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F.M. 4tet plus Mauro Negri
Dune
Ultrasound (2013)
1. Il Colpo
2. Black Nile
3. 3.Interlude #1
4. Dune
5. Il Piano
6. One Way
7. Breakfast, Dinner, Muffin
8. X
9. Little Twiggy
10. Prospective
11. Interlude #2
12. Well You Needn't
Francesco Minutello - tromba, flicorno, live electronics Mauro Negri - sax tenore Gianpaolo Rinaldi - piano, rhodes Simone Serafini - basso elettrico, contrabbasso Alessandro Mansutti - batteria Attilio Pisarri - chitarra
Via Cascina Sparapina, 2 27011 Belgioioso Pavia
email:
info@ultrasoundrecords.it
Con Dune, secondo lavoro discografico del F.M. 4tet, si delinea un quadro
nitido del jazz della tradizione, in cui improvvisazione, swing e ritmi sincopati
regnano sovrani, pur non disdegnando sonorità più moderne. Francesco Minutello,
Gianpaolo Rinaldi, Simone Serafini e Alessandro Mansutti, sono affiancati
in questo viaggo nei meandri del jazz dall'instancabile sax di
Mauro Negri
e da Attilio Pisarri alla chitarra.
L'inizio è spumeggiante e subito trascina in una dimensione governata dalla frenesia
del jazz. I fiati dialogano tra loro, spesso sovrapponendosi e descrivendo la stessa
melodia, mentre compito degli altri strumenti è quello di offrire un ottimo supporto
ritmico per i percorsi idiomatici di Minutello e Negri. Ed è in questo contesto
che si inserisce in modo assolutamente educato il solo di Attilio Pisarri
alla chitarra, perfetto momento di empasse prima che la melodia e il ritmo torni
quello transcinante delle prime battute. Interessante la nota di modernità introdotta
tramite i due Interlude, entrambi composti da Minutello e caratterizzati
da un'insolita amorfa massa musicale che è ben distante dalla tradizione jazzistica
a cui si rifà maggiormente la musica del F.M. 4Tet. Il secondo Interlude,
in particolare, sembra essere una fase di ricerca prima di ritrovare un'armonia,
un senso, che probabilmente è contenuto nel brano successivo, col quale è idealmente
e anche musicalmente collegato. Si tratta di un arrangiamento ad opera di Pisarri
di Well You Needn't di Monk che, insieme a Black Nile di
Wayne Shorter, rappresenta l'omaggio al genere da parte del quartetto
che ripercorre fedelmente le tracce lasciate dai grandi. Con Dune di
Roberto Spadoni,
brano che dà il titolo al cd, l'andamento è quello del funk con ritmi sincopati
e un sapore un pò anni '70. L'F.M 4tet non si limita però a dare una rilettura del
concetto tradizionale del jazz, ma cerca di spaziare e di affidarsi a sonorità più
moderne con X di Gianpaolo Rinaldi, brano denso di sfaccettature che permette
ad ogni voce di articolare un discorso proprio.
Tratto caratteristico di Dune è sicuramente la capacità da parte dei musicisti di
trovarsi perfettamente in linea con la tradizione del jazz e di saper sfruttare
ogni singolo episodio musicale per creare un insieme in cui, però, ogni strumento
può farsi largo tra le maglie della rete e far sentire la propria voce.
Nina Molica Franco per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 08/06/2014
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