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Dire che questo disco sia bello, vario e molto ben suonato è veramente
il meno: al di là delle motivazioni soggettive che possono determinarne il gradimento
vi è un elemento di pregio - che oggettivamente non si può fare a meno di sottolineare
- la grande apertura del quartetto di Marta Raviglia alla sperimentazione.
La ricerca in Spiral
Tales non è mai seriosa e investe non soltanto la forma e la sostanza
dei brani, ma anche le atmosfere che la musica del gruppo riesce a creare. Da questo
punto di vista l' interpretazione della Raviglia è sicuramente un punto di
forza: la sua voce si intreccia al suono degli altri strumenti evocando la leggerezza
di un gioco e il disco raggiunge il suo livello più alto proprio nelle improvvisazioni,
di cui l'approccio melodico e raffinato della cantante rende facilmente ascoltabili
persino i momenti di maggiore complessità.
I brani, tutti molto interessanti, sono della stessa Raviglia e/o
del pianista Simone Sbarzella (l' unica composizione non originale
è un particolare arrangiamento di Triad di
David Crosby).
La "radio edit" della title-track non è il classico brano-civetta ma semplicemente
una versione alternativa, altrettanto interessante dell'originale.
The proclaimed death of words, un divertente
esperimento della Raviglia che improvvisa sulla sua stessa voce giocando
con il phrase sampler, è un esempio di uso intelligente dell'elettronica per ampliare
la tavolozza dei colori, invece che appiattirne l' espressività.
In sei brani (compreso il radio edit di Sail
away) la formazione è ampliata dai sax di Tino Tracanna, il cui
timbro pastoso e caldo (interessante soprattutto al soprano) si integra benissimo
al suono curatissimo degli altri strumenti.
Di questi ultimi bisogna dire che non solo la voce e l' espressività ma
anche la tecnica rivelano una qualità non certo da "disco di esordio". Anche per
questo motivo, se si considera che oggi la facilità relativamente maggiore con cui
è possibile produrre un cd è spesso causa della frettolosa sovraesposizione di talenti
non ancora maturi, Spiral Tales sembra decisamente un disco di altri tempi.
Gianni Rubolino per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 29/11/2008
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