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Vince Abbracciante
Terranima
dodicilune (2019)
1. Saltarelli in Dodicilune
2. Impressioni di Puglia
3. Fantasia Terranima
4. Requiem per un ulivo
5. Fuga a Sud
6. Choro 5
7. Genipabu
8. La Borsini
9. Serenata del canto e dell'incanto
Vince Abbracciante - fisarmonica Gabriele Mirabassi - clarinetto Aldo Di Caterino - flauto Ncola Puntillo - clarinetto basso Giuseppe Smaldino - corno, conchiglie Nando Di Modugno - chitarra Giorgio Vendola - contrabbasso Pino Basile - percussioni
Alkemia Quartet:
Marcello De Francesco - violino Leo Gadaleta - violino Alfonso Mastrapasqua - viola Giovanni Astorino - violoncello
La fisarmonica: ovvero lo strumento che, ancora oggi, fatica
a far parte del mondo jazzistico, troppo preso a occhieggiare verso gli Stati Uniti
e alla muscolosa musica proveniente da oltreoceano. Qui – per fortuna – non si vedono
muscoli anabolizzati, ma sicuramente fisici ben levigati dalla dieta (leggasi, tradizione)
mediterranea. Si ascoltano brani carichi di lirismo, di storia vera e burrascosa.
Abbracciante è un maestro della fisarmonica e riesce a tirar fuori le parole che
mancano alla musica: è uno spirito letterario, per quanto riesce a esprimere con
uno strumento faticoso. La partenza è quella doc, con il saltarello che assume fattezze
di furiosa improvvisazione (chi ha detto che le due cose non possano coesistere?),
con i volumi in altalena e il gustosissimo assolo di contrabbasso di Vendola a far
da spartiacque, mentre il tamburello magistralmente percosso da Basile detta i ritmi
giusti ("Saltarello in Dodicilune"). Mentre apre con dimensioni classiche,
sinfoniche "Impressioni di Puglia" con clarinetto e flauto a sostenere un
ritmo che si fa incalzante e gioioso. Abbracciante scarta la noia con abilità e
porta per mano l'ascoltatore in mezzo mondo e nella storia della musica: prima con
le note arrembanti di "Fantasia Terranima", che chiude nello stesso scrigno
la musica classica e il folclore italico-mediterraneo. Cambio di rotta con "
Requiem per un ulivo", argentato di un lirismo che gli archi bellamente accentuano,
prima di lasciare campo ai registri alti della fisarmonica del leader. L'intro delle
corde sapientemente toccate da Di Modugno, fissano le marcate linee melodiche cantate
con grande maestria dal clarinetto di Mirabassi, per poi essere avvicinate e coinvolte
dalla coralità espressiva del brano ("Fuga a Sud"); brano bifronte, visto
l'elegante cambio metrico, opportunamente studiato che lancia il dialogo tra Abbracciante
e Mirabassi: bello e coinvolgente. C'è tempo per fare un salto nel Brasile della
musica popolare non oltraggiata e imbolsita, con "Choro 5". Non sorprendano
le asperità acustiche che aprono "Genipabu", perché sono solo l'overture
di un brano che ci fa girare sempre dalle parti dell'America Latina, con l'assolo
limpido, preciso e tornito di Di Caterino, che padroneggia il flauto. "La borsini"
ci regala spezzoni francesi, colti e impressionistici grazie al duettare di Mirabassi
e Abbracciante. Le carezzevoli note di "Serenata del canto e dell'incanto",
tra gli arpeggi dorati di Di Modugno, il clarinetto soave di Mirabassi e le frecciate
della fisarmonica, con il sostegno del quartetto d'archi, chiudono un album che
ci fa viaggiare e sognare.
Alceste Ayroldi per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 06/10/2019
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