Simone Sassu
Emoticons
Improvvisatore Involontario (2013)
1) Intro (S. Sassu) 2) John Cage's Mozart Mix (S. Sassu) Audio-installazione formata da 3 differenti versioni del Requiem di W. A. Mozart montate in sincrono 3) Open String quartet #2 (S. Sassu)
KAREL QUARTET Alessio De Vita - violino Francesco Pilia - violino Marco Fois - viola Gianluca Pischedda - violoncello
4) Carolan's Ramble to Cashel (T. O'Carolan – Irish trad.)
Nico Casu - tromba Lorenzo Sabattini - basso Simone Sassu - pianoforte Paolo Zuddas - batteria
5) Zap piano (S. Sassu) – Includes: a) The Uncle Meat prepared piano variations b) Raptus n.2 c) Attanasius incipit d) Polveri sottili e) Minuetto in Sol minore (J.S.Bach)
Simone Sassu - pianoforte, pianoforte prep.
a) e b) Alessandro Carta - preparazione pf. in tempo reale
6) Cassamica (S. Sassu) 7) In a landscape (J. Cage) Simone Sassu - pianoforte
8) Casamatta (A. Carta/S. Sassu) Alessandra Luzzu - voce Simone Sassu - tastiere
9) Sousta (Cyprus trad.) Nico Casu - tromba Simone Sassu - piano el./ sintetizzatori Lorenzo Sabattini - basso Paolo Zuddas - batteria
10) Ancora ancora ancora (C. Malgioglio/G.P. Felisatti)
Simone Sassu - pianoforte prep. Alessandro Carta - preparazione pf. in tempo reale Gianni Piras - voce, chitarra, considerazioni sulla forma-canzone
11) Playing Ex-Q (S. Sassu) Antonio Ledda, Alessio Enea Carta, Carlo Ciuti, Stefano Campus –
percussioni, fiati
12) Electro Mixkeed (S. Sassu) Manuel Attanasio - voce, live electronics Simone Sassu - pianoforte, sintetizzatori Roberto Schirru - batteria, live electronics
13) XIII Century Dance (trad.) Nico Casu - tromba Simone Sassu - piano el./ sintetizzatori Lorenzo Sabattini - basso Paolo Zuddas - batteria Raffaele Musio - cabasa, chitarre, bouzuki
14) Canzone per l'Ostato (A. Carta) NASODOBLE:
Alessandro Carta - voce Peppino Anfossi - violino Andrea Fanciulli - chitarre Simone Sassu - pianoforte/sintetizzatori Alessandro Zolo - basso Carlo Sezzi - batteria
15) Epinicio postumo per Karl Wallenda (S. Sassu) Simone Sassu - pianoforte Raffaele Musio - Ashbory bass
Le emoticons sono quelle faccine spiritose inserite a illustrare meglio il significato
di un messaggio, a visualizzare lo stato d'animo, l'emozione di chi comunica. Sono
sovrautilizzate nella posta elettronica e negli sms. Simone Sassu prende in prestito
questo termine per intitolare così il suo nuovo album, inciso per Improvvisatore
Involontario. Per rimanere coerente con il suo programma di lavoro nella cover compare
un'emoticon di colore cangiante accanto ad ognuna delle quindici tracce del cd.
E anche per l'ascoltatore ci sono motivi per rallegrarsi e altri in cui il visetto
rotondo stilizzato, disegnato con espressione perlomeno perplessa, rende bene l'effetto
contrastante di determinati brani. Si parte con una "Intro" in cui si alternano
rumori ambientali e accenni di considerazioni sulla musica contemporanea troncati
sul nascere. "John Cage's Mozart mix "è, invece, un miscuglio di alcune versioni
del requiem di Mozart, riprodotte simultaneamente. "Open string quartet"
somiglia parecchio ad analoghe composizioni per archi di John Zorn, spinte
sull'atonale, ma anche qui non mancano disturbi sonori impropri sullo sfondo per
completare l'opera. In "Carolan's ramble to cashel", si cambia registro.
E' una melodia tradizionale irlandese, resa con tutti i crismi da un quartetto jazz
regolare. Si svolta l'angolo e "Zap piano" presenta scenari differenti a
causa, apparentemente, di una mano che gira la manopola della sintonia di una radio
alla ricerca insoddisfatta di un canale da sentire. C'è spazio qui, accanto a tante
voci in opposizione, per un bel solo ispirato del pianista e per un finale classico
con un brandello significativo del minuetto in sol minore di Bach. "Cassamica"
è un flash di varie frequenze radio che si scontrano. "In a landscape"
è un intermezzo intimo, lirico, di John Cage. Deliziosamente imprevedibile.
"Casamatta" gioca sull'esecuzione di un pezzo in stile anni trenta, posto
in secondo piano e osteggiato da una sequenza di intralci acustici molestanti. "Sousta
"è un pezzo di origine cipriota con inflessioni mediterranee e arabeggianti
reso con una pronuncia jazzistica. "Ancora ancora ancora" è costituito dalla ripresa
di una famosa hit di Mina, massacrata dall'esposizione di strampalate teorie sulla
sacralità della forma canzone da parte di Gianni Piras e dalla suoneria di un telefono
assolutamente fuori luogo, come lo sbattere di porte o il rombo di una moto sul
finale. "Playing" ci conduce tiepidamente nell'ambito della musica elettronica,
mentre in "Electro Mixkeed" ci siamo dentro fino al collo con un ritmo fortemente
marcato e un pianoforte scorrevolmente liquido che sbuca dagli sbarramenti cyberpunk.
"XII century dance" ha il gusto retro di un brano jazz rock degli anni Settanta,
con quel sintetizzatore a fendere l'aria e tutta la band a tirare avanti il pezzo
con le unghie e con i denti. "Canzone per l'ostato" è di nuovo connotata da infissi
che cigolano e sbattono, da un ritmo rock che si affaccia e viene in piena luce,
con la proposta di una frase tante volte ripetuta in un contesto di cui è arduo
cogliere il senso. Chiude alla grande il leader del progetto con "Epimicio postumo
per Karl Wallenda", in cui dimostra di amare pure le atmosfere sommesse e delicate.
Simone Sassu ha, forse, pensato di dispiegare tutte le sue passioni in questo disco.
Ha voluto con sé i suoi amici musicisti. Ha buttato dentro musica elettronica, jazz,
rumorismi vari, ambient, tutto in piccole quantità, fino a costruire un mosaico
diseguale, non proprio coerente. Non sempre è riuscito a equilibrare gli ingredienti,
alternando buone trovate a cadute di tono e di stile. La sua musica, ad ogni modo,
prende da tante fonti, ma non somiglia complessivamente a nessuna. Questa è sicuramente
un pregio per un debutto così coraggiosamente sfacciato.
Gianni Montano per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 28/04/2014
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