Cromax
A Life Behind
Usr (2011)
1. A Life Behind
2. Romantic Dèmodè
3. Cromax Suite (Vol. 1)
4. Cromax Suite (Vol. 2)
5. Cromax Suite (Vol. 3)
6. Cromax (Extended Communication)
7. The First Meeting
8. Hitch-Hiking
9. A Winter's Tale
10. A Winter's Tale (Vo. 2)
Marco Pieri - chitarra acustica,
overdubbing di chitarra elettrica, slide guitar, arpa celtica e basso elettrico
Max Pieri - batteria, overdubbing di percussioni, acqua, glockenspiel,
rumori
Registrato tra il 25 settembre 2009 e il marzo 2010
Via Cascina Sparapina, 2 27011 Belgioioso Pavia
email:
info@ultrasoundrecords.it
I fratelli Pieri ci guardano dal bianco e nero d'annata della copertina, non ancora
adolescenti, poi li ritroviamo sul retro intenti a suonare e nell'interno adulti,
ma a colori: immagini che hanno il sapore favolistico e stordente di un viaggio
nel tempo, che sappiamo reale e non di fantasia.
Marco e Max Pieri incidono qui una libera improvvisazione di chitarra acustica e
batteria, successivamente, mediante sovraincisioni, arricchiscono e colmano quella
che gli deve essere sembrata una incisione non completa. Frisell e Baron paiono
due riferimenti stilistici scoperti e i due fratelli sono musicisti notevoli; i
frequenti cambi di ritmo e atmosfere di Romantic Demodè ricordano da vicino
la collage music di Zorn e tuttavia senza quella radicalità e senso del rischio.
Ci troviamo qui al cospetto, quindi, di due musicisti straordinariamente dotati,
di grande raffinatezza e capacità di padroneggiare dinamiche, timbri e atmosfere;
quello che ci appare generalmente debole è invece il progetto d'insieme, gli aspetti
compositivo-narrativi. Se ci trovassimo di fronte ad un film potremmo dire: ottima
la fotografia, bravissimi gli attori, non soddisfacenti completamente la regia e
la sceneggiatura.
Se il disco pare nato da una grande voglia di ritrovarsi e suonare insieme, fatichiamo
talvolta a cogliere il senso musicale profondo della proposta.
La qualità dell'improvvisazione di base per chitarra acustica e batteria, sulla
quale sono stati sovraincisi la chitarra, il basso elettrico, l'arpa celtica, il
glockenspiel, percussioni e rumori diversi, ha condizionato, nel bene e nel male,
il risultato finale. Tutt'altro che improvvisatori liberi o radicali, i CroMaxc
si muovono invece, con grande sicurezza e souplesse, in un ambito compreso tra un
rock aggiornato, la film music, influssi folk, echi di musica genericamente antica
e un sostrato jazzistico sempre presente.
Non ci conducono forse in mondi inesplorati, non sempre riescono ad emozionarci
(ma di quante altre musiche possiamo dirlo), rimaniamo però infine ammirati per
l'alta cura artigianale, per il loro integro amore per la musica e per gli strumenti
(studio di incisione incluso) che abilmente e disinvoltamente si trovano a manipolare.
Andrea Gaggero per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 08/04/2012
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