Giorgio Distante
R.A.V.
Improvvisatore Involontario (2013)
1. Dropps
2. 1.1.1
3. Orfeo
4. Anelo
5. Anuf
6. Fijh
7. R.A.V.
8. Cobelligeranza
9. Rosso A
10. Phlox
Giorgio Distante - trumpet / programmings
/ electronics / samples / field recordings
Valerio Daniele - guitars / hog / mandolin - effects on tracks
1 / 3 / 4 / 6 / 9 / 10
Redi Hasa - cello on tracks 5 / 6 / 7
Roberta Mazzotta - violin on track 6
Giorgio Vendola - double bass on track 5
Giorgio Distante esordisce con il suo primo disco da leader, in cui è
protagonista quasi assoluto. Oltre a comporre i brani, infatti, suona la tromba,
allestisce dei fondali elettronici, prepara stordenti basi percussive programmate
al computer. Gli altri musicisti ospiti, fondamentalmente, sono utilizzati per aggiungere
una coloritura timbrica in diversi frangenti ad un disegno complessivo ben definito
nella testa, nelle intenzioni del musicista di Cisternino.
Nel cd compaiono Giorgio Vendola, al contrabbasso, il violoncellista Redi Hasa
e la violinista Roberta Mazzotta in alcune tracce. Il loro contributo si mescola
nel calderone cibernetico.
Si fa una certa fatica a distinguere i loro interventi. Tanto che si ascolta più
distintamente una parvenza di sequenza con gli archi in "Cobelligeranza", dove peraltro
non è citata la loro presenza. Anche il chitarrista e non solo Valerio Daniele spunta
fuori con un brevissimo intermezzo acustico, in "Rosso A", mentre per il resto viene
utilizzato per gli effetti concettualmente speciali.
Il background ritmico è piuttosto uniforme e ossessivo, in stile techno o house
music. Su questo scenario pulsante e increspato si librano i soli di una tromba
lirica con il suono naturale dell'ottone in bella evidenza o acida, con filtri e
manipolazioni varie a modificare, senza alterarlo, il timbro dello strumento. In
un certo senso in questo cd Distante ha voluto concentrare la sua passione per il
jazz rock di Miles Davis e l'elettronica, spostando il tutto in un contesto ritmico
contemporaneo, ancor più teso e tirato, come a un "rave party" di genere sofisticato.
In conclusione "R.A.V." è un prodotto meno spinto verso l'ostico o il rumoristico,
rispetto al target corrente della meritoria "Improvvisatore involontario", ma non
convince appieno. Si sentono frasi melodiche prive di ornamenti, ma di un certo
spessore, soggiogate da un sottofondo ritmico insistente e pervasivo, che impoverisce
le buone idee e le intuizioni pur presenti nelle composizioni del trombettista.
Gianni Montano per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 09/06/2013
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