"A casciaforte" è il titolo di una canzone napoletana del 1928 (non quindi
di Carosone come si legge nelle note di copertina). Il testo, surreale e tenero,
racconta di un tale che cerca disperatamente una cassaforte dove deve nascondere
alcuni suoi strampalati ricordi: la coda di un cavalluccio, il becco di un pappagallo,
un mozzicone di candela etc.
Graziella Vendramin, cantante, danzatrice ed attrice friulana ha tirato fuori
dal suo scrigno molte delle sue memorie musicali, gran parte delle quali trasmesse
dalla madre napoletana. C'è infatti un po' di tutto in questo disco. Vecchi classici
partenopei, trattati con una lieve patina di modernità, tracce di sperimentalismo
vocale (Tammurriata nera), un paio di pezzi della stessa Vendramin, riletture
jazz del primo Pino Daniele. A dire il vero, per citare il testo della vecchia canzone
del '28 c'è anche qualche corteccia di cacio vecchio, ovvero un paio di cover
di canzoncine pop degli anni 70-80 forse preziose per la protagonista di questo
CD ma, diciamo così, facilmente dimenticabili. Salvo un paio di episodi (La citata
Tammurriata e una divertente, anche se non originalissima Caravan Petrol)
non è un disco molto dedicato all'improvvisazione. La Vendramin, che dichiara nel
booklet i suoi debiti con la grande Norma Winstone, punta più a mettere in
risalto l'emotività dei vari brani che non a rileggerli. Ci riesce spesso, dando
vita ad una performance di musica pop di buon livello, piena di calore e a volte,
come nella sempre bellissima "Voce e notte", di una certa aspra sensualità.
O di delicata eleganza come nella dannunziana "A vucchella". A supportarla
nella sua fatica tre musicisti davvero notevoli, capaci di inventare arrangiamenti
swing come di evocare atmosfere musicali spagnoleggianti o echi di antiche serenate.
Marco Buttafuoco per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 21/11/2009
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