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Claudio Loi
Sardinia jazz
Edizioni Aipsa Cagliari
C'è una specificità che caratterizza il jazz sardo? La risposta
è sicuramente affermativa per il critico e scrittore Claudio Loi, che partendo da
tale assunto -e conscio del rischio di tralasciare qualcosa- si imbarca in una opera
titanica: documentare tutto il jazz che ha espresso la Sardegna nel passato, tracciare
un quadro completo dei fermenti attuali e spingersi a delineare il futuro.
Un lavoro di "alta" ambizione, che il jazzista sardo di maggior
notorietà,
Paolo Fresu, introduce con due aggettivi quanto mai adatti, salutando
l'opera come "monumentale" e rendendo onore a una ricerca svolta con "pignoleria".
Entrambi i termini tirati in ballo da Fresu sono pertinenti in rapporto a questo
libro. L'autore infatti si giova di letture profonde e ammassa una mole documentaria
davvero non indifferente. Si sente che questo lavoro è il frutto di anni e anni
di certosina archiviazione di informazioni, notizie, recensioni, ascolto e catalogazione
delle uscite discografiche…
Onestamente, anche i critici più attenti dovrebbero ammettere
con sorpresa che il jazz sardo travalica i confini della Regione e per il tramite
dei suoi collegamenti con la cultura e la musica autoctona ha ottenuto una identità
consolidata.
Giustamente Claudio Loi parte nel suo studio da alcuni
nomi fondamentali: ci piace ricordare Marcello Melis e Alberto Rodriguez, due amici
affiatati i quali percorrendo strade differenti, quella della musica suonata per
Melis e quella della critica impegnata, anche politica (nel senso nobile del termine)
per Rodriguez, perseguivano una valorizzazione del jazz mediato da uno sguardo attento
alle tradizioni così forti della musica tradizionale sarda. Non a caso Loi dedica
un capitolo agli intrecci tra jazz e Sardegna dal titolo Etno jazz. Ma la
Sardegna con le sue tradizioni musicali particolarissime, la sua storia di isola
antica, la sua unicità, emerge e domina quasi ogni pagina del lavoro.
Il libro suddivide i musicisti per aree geografiche, partendo
da Cagliari e risalendo l'Isola senza dimenticare un nome, un disco, un evento.
Per citare un caso ulteriore viene isolata la zona dell'algherese ricca di nomi
e di opere interessanti, come nel caso del sassofonista
Enzo Favata.
Alcuni artisti, tra i quali spiccano ovviamente Fresu, il pianista e fisarmonicista
Antonello
Salis e il chitarrista Paolo Angeli, ricevono un maggior spazio,
ma l'opera che, come si diceva precedentemente brilla per completezza, riserva sorprese
a prova di esperto.
Loi non dimentica di dedicare una parte del libro alla peculiarità
del jazz dal vivo in Sardegna che vive in questi anni di rassegne ed eventi di assoluto
valore nazionale e internazionale. I festival di Berchidda e
Sant'Anna
Arresi sono splendidi esempi di come portare avanti un serio progetto
culturale con un coraggio scevro da mere ragioni del botteghino, quelle che moltiplicano
le presenze festivaliere dei soliti noti e relegano nell'ombra i personaggi poco
accessibili al grande pubblico. Senza far torto alle altre iniziative sparse per
l'isola citiamo ancora i festival di Cagliari e Calagonone: tutte quante concorrono
a collocare la Sardegna al centro vivo di un Mediterraneo ricco di creatività.
Franco Bergoglio per Jazzitalia
16/07/2011 | Vittoria Jazz Festival - Music & Cerasuolo Wine: "Alla quarta edizione, il festival di Vittoria si conferma come uno dei più importanti eventi musicali organizzati sul territorio siciliano. La formula prescelta dal direttore artistico è quella di dilatare nel tempo gli incontri musicali, concentrandoli in quattro fine settimana della tarda primavera, valorizzando uno dei quartieri più suggestivi della città, la restaurata Piazza Enriquez, e coinvolgendo, grazie a concerti e jam session notturne, una quantità di pubblico davvero rilevante, composto in parte da giovani e giovanissimi, portatori di un entusiasmo che fa davvero ben sperare sul futuro del jazz, almeno in questa parte della Sicilia." (Vincenzo Fugaldi) |
05/09/2010 | Roccella Jazz Festival 30a Edizione: "Trent'anni e non sentirli. Rumori Mediterranei oggi è patrimonio di una intera comunit? che aspetta i giorni del festival con tale entusiasmo e partecipazione, da far pensare a pochi altri riscontri". La soave e leggera Nicole Mitchell con il suo Indigo Trio, l'anteprima del film di Maresco su Tony Scott, la brillantezza del duo Pieranunzi & Baron, il flamenco di Diego Amador, il travolgente Roy Hargrove, il circo di Mirko Guerini, la classe di Steve Khun con Ravi Coltrane, il grande incontro di Salvatore Bonafede con Eddie Gomez e Billy Hart, l'avvincente Quartetto Trionfale di Fresu e Trovesi...il tutto sotto l'attenta, non convenzionale ma vincente direzione artistica di Paolo Damiani (Gianluca Diana, Vittorio Pio) |
01/10/2007 | Intervista a Paolo Fresu: "Credo che Miles sia stato un grandissimo esempio, ad di là del fatto che piaccia o non piaccia a tutti, per cui per me questo pensiero, questa sorta di insegnamento è stato illuminante, quindi molte delle cose che metto in pratica tutti i giorni magari non me ne rendo conto ma se ci penso bene so che vengono da quel tipo di scuola. Ancora oggi se ascolto "Kind Of Blue" continuo a ritrovare in esso una attualità sconvolgente in quanto a pesi, misure, silenzi, capacità improvvisativi, sviluppo dei solisti, interplay, è un disco di allora che però oggi continua ad essere una delle cose più belle che si siano mai sentite, un'opera fondamentale." (Giuseppe Mavilla) |
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Data pubblicazione: 06/06/2010
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