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Costanza Alegiani
Fair is Foul and Foul is Fair
Improvvisatore Involontario (2014)
1. So foul and fair a day I have not seen (improvisation I)
2. Fair is Foul and Foul is Fair (C. Alegiani)
3. Alas poor country. A messenger (C. Alegiani)
4. Alas poor country. Refugees (G.Verdi)
5. Intermezzo (improvisation II)
6. Desdemona's Dream (C. Alegiani)
7. Let me live tonight (improvisation III)
8. An old song (English folk song)
9. Willow song. Desdemona, in her room (G.Verdi)
10. Chi è quell'uomo che può tenere in pugno il suo destino? (improvisation IV)
Costanza Alegiani - voce Jan Daelman - flauto Thijs Troch - pianoforte Ben De Greef - sax alto Thomas Jillings - sax tenore Daniele Cappucci - contrabbasso Armando Luongo - batteria
Nella storia della musica italiana sono rari gli album concettuali,
concepiti come opere d'arte che sappiano unire generi musicali diversi, la poesia,
l'arte, il teatro. Ci riesce egregiamente la giovane e talentuosa Costanza Alegiani
- artista schiva dei palcoscenici rumorosi, e impegnata nel suo raffinato percorso
che spazia dal jazz al teatro, dall'opera, al cinema, alla poesia -, che con
Fair is Foul and Foul is Fair, regala al pubblico un affascinante affresco di
note liriche, jazz e folk, suggestioni caravaggesche, echi verdiani poesia di Shakespeare.
Un album apparentabile a una pièce teatrale, tante sono le immagini che evoca,
al punto da dipingere un intera scenografia davanti all'ascoltatore; ma anche perché
contiene un messaggio dal profondo valore civile, che nei secoli ha accomunato autori
quali Sofocle, lo stesso Shakespeare, meno evidentemente Alfred Jarry, sino a Bertolt
Brecht e Harold Pinter. La raffinata sanguigna giovanile caravaggesca, scelta per
la copertina e le immagini del libretto, ci suggerisce visivamente l'idea di un
aspro autunno leggendario, fra le nebbie del tempo e delle foreste incantate della
Gran Bretagna di Shakespeare, così come quelle metaforiche dell'Europa della Controriforma,
quando la Chiesa invocava le streghe per difendere potere e privilegi. Concetto
cardine dell'album, l'utilizzo del libero arbitrio per compiere le scelte più opportune,
e mitigare il destino che incombe. Libertà di scelta che nel Seicento controriformato
era condizione per pochi, e fra quei pochi ci fu appunto quel Michelangelo Merisi
da Caravaggio che in una vita eccentrica e tormentata produsse capolavori immortali.
E tormentata e sottilmente angosciosa è l'atmosfera di questo album caleidoscopico,
che attraversa atmosfere romantiche, momenti di jazz classico, richiami alla lirica,
per una linea melodica sussurrata: fiati che evocano lo stormire del vento, lo scorrere
dei pensieri. Un timbro cromatico oscuro sottende alle partiture, che evocano boschi
violacei nell'ultimo crepuscolo, sottili nebbie settentrionali, rugiade mattutine,
grazie soprattutto ai sommessi e "tremolanti" fiati, cui si accosta uno sparuto
ma suggestivo pianoforte, come accade ad esempio nell'intro So foul and fair
a day I have not seen, giocata sull'improvvisazione, o in Fair is Foul and
Foul is Fair, brano cadenzato imperniato su un pianoforte appena honky tonk,
e un contrabbasso nel più puro stile dello swing. Ancora un delicato pianoforte
apre Desdemona's dream, su cui s'innesta la voce di Alegiani; struggente
brano d'amore, d'atmosfera gotica, che suggerisce la sontuosità di una tela preraffaellita,
una fredda lapide tombale. La voce di Costanza Alegiani è delicata come quella di
una fata irlandese, spirito dei boschi e delle sorgenti, e s'innesta sull'album
come la carezza del vento nella brughiera.
Shakespeare e Verdi s'incontrano attraverso i loro personaggi Macbeth e Desdemona,
due modi diversi di affrontare e accettare il proprio destino.
Fair is Foul and Foul is Fair è un'opera raffinata, potente e delicata insieme,
che unisce la poesia del Bardo alla tradizione lirica italiana, e che sembra essere
il punto d'incontro di forze differenti, esattamente come le influenze cui ogni
individuo è sottoposto nella sua esistenza, che, se ben penetrate e utilizzate,
danno senso e forma compiuta alla vita stessa.
Niccolò Lucarelli per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 03/01/2016
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