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Francesco Cusa 'Vocal Naked Musicians'
Flowers In The Garbage
Improvvisatore Involontario - doppia i (2013)
1. Partogenesi di un'Orchidea 1:55
2. Eventuale Proclamazione di Tiramolla nel Regno del Boing 1:27
3. Meredith Monk va all'Ipermercato 1:59
4. il Cacciatore di Lentiggini 3:33
5. The Marriage of Lady Clorofilla 3:39
6. Il Mezzogiorno della Vedova Cieca 0:32
7. Un Mercoledì da Teddy Reno 0:59
8. La Scatoletta Anfibia 1:09
9. FM 666 1:55
10. Camionetta's Girl 1:21
11. Scolaresca in Gita su Proxima Centauri 1:33
12. Prolasso del Vocalese 1:22
13. il Domatore di Bosoni 3:21
14. il Canto di Montecristo 1:53
15. Latte e Miele in insalata di Porco 4:12
16. Ulisse e le Sirene. Scioglimento dei Legacci. Fine del Mito. 3:45
17. Sideral Song 3:39
Francesco Cusa - conductor Manuel Attanasio - voice Gaia Mattiuzzi - voice Alessia Obino - voice Marta Raviglia - voice Cristina Renzetti - voice Vincenzo Vasi - voice Cristina Zavalloni - voice
Il concetto di conduction è legato strettamente al modo di dirigere l'orchestra
proprio di Butch Morris; con questo termine si intende significare una sorta
di improvvisazione guidata dal gesto del direttore: non esistono partiture, né accordi
fissati in precedenza. Si procede a braccio, in maniera estemporanea, seguendo le
indicazioni mimiche o sceniche del bandleader. Francesco Cusa si lancia in
questa sfida, decisamente rischiosa a priori, per i molti elementi di incertezza
e di casualità legati a questa pratica operativa, radunando otto voci italiane fra
le più accreditate del canto di ricerca, fra il jazz e altri generi musicali, colti
o popolari. Malgrado lo spiegamento di forze in campo, la musica non decolla e si
rimane spiazzati di fronte a un profluvio di invenzioni e di citazioni che spuntano
apparentemente senza un collegamento necessario. Alcune tracce sono brevi schegge
inferiori al minuto, mentre il brano più consistente supera di poco i quattro minuti.
Nel disco si sentono recitativi improbabili, vocalizzi spinti verso l'alto fino
alla nota impossibile, fraseggi in stile
Bobby McFerrin della componente maschile per costruire un ritmo su cui
poi volteggino le interpreti femminili. Si procede fra lamenti, sospiri di piacere
e sberleffi assatanati. Si ascoltano folate di suono dal piano al mezzo forte di
cori volutamente sguaiati o impostati a regola d'arte. Si registrano canoni messi
su in maniera ancora una volta improvvisata e contrasti fra grugniti, rumorismo
e limpidi arabeschi vocali tipici del canto lirico. C'è posto per citazioni pop
con la beatlesiana Yesterday e folk per mezzo di "Quel mazzolin di fiori"....Per aggiungere
sapori al già speziato menù, vengono ricordati slogan pubblicitari (il tonno insuperabile)
o ci si sofferma su un verso ripetuto diverse volte per ottenere l'effetto dello
straniamento. E proprio la decontestualizzazione o la contestualizzazione sono due
punti di appoggio certi per Francesco Cusa che, sicuramente, si è divertito
molto in questa situazione. Peccato che il divertimento, intellettuale fin che si
vuole, resti dalla parte di chi produce la musica e non arrivi a chi la fruisce
Per completare l'opera, inoltre, il maestro di cerimonia ha usato il nonsense, l'ironia
o si è rifugiato nel surreale per affibbiare i titoli ai vari brani. Così si può
rimanere rapiti da "Il canto di Montecristo" o gustare il "Latte e miele in insalata
di porco" o sognare di trascorrere " Un mercoledì da Teddy Reno" e chi ne ha più
ne metta (o ne tolga).
Dopo tante prove di valore questa volta il batterista e compositore, anima di Improvvisatore
Involontario, non riesce ad essere convincente, malgrado il potenziale di una formazione
di ottimo livello al suo fianco. Si ha l'impressione, in sintesi, che il conduttore
si sia perso in tante diverse ispirazioni senza giungere a coordinarle in un'opera
dotata di una sua evidente logica interna.
Gianni Montano per Jazitalia
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Data pubblicazione: 06/04/2014
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