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Rino Arbore Quartet
Suggestions From Space
No Flight Records (2012)
1. Suggestions From Space
2. World Effect
3. Slapstick
4. Sognefjord
5. Oopart
6. Now Miles
7. The Dance Of Whales
8. Another Way For Love
Rino Arbore - chitarra
Roy Nikolaisen - tromba e flicorno
Giorgio Vendola - contrabbasso
Gianlivio Liberti
- batteria
Giusto per confermare che il jazz non si è chiuso in una scatola, i musicisti
italiani fanno vedere di cosa sono capaci, anche senza tenere in mano il pastorale
del Mediterraneo o il bordonale del mainstream simil-americano.
Rino Arbore ha preparato una stanza piena di note nuove, di marca tanto
nordica, quanto underground. Certo è che, da nessun parte, traspaiono i suoi
natali e il suo vissuto pugliese.
Suggestion From Space è scritto e suonato nella roccia, ruvido quanto
basta nelle sfumature e nei glissando della chitarra del leader, capace di creare
atmosfere crepuscolari in combine con il sontuoso periodare di Giorgio Vendola ("Suggestion
From Space", "World Effect"). Lascia caracollare lo swing lanciando la
tromba sferzante e ricca di arpeggi di Roy Nikolaisen ("Slapstick") che si
abbatte sul puntuale continuum di
Gianlivio
Liberti, capace di soluzioni ritmiche sempre nuove. Genera una ballad
tale solo in apparenza ("Sognefjord") per via del tessuto inconsueto su cui
si muove e per le trame che si aprono e si chiudono tra le pastose note di Vendola
e le spazzole di Liberti, mentre Nikolaisen e il leader ricamano a puntino e l'uno
contrappunta l'altro.
Arbore ha un profondo senso della narrazione e, grazie al perfetto interplay con
i suoi sodali, riesce a raccontare con voce ferma e risoluta, la sua ricerca sui
suoni, dosando il volume della sua chitarra, sempre di schiena, ma sempre udibile
e imprescindibile ("Oopart", "Now Miles"). Non è un leader che soffoca:
semmai il contrario, ma pennella e distilla i suoi suoni amalgamandoli, anzi immergendoli
ora nella tromba di Nikolaisen, ora spalleggiando la ritmica.
Senza dubbio un lavoro che profuma di fresco, ben pensato, che riesce ad essere
strutturalmente complesso e al contempo d'immediata fruibilità: doti che pochi dischi
possono fregiarsi di avere.
Alceste Ayroldi per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 20/01/2013
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