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Trio Cappelletti - Massaria - Maneri
The Edge Of Becoming
No Flight Records (2011)
1. The edge of becoming
2. Eteronimi
3. Tanghedia
4. Isafyordue
5. Between B. and B.
6. Olhos de gato & Batterie
Arrigo Cappelletti -
pianoforte
Andrea Massaria - chitarra
Mat Maneri - viola
La prima definizione che viene in mente ascoltando questo disco è quella di "camerismo
free". Il trio è abbastanza anomalo nel panorama jazzistico attuale, piano più chitarra
e viola e produce una musica aerea, volatile, allo stesso tempo concreta e ancorata
ad una certa tradizione dell'avanguardia bianca. Arrigo Cappelletti non misconosce,
infatti, la sua ammirazione e la sua "discendenza" dall'estetica di Paul Bley. Qui,
oltre ai riferimenti al milieu del pianista canadese, si avvertono collegamenti
al tardoromanticismo e di converso ad una serie di musicisti più o meno attuali
che oscillano fra la musica afroamericana e quella colta.
Non ci sono sicurezze, schemi fissi
su cui l'ascoltatore può appoggiarsi, trovare appigli certi, in queste tracce. Gli
scenari si modificano continuamente all'interno dei singoli brani, presentando aspetti
sempre cangianti, mutando le coordinate espressive con salti stilistici, pause e
accelerazioni, attraverso cambi di tempo e di atmosfera. Si assiste ad una serie
di micro o macro-variazioni, che non vanno a scalfire una costante nella peculiarità
del suono e delle dinamiche complessive. Non c'è uniformità nella musica, ma c'è
coerenza nel metodo e nella strategia esecutiva.
I tre protagonisti seguono una strada concordata, ma per mezzo di un'improvvisazione
programmata e delineata nei suoi caratteri, ci raccontano tanto della loro storia
e dei loro percorsi precedenti, in parallelo o in convergenza.
Arrigo Cappelletti interviene con un pianismo costruttivo, lavorando
in maniera volutamente ambigua sulle armonie dei brani, elaborando una sorta di
struttura aperta su cui possono incunearsi le voci dei due partner.
Mat Maneri, espone il tema in solitario o più spesso all'unisono
con il pianoforte. Quando prende gli assoli esce fuori un'anima blues, ma metabolizzata
in un linguaggio avanzato che quasi la nasconde, perchè comprende altri tipi di
elementi e di referenze. E' una gloria dell'avanguardia newyorkese e ribadisce la
sua versatilità e il suo codice identificativo anche in questo contesto
Andrea Massaria
è una vera sorpresa. La sua chitarra elettrica si destreggia in un campionario di
suoni lunghi, lievemente o corposamente distorti, non in senso rockeggiante e in
un fraseggio secco e diseguale. In un certo senso il chitarrista si posiziona come
"terzo incomodo", portando una sfasatura elettrica o tecnologica in un dialogo,
molto alla lontana, "accademico" fra i due strumenti acustici. La sua cifra stilistica
è decisamente personale. E' riuscito ad arrivare a questo livello dopo una carriera
"spesa" anche in gruppi mainstream, come ulteriore maturazione.
E' particolarmente raccomandabile "Tanghedia", segnata da un contrappunto fra piano
e viola, dove si respira poco jazz, se non per la pronuncia dei due musicisti. Non
c'è da dolersi, però, per questo.
E' decisamente alternativo al resto del disco "Isafyordur",
segnato da un tema semplice, solare che gira su sé stesso ed è impreziosito da un
solo di suoni "trattati", di raro appeal, di
Andrea Massaria.
Con questo cd, infine, inciso dal vivo a Iseo, Cappelletti conferma
la sua preferenza per una musica severa, ben organizzata, dove i confini fra composizione
e improvvisazione quasi non esistono. Da questa scelta di fondo e dall'abilità nel
saperla gestire al meglio, scaturisce la bellezza di questo disco.
Gianni Montano per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 16/08/2012
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