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Mauro Ottolini Sousaphonix
The Sky Above Braddock
Cam Jazz CAMJ 7831-2 (2010)
1. Carnegie's soul in rust's Paradise (M. Ottolini) 3:06
2. Working Man Blues (Deep Henderson) 4:16
3. Mayor John 15104 (M. Ottolini) 6:04
4. Lunar rhapsody (Harry Ravel–Buddy Feyne) 3:13
5. The wonderful fable of Vicki Vargo (M. Ottolini) 8:36
6. Pennsylvania 6-5000 (Bill Finegan-Jerry Gray-Carl Sigman) 5:10
7. Crisis program (M. Ottolini) 6:13
8. Oclupaca (Duke Ellington) 6:38
9. Strawberry Mango (Art Ensemble Of Chicago) 6:08
10. The funeral of Vocelli Pizza (Danilo Gallo) 2:51
11. Sunrise serenade (Frankie Carle-Jack Lawrence) 3:56
Mauro 'Otto' Ottolini -
trombone, sousaphone, bass trumpet, slide trumpet
Fulvio Sigurtà - trumpet, electronics
Daniele D'agaro - clarinet, tenor sax
Dan Kinzelman - tenor sax, bass clarinet, clarinet
Vincenzo Vasi - theremin, electronics, vox, toys
Enrico Terragnoli - electric guitar, banjo, podophone
Giorgio Pacorig - piano, electric piano, electronics
Danilo Gallo - doublebass, electric bass, bass lute
Zeno De Rossi - drums.
Special guests:
Antonello
Salis - accordion, piano
Giovanni Falzone - trumpet
Piero Bittolo Bon - alto and Baritone sax, bass clarinet.
All arranged by Mauro "Otto" Ottolini and Sousaphonix.
Recorded in Cavalicco (Ud) on 10, 11, 12 May 2010.
CAM JAZZ is a label of the KEPACH group
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Braddock, John Fetterman, Vicky Vargo. A volte anche la musica può raccontare storie.
Lo ha fatto per esempio Lady Day, con Strange Fruit. Lo fa qui Mauro Ottolini,
gloria del nostro jazz, uno degli artisti più creativi apparsi sulla scena musicale
della penisola, insieme ai suoi Sousaphonix. A Mario Calabresi il merito di aver
scritto su Braddock (nel suo racconto Il raccolto arriverà contenuto nel
volume La fortuna non esiste, Mondadori, 2009). Braddock è un sobborgo di
Pittsburgh, città cui la crisi delle acciaierie negli anni Cinquanta del secolo
scorso ha distrutto l'economia e con essa l'anima, decimandone la popolazione. Una
città ridotta al punto che ci hanno girato il film La strada, non quello
di Fellini, quello tratto dal romanzo di Cormac McCarthy, se l'avete presente. All'ultimo
censimento poco più di duemila abitanti, dai ventimila dell'epoca della massima
occupazione. Niente più negozi, scuole, piscine, quasi una città fantasma, con le
case che valgono pochissimo, meno di un'auto usata. Popolazione che vive in gran
parte sotto la soglia della povertà. Quello che non aveva ancora distrutto la crisi
ha provveduto a farlo la droga, il crack, una trentina di anni fa. In nome del „progresso",
volevano poi distruggerla, raderla al suolo Braddock, facendoci passare sopra una
nuova autostrada a quattro corsie, una roba proprio americana. Eppure, ancora una
volta, la resistenza. La resistenza umana di chi non vuole arrendersi e lasciare
il posto dove è nato, incarnata da due persone: John Fetterman, combattivo sindaco
di cui si dice che abbia tatuato sul braccio il codice postale del suo paese e Victoria (Vicky) Vargo, direttrice della locale Biblioteca pubblica, la
Braddock Carnegie
Library. Due persone diversissime, lui viscerale e irruento (ma con laurea ad
Harvard), lei intellettuale appartata e poco appariscente. Lui prova a far tornare
la gente a Braddock, attirando artisti, creando lavoro, facendo riaprire un ristorante,
lei attuando la mission di ogni public library, garantendo alla gente
il diritto all'informazione e alla conoscenza. Insieme seminano piante dai frutti
profumati, e costruiscono la speranza.
A Mauro Ottolini una storia così ha ispirato un concept
album di quelli che lasciano il segno, di quelli che non smetteremmo mai di ascoltare.
