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Paolo Fresu
Paolo Fresu racconta il jazz attraverso
la storia dei grandi trombettisti americani
Auditorium – Casanova e Chianura Edizioni 2010
Collana Rumori
Libro + DVD
Pagine 128 – euro 20,00
Pensare che un decennio fa le pubbliche amministrazioni allestivano
– a proprie spese - dei cenacoli culturali anche intorno al jazz, da una parte fa
piacere, dall'altra mette tristezza. Saudade vera e propria per quel che
era il passato: quando la cultura aveva valore e non si miscelava a veline e tronisti,
diventando – questi ultimi – oggetto di investimento mass-mediatico e non solo.
Nel 1998 la "coraggiosa" (oggi la si potrebbe
definire tale, ed anche temeraria) Provincia Autonoma di Bolzano – Ripartizione
Cultura italiana, aveva avviato "un processo di ricerca di nuovi pubblici per
i consumi culturali", come dice nella prefazione Antonio Lampis, direttore
della ripartizione suddetta. Nell'inverno 2005/2006
il processo messo in atto dall'amministrazione provinciale ha dato voce al progetto
"Le 5 giornate del jazz": cinque incontri tenutisi nella Sala Michelangeli
del Conservatorio Monteverdi di Bolzano. Un successo, a dire di Vittorio Albani,
ideatore della manifestazione con
Paolo Fresu
e che spiega – nel prologo – l'identità degli incontri e, di seguito, dell'interessante
libro. La bellezza di tale lavoro sta nell'essere svincolato dalla esposizione manualistica
e didattica. Non è una raccolta di relazioni "sic et simpliciter" (d'altro
canto, appare a chiare lettere, che non sia stato un convegno dal rigore acceso):
il tono è dialogico ed i relatori eccellenti. Cinque giornate intorno alla tromba
ed alla sua storica importanza nella musica afro – americana, forse sottovalutata
in passato, e che – con grossi spintoni – si è riappropriata del suo giusto ruolo.
Cinque anche i relatori, per cinque differenti musicisti, anzi otto, visto che l'ultima
giornata è stata dedicata agli aspetti più contemporanei percorsi attraverso una
forbice che va da Wynton Marsalis a Dave Douglas (passando per
Kenny Wheeler e Tom Harrell).
Il taglio cronologico/storiografico è ben scandito: l'overture
spetta a Louis
Armstrong, descritto in modo eccellente da Stefano Zenni, musicologo,
critico musicale e docente di chiara fama. Fa seguito l'intervento del noto saggista
e critico musicale Luigi Onori che affronta la proteiforme attività di
Dizzy Gillespie. Terza giornata e, quindi, terzo capitolo viene dedicato a
Miles Davis e porta la firma di Enrico Merlin, musicista e storico
della musica afroamericana e del rock. Il quarto incontro è dedicato a
Chet Baker,
sinteticamente sviscerato da Giuseppe Vigna, giornalista musicale d'ampia
esperienza. Chiosa il pindarico volo, con gli aspetti della contemporaneità, il
critico musicale Stefano Merighi. Il tutto è trattato con ferma semplicità,
senza fronzoli e spaventosi paradigmi che avrebbero allontanato i numerosi astanti
affluiti per assistere agli eventi. E che, probabilmente, non avrebbero consentito
una diffusione "a macchia d'olio" di questo tomo; opera che ha avuto una prima diffusione
limitata (nel 2008 solo presso le biblioteche
della provincia di Bolzano) e che grazie alla ottima Auditorium – Casanova e Chianura
edizioni trova maggiore visibilità e, finalmente, mercato.
Parte integrante – e non semplice corollario – è il DVD allegato
che raccoglie alcuni momenti musicali che hanno spiegato con le note quanto detto
a voce. Nel supporto in alluminio vi sono cinque brani che "ricordano" i cinque
– otto grandi oggetto delle attività seminariali, eseguiti da
Paolo Fresu,
Tino Tracanna,
Roberto Cipelli, Attilio Zanchi e Ettore Fioravanti. What
A Wonderful World, per Armstrong; Groovin'High per Dizzy Gillespie;
So What per Miles Davis; My Funny Valentine per
Chet Baker
e Caravan, per tutti gli altri.
Alceste Ayroldi per Jazzitalia
05/09/2010 | Roccella Jazz Festival 30a Edizione: "Trent'anni e non sentirli. Rumori Mediterranei oggi è patrimonio di una intera comunit? che aspetta i giorni del festival con tale entusiasmo e partecipazione, da far pensare a pochi altri riscontri". La soave e leggera Nicole Mitchell con il suo Indigo Trio, l'anteprima del film di Maresco su Tony Scott, la brillantezza del duo Pieranunzi & Baron, il flamenco di Diego Amador, il travolgente Roy Hargrove, il circo di Mirko Guerini, la classe di Steve Khun con Ravi Coltrane, il grande incontro di Salvatore Bonafede con Eddie Gomez e Billy Hart, l'avvincente Quartetto Trionfale di Fresu e Trovesi...il tutto sotto l'attenta, non convenzionale ma vincente direzione artistica di Paolo Damiani (Gianluca Diana, Vittorio Pio) |
01/10/2007 | Intervista a Paolo Fresu: "Credo che Miles sia stato un grandissimo esempio, ad di là del fatto che piaccia o non piaccia a tutti, per cui per me questo pensiero, questa sorta di insegnamento è stato illuminante, quindi molte delle cose che metto in pratica tutti i giorni magari non me ne rendo conto ma se ci penso bene so che vengono da quel tipo di scuola. Ancora oggi se ascolto "Kind Of Blue" continuo a ritrovare in esso una attualità sconvolgente in quanto a pesi, misure, silenzi, capacità improvvisativi, sviluppo dei solisti, interplay, è un disco di allora che però oggi continua ad essere una delle cose più belle che si siano mai sentite, un'opera fondamentale." (Giuseppe Mavilla) |
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Data pubblicazione: 30/05/2010
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