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Alessia Obino
Echoes
Caligola 2009
1. Strollin'
2. Midnightmare
3. Changing melody
4. Echoes
5. Stone
6. Love for sale
7. Lasting dream
8. A ilha onde tudo començou
Alessia Obino - voce
Luigi Vitale
- vibrafono
Daniele Santimonie - chitarra Elettrica
Alessandro Fedrigo - basso
Gianni Bertoncini - batteria in 3
Carlo Carnevali - batteria in 1
Un ambiente sonoro insolito, diafano e allo stesso tempo un po' scontroso, contrassegnato
da un vibrafono ed una chitarra "straniata " (la definizione viene dalle belle note
di copertina di
Maria Pia De Vito). Una calda vocalità jazzistica, priva di virtuosismi
eccessivi ma capace di tenere sempre all'erta l'orecchio e il cuore dell'ascoltatore.
Un repertorio originale con testi anch' essi insoliti. Tutto questi elementi riempiono
quest'ottimo Echoes, disco d'esordio da leader di Alessia Obino.
Saccheggiando ancora dalle note di copertina (Arrigo Polillo affermava che i
musicisti sono i peggiori critici immaginabili ma questo divertente aforisma non
pare proprio adattarsi alla DeVito, che oltretutto scrive molto bene) possiamo affermare
che " Il lavoro di Alessia rientra nella categoria di chi il jazz e i suoi grandi
modelli (penso a Mingus, Porter, Monk, Ella e Betty Carter, Anita ‘O Day e forse
Joni Mitchell) li ha conosciuti, amati e poi assimilati; è una cantante ed autrice
che sta provando a trasformarli in carne e tendini della sua musica, anziché gabbia.".
In altre parole Echoes è un lavoro personalissimo, non banale, di presa
iniziale non immediata, ma che cattura lentamente, ascolto dopo ascolto. Quello
che colpisce nella vocalità della Obino è una certa drammaticità "teatrale", una
capacità di "cantattrice" che emerge moltissimo, ad esempio, in brani come
Stone. La Obino riesce in ogni modo sempre a tenere alta la tensione emotiva
delle sue interpretazioni, senza mai scadere nella leziosità, nel minimalismo sentimentale:
nemmeno nell'ottava traccia, nella quale la saudade brasiliana, è delicatamente
abrasa dai distaccati commenti della chitarra.
Fra gli otto brani sono da segnalare, oltre alla già citata, una bellissima rilettura
della mingusiana Strollin e l'affascinante Echoes.
Un bel disco, permeato da una ricerca autentica di una propria strada. Merce
rara oggi.
Marco Buttafuoco per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 17/10/2010
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