Bastano i tre minuti del brano iniziale, Carnegie's soul in rust's Paradise,
per entrare in un'atmosfera peculiare penetrando in un mondo musicale attraverso
una porta dai colori nuovi e sorprendenti. Il successivo Working Man Blues
è poi diventato un
cartoon con la band protagonista di un divertente cortometraggio a disegni animati.
Lo struggente tema originale dedicato al sindaco (Mayor John
15104), esposto alla tromba sordinata su un arpeggio di chitarra elettrica distorta,
porta alle atmosfere oniriche suscitate dal theremin, per aprire poi uno
squarcio degno dei migliori Led Zeppelin. L'elastico swing del classico Lunar
rhapsody conduce a un altro brano originale scritto per l'altra protagonista
della storia, The wonderful fable of Vicki Vargo, un jazz waltz che ospita
la opulenta e inconfondibile fisarmonica di
Antonello
Salis. E se i brani precedenti offrono un'immagine di compostezza, il
free corpulento della prima sezione di Crisis program, con Salis stavolta
al pianoforte, pensa a rimettere equilibrio, fino al successivo Oclupaca,
esotico brano ellingtoniano poco battuto, in un arrangiamento innovativo e sorprendente.
L'opera si chiude sul ritmo di Strawberry mango, in cui la fisarmonica di
Salis danza con voluttà, su una marcia funebre per l'ultima pizzeria del paese,
e sullo swing nostalgico di Sunrise Serenade, canto di speranza per la rinascita
di Braddock.
Nella musica di Ottolini convivono benissimo due anime solo apparentemente
contrapposte: tradizione e avanguardia. D'altronde, se ci pensiamo un po', la tradizione
da sola significa revival, operazione culturalmente inutile, anzi dannosa. E l'avanguardia,
senza conoscenza della tradizione, è un gigante dai piedi d'argilla, cade al primo
soffio di vento. Insieme invece costituiscono l'anima del jazz, una musica che vive
da quasi cento anni grazie proprio alla capacità di alcuni musicisti di innovarla
sulla base delle solide radici della tradizione. Un doveroso riconoscimento anche
ai Sousaphonix, gruppo costituito da alcune tra le migliori intelligenze del jazz
italiano attuale, e ai loro tre ospiti.
Vincenzo Fugaldi per Jazzitalia
16/07/2011 | Vittoria Jazz Festival - Music & Cerasuolo Wine: "Alla quarta edizione, il festival di Vittoria si conferma come uno dei più importanti eventi musicali organizzati sul territorio siciliano. La formula prescelta dal direttore artistico è quella di dilatare nel tempo gli incontri musicali, concentrandoli in quattro fine settimana della tarda primavera, valorizzando uno dei quartieri più suggestivi della città, la restaurata Piazza Enriquez, e coinvolgendo, grazie a concerti e jam session notturne, una quantità di pubblico davvero rilevante, composto in parte da giovani e giovanissimi, portatori di un entusiasmo che fa davvero ben sperare sul futuro del jazz, almeno in questa parte della Sicilia." (Vincenzo Fugaldi) |
15/05/2011 | Giovanni Falzone in "Around Ornette": "Non vi è in tutta la serata, un momento di calo di attenzione o di quella tensione musicale che tiene sulla corda. Un crescendo di suoni ed emozioni, orchestrati da Falzone, direttore, musicista e compositore fenomenale, a tratti talmente rapito dalla musica da diventare lui stesso musica, danza, grido, suono, movimento. Inutile dire che l'interplay tra i musicisti è spettacolare, coinvolti come sono dalla follia e dal genio espressivo e musicale del loro direttore." (Eva Simontacchi) |
05/09/2010 | Roccella Jazz Festival 30a Edizione: "Trent'anni e non sentirli. Rumori Mediterranei oggi è patrimonio di una intera comunit? che aspetta i giorni del festival con tale entusiasmo e partecipazione, da far pensare a pochi altri riscontri". La soave e leggera Nicole Mitchell con il suo Indigo Trio, l'anteprima del film di Maresco su Tony Scott, la brillantezza del duo Pieranunzi & Baron, il flamenco di Diego Amador, il travolgente Roy Hargrove, il circo di Mirko Guerini, la classe di Steve Khun con Ravi Coltrane, il grande incontro di Salvatore Bonafede con Eddie Gomez e Billy Hart, l'avvincente Quartetto Trionfale di Fresu e Trovesi...il tutto sotto l'attenta, non convenzionale ma vincente direzione artistica di Paolo Damiani (Gianluca Diana, Vittorio Pio) |
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Data pubblicazione: 01/05/2012
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