a prestito, oltre al fatto che la voce non si eleva sugli altri
strumenti e va a costituire un mélange unico con chitarre e violino.
La vocalist ama questi brani, a dirla tutta, li vezzeggia, li rimodella, li tradisce,
in un certo senso, per valorizzarli. I partner in questa avventura costruiscono
un accompagnamento pieno e cangiante, adusi come sono a mantenere il piede in diverse
paia di scarpe, dal jazz all'avanguardia, alla black music. In Hard Times Killing
Floor blues compaiono due ospiti, il marocchino Reda Zine al guembri, legato al
folklore della sua terra e il percussionista italiano Danilo Mineo. Proprio questo
capitolo finale è il più significativo dell'intero disco, perché trasuda di blues
rurale, delle origini, eppure fa intravedere paesaggi reali o futuribili.
"Deep Changes", in conclusione, è un cd inconsueto, difficile da incasellare in
un genere, realizzato con cultura e passione da una cantante-leader vivace e sofisticata
e da musicisti a loro volta duttili e avidi di sempre nuove esperienze.
Gianni Montano per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 15/09/2018
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