|
Alessandro Fedrigo
Secondo Solitario
Nusica.org (2018)
1. Nel vuoto
2. Marziana
3. Felita
4. Hypersteps
5. Improvvisazione n.4
6. Futuritmi
7. Obscurio
8. Nautilus
9. Improvvisazione n.5
10. Hans
11. Due lune
Alessandro Fedrigo - basso acustico
E' la tredicesima uscita per la casa discografica veneta, frutto
di un lavoro collettivo di alcuni tra i più interessanti musicisti del panorama
musicale nazionale. L'avventura discografica di Alessandro Fedrigo, invece,
è iniziata lungo tempo orsono (oramai), perché risale alla metà degli anni Novanta.
E di acqua sotto i ponti del musicista veneto ne è passata in abbondanza: tutta,
però, sotto un unico denominatore, quello della ricerca musicale, dei suoni, per
dare un bel calcio alla banalità. Il consolidato sodalizio XY Quartet ha dato eccellenti
risultati, così come il duo con Roberto Gemo e l'ensemble di
Luigi Vitale,
fino ad arrivare al recentissimo Ar-Men Trio (con Gemo e Max Trabucco alla batteria).
Qui Fedrigo ripercorre quella stretta e sinuosa via già intrapresa nel 2011 con
" Solitario": una strada fatta di tagliole aguzze, che spinge l'ancora inconsapevole
– e futuro – ascoltatore ad aspettarsi un disco dal gusto già passato e riverito.
Bene, se questo è la tentazione all'approccio, ci si tenga alla larga da questo
lavoro, perché il bassista e compositore di Treviso ha ordito, ancora una volta,
un disco da far accapponare la pelle: dalle sinistre e meccaniche (industrial) sonorità
"strofinate" di "Nel vuoto", con tanto di abbrivio finale di un treno fantasma
(forse), agli accordi polposi e i sussulti ritmici – con armonie composte – che
mettono in chiaro tutta l'eleganza e la classe del Nostro ("Marziana"); formato
che si ripete, arricchite da sbreghi crepuscolari, in "Felita". Note elaborate,
accordi rimpallanti in "Hypersteps", unico brano apocrifo, che echeggia di
sassofono, tanto quanto il suo compositore (Nicola
Fazzini). A fronte di undici brani, Fedrigo dedica due episodi ad altrettante
improvvisazioni che schiumano avanguardia e gentilizie passioni bassistiche.
In "Obscurio" e " Nautilus", salgono in cattedra due motivi da scena
rock-pop con un lavoro teso e scuro sulle corde che li rende ancor più appetibili.
Si chiude con le pause e le sospensioni cariche di humus fecondo, note luminose
che spianano la strada al futuro di un Terzo Solitario.
Alceste Ayroldi per Jazzitalia
Inserisci un commento
Questa pagina è stata visitata 592 volte
Data pubblicazione: 27/01/2019
|
|