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Francesco Branciamore Perfect Quintet
Keep Up The Dialogue
Caligola Records 2010
1. Going
2. Keep up the dialogue
3. Trium
4. Overlapped
Elio Amato - tombone
Gaetarno Cristofaro - sax tenore e soprano
Giorgio Occhipinti
- piano
Giuseppe Guarrella - contrabbasso
Francesco Branciamore - batteria e xilofono
Ha ragione Giovanni Greto a sottolineare nelle note di copertina come
Francesco Branciamore sia uno di quei batteristi che si preoccupano della costruzione
del brano e non di sterili esibizionismi del proprio talento. Si potrebbe aggiungere
qualcosa di più. Infatti pare chiaro che sia un compositore convincente, capace
di dare vita a brani molto lunghi senza far perdere interesse all' ascoltatore e
senza cadere nel risaputo. Nella seconda traccia ad esempio lascia il suo set percussivo
ed affida al solo xilofono il compito di dialogare con gli altri strumenti. Ne esce
un impasto sonoro, che sfocia in un blues che sa tanto d' Africa quanto di sperimentazioni
contemporanee, anche non jazzistiche.
Quello del musicista siciliano è un jazz impegnativo e spigoloso, talora acre,
anche se in certi momenti mi sembra che nel dialogo fra i vari strumenti (nel terzo
brano soprattutto) aleggi lo spirito benedetto e raffinato di Gil Evans.
Nessun revival quindi, nessun mainstream di maniera. Keep up the dialogue
è piuttosto una riflessione asciutta ed essenziale; riflessione asciutta sul jazz,
sulla sua storia e sul suo futuro.
Un ultima annotazione: il fatto che Branciamore definisca Perfect quintet
spiega molto bene la comunità di intenti fra lui ed i suoi bravi musicisti.
Fin dal primo ascolto, infatti, si ha l' impressione di un progetto condiviso e
vissuto con grande partecipazione. Non si ha mai l' impressione della routine.
Marco Buttafuoco per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 31/07/2010
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