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Skinshout & Xabier Iriondo
Altai
Improvvisatore Involontario (2011)
1. Fuga da Venezia
2. Verso Salonicco
3. Il mercato di Salonicco
4. Le mura di Costantinopoli
5. I tre venti che flagellano Costantinopoli
6. Altai
7. Arrivo a Famagosta
8. Il Bombardiere di Famagosta
9. La battaglia di Lepanto (schieramento delle navi)
10. La battaglia di Lepanto (galleggiamento di uomini vivi e morti e di detriti)
Tutti i brani sono di Gaia Mattiuzzi, Francesco Cusa, Xabier
Iriondo.
Gaia Mattiuzzi - voce
Francesco Cusa - percussioni, elettroniche
Xabier Iriondo - taisho koto, mehai metak
Un disco di soli ventidue minuti e, pur nella sua brevità, decisamente inquietante.
Ne sono protagonisti il duo "Skinshout" con la cantante, ma la definizione
è da prendere con tutta la necessaria cautela, Gaia Mattiuzzi e il batterista
e manipolatore elettronico, in diversi frangenti, Francesco Cusa, uno che
non si tira indietro quando c'è da andare oltre determinati confini stilistici.
Ospite della coppia è l'inventore di strumenti o il ricercatore di mezzi inusitati,
o perlomeno inconsueti per fare musica, Xabier Iriondo, già collaboratore
di un gruppo pop "intellettuale" come gli Afterhours. Per completare o per introdurre
l'opera, c'è da segnalare che l'album si pone come una sorta di colonna sonora per
un libro visionario e storico, come ambientazione, del collettivo "Wu Ming", punto
di riferimento per la letteratura contemporanea di tendenza. Con tutta questa carne
al fuoco il rischio era inevitabilmente quello di bruciarsi. In realtà i tre artisti
riescono a rimanere indenni e a non provocarsi ustioni invalidanti, vista la situazione,
producendo una musica assolutamente anticonvenzionale, ma coerente rispetto alle
premesse indicate.
Nel disco si alternano quadri di diversa provenienza, estrazione e riferimento
all'interno dei dieci brani. La voce della Mattiuzzi è un vocalizzo esasperato,
fra accenti di sapore mediorientale, la tradizione operistica visibilmente maltrattata
e tradita, l'esplicitazione di stilemi tipici della musica contemporanea. Le percussioni
riempiono uno spazio ampio. Non c'è posto per il silenzio. Cusa con i suoi interventi
contribuisce a trasferire gli altri due partners, in momenti successivi, nell'etno-folk
immaginario, in una sorta di pop quasi regolare, fortemente scandito, in un paesaggio
determinato da un muro di percussioni dissennate e dissonanti. Xabier Iriobo garantisce
un apporto rumoristico disinvolto e conseguente, o introduce qualche elemento melodico
(addirittura!), ma anche qui ci vuole coraggio e mente sgombra per coglierlo.
A conti fatti, malgrado un intellettualismo di fondo un po' troppo insistito,
"Altai" ribadisce la linea editoriale di un'etichetta, l'Improvvisatore Involontario,
che fa dello spiazzamento, della sorpresa, dell'inaudibile o dell'udibile con una
notevole dose di disponibilità, un punto fermo nell'estetica e/o nell'opzione etica
della pubblicazione.
Gianni Montano per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 23/12/2012
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