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Enrico Blatti
Espresso 443
Egea Edizioni Discografiche 2011 Egea Sca136
1. Taranta
2. Ninna nanna
3. InterRail
4. Zakynthos
5. Tano del Sud
6. Caro Nino
7. Rossy's Theme
8. Radio Tirana
Pietro Tonolo
- sax soprano, tenore
Gabriele Mirabassi - clarinetto Sib
Ettore Pellegrino - violino
Mario Stefano Pietrodarchi - fisarmonica
Maurizio Luciani - contrabbasso
Elena Trovato - arpa
Pietro Pompeo - percussioni
Enrico Blatti - musica e arrangiamenti
EGEA Records & Distribution
C.so Mazzini, 12
12037 SALUZZO (CN)
Tel. +39 0175 217323
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E' sempre più sottile il divario tra la musica classica ed il jazz. Al contrario
di quanto affermano i talebani dell'uno e dell'altro genere, le due Musiche sono
sempre più vicine, si abbracciano e si accarezzano per mano di musicisti di entrambe
le appartenenze. Un tempo si poteva parlare di esperimenti, di rivisitazioni, oppure
utilizzando un termine più virale (da virus) che musicale, di contaminazioni; oggi
vieppiù legati in un unico afflato, suoni che si amalgamano perfettamente come nel
caso di "Espresso 443" del compositore Enrico Blatti, licenziato dall'Egea Records,
etichetta particolarmente esperta e attenta in tale ambito. Enrico Blatti, classe
1969, ha un brand chiaramente classico: diploma in clarinetto, in composizione
e strumentazione per banda, musica corale e direzione di coro, oltre i diplomi di
I e II livello di composizione. Ma come qualsiasi artista dotato di opportuna sensibilità,
non si chiude a riccio nella Masada del classicismo, ed invece orecchia quanto di
bello e buono la musica offre; in particolare ad infatuarsi del jazz e della musica
sudamericana che lo ha portato a collaborare con musicisti del calibro di Richard
Galliano, Marcelo Nisinman, Fernando Suarez Paz, Lee Konitz, Amij Stewart, Cheryl
Porter e registrare per la Tactus Fugit, con la Blue Chamber Orchestra, un Cd dedicato
ad Astor Piazzolla.
Il treno immaginario di Blatti si muove su degli appunti di viaggi (forse) che hanno
nutrito la sua musica. Un disco fuori dagli schemi, visto che il leader non suona,
non tocca alcun strumento, ma guida il consistente ensemble in ambiti sempre diversi,
ricchi di fascino e mai scontati. L'autore riesce ad amalgamare gli strumenti con
rara maestria, così come i suoni che parlano il dialetto del tango spolverato di
salentino, del vernacolo meridionale, scosso dalle folate vermiglie di Pietro Tonolo
("Taranta"). La fisarmonica di Pietrodarchi sprigiona un'intensità espressiva
ricca di sfumature e di sottintesi che si intersecano con le corde di Maurizio Luciani
ed Ettore Pellegrino, abilmente limpidi nel sottolineare le linee armoniche, di
bell'aspetto, disegnate da Gabriele Mirabassi ("Ninna nanna"). Cambia la metrica
in "InterRail", con le assonanze ferrose del treno create dalle spazzole di
Pietro Pompeo che rimarcano il lavoro di cesello e glissato di Tonolo e Mirabassi.
Schiude verso il romanticismo più popolare, mai melenso o manieristico, l'arpa dell'eccellente
Elena Trovato che colora al meglio "Zakynthos", che corre su un altalena di
metri e volume. "Tano del Sud" racchiude in uno scrigno tutto lo scibile dell'occidente:
dalla musica da camera alle colonne sonore d'autore, con un occhio verso Gardel,
ed il tenore di Tonolo che rinverdisce la migliore tradizione improvvisativa.
Chapeau a Nino Rota in "Caro Nino", che accarezza il profondo senso per
la melodia e il giusto peso della nota del celebre compositore milanese. "Rossy's Theme", prima e "Radio Tirana", poi accentano il gran senso della musica,
del ritmo e del gusto di suonare assieme che il lavoro di Enrico Blatti sprigiona.
Da ogni singola nota.
Alceste Ayroldi per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 26/01/2012
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