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Massimo Donà Trio
Il Santo Che Vola
Caligola (2016)
1. Al cielo
2. Abendai
3. Contemplando l'amore
4. Arati
5. Cristo resuscitato
6. Mysterium Trinitatis
7. Come un pallone aerostatico
8. Ascesa mistica
9. Tengo freschito
10. Poggiato a niente
11. Volo ma da solo
12. Alla terra
Massimo Donà - tromba, piano, armonica, flauti, richiamo per uccelli, voce Michele Polga - sassofoni tenore, alto e soprano Davide Ragazzoni - batteria e percussioni
Massimo Donà è un professore di filosofia prestato al
jazz o, al contrario, un jazzista prestato agli studi accademici. I suoi dischi
e le sue esibizioni in concerto derivano da precise intenzionalità e si sviluppano
secondo un programma definito, per mezzo di scelte estetiche e contenutistiche mai
scontate. Per Guido Michelone, infatti, "Massimo riesce a coniugare brillantemente
l'attività performativa e il fervore speculativo".
Nella sua carriera artistica Donà ha collaborato con Gaslini, Rava,
Paolo Damiani...e
ha formato gruppi di svariate dimensioni in compagnia, spesso, di musicisti-amici
con cui ha condiviso le sue esperienze. In questo cd, ad esempio, ritroviamo alla
batteria Davide Ragazzoni, una presenza consueta nella discografia del bandleader
veneto. Anche il sassofonista Michele Polga incrocia spesso il suo strumento con
"il filosofo", ormai da parecchi anni.
"Il santo che vola" è sicuramente un cd atipico. Lo si potrebbe definire un concept-album
perchè ruota tutto attorno alla figura di Giuseppe da Copertino, santo venerato
nel Salento, dove ha avuto i natali, ma pure nelle Marche, dove ha trascorso una
parte della sua vita. Questo strano personaggio, la cui peculiarità era la levitazione,
fra storia e leggenda, ha ispirato, tra l'altro, uno degli attori e registi più
istrionici e geniali della scena teatrale del secolo scorso, Carmelo Bene.
L'opera si articola su dodici brani, in cui è preponderante la parte musicale, alternata
a recitativi, espressi quasi sempre dalla voce camuffata, incline ai toni grotteschi,
dell'artista mestrino. La musica ondeggia fra accenti mingusiani (in "Tenco Freschito"
si scopre addirittura una citazione presa pari pari da "Fable of Fabus") ed echi
ornettiani, come in "Volo ma da solo". In altri pezzi si rilevano ascendenze bandistiche,
come in "Mysterium trinitatis ", richiami folklorici, ad esempio in "Al cielo",
parentesi dove entra l'elettronica a raddoppiare il suono della tromba, come in
"Poggiato a niente". L'anima free, che fa capolino in alcuni segmenti, viene fuori
prepotentemente in "Contemplando l'amore". Per il resto del cd si mescolano i diversi
elementi in gioco, mantenendo stabile un'unità stilistica, principio di base dell'intera
operazione.
Donà suona la tromba con un fraseggio debitore dei maestri dell'hard bop. E' efficace
e discorsivo, sia con lo strumento aperto che con la sordina. Nel disco il leader
del trio utilizza pure il pianoforte, l'armonica e il fischio di richiamo per gli
uccelli per aggiungere effetti e colori all'insieme. In certi punti si ascoltano,
inoltre, versi di animali registrati dal vivo sulle montagne bergamasche, ancora
per ambientare il tutto.
Michele Polga suona i suoi sassofoni con piglio ed energia adeguati. Si ispira ai
grandi del bop, ma, quando c'è l'occasione, si apre a sonorità sghembe e dissonanti,
contaminando, così, il suo timbro, nitido e penetrante di regola. Gli unisoni e
il contrappunto con l'altro ottone, poi, sono un volano ideale per introdurre gli
interventi individuali in assolo.
Davide Ragazzoni capta al volo le intuizioni dei partners, o ne anticipa gli intendimenti,
fino a mettere in piedi, in tale maniera, un fondale ritmico movimentato e coerente.
Massimo Donà, in conclusione, riesce nell'impresa di realizzare un disco insolito,
curioso, che levita, si innalza letteralmente su determinate produzioni presenti
sul mercato mancanti di un autentico progetto, in cui l'organicità e l'estro innovatore,
per forza di cose, alla fine latitano.
Gianni Montano per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 07/01/2018
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