Paolo Fresu
Musica Dentro
Feltrinelli 2009
185 pagg - Prezzo di copertina 14 Euro.
L'epigrafe, una bellissima frase di Gustav
Mahler ("La tradizione è salvaguardia del fuoco, non adorazione della cenere")
racconta immediatamente il senso di questo libro. Che non è la mera ricostruzione
di una percorso artistico di eccellenza, di una carriera fortunata, ma è anche il
tentativo di raccontare la fatica, tormentata e felice, dell' artista contemporaneo
alle prese con la molteplicità dei linguaggi, con la ricerca della novità e con
una tradizione musicale immensa, sia essa jazzistica, classica o legata alla cultura
popolare. Quest'ultima particolarmente importante ed incombente per un artista come
Fresu
che, come tutti i sardi, è legato da mille e mille fili tenacissimi alla sua terra
natale. Particolarmente interessanti sono quindi i capitoli che raccontano le esperienze
del Festival di Berchidda e delle tante sperimentazioni sull'incontro di mondi musicali
diversi. Riuscite, a volte, come quella di Pierre Favre che fa cantare, rievocando
uno dei più antichi riti musicali, delle grandi pietre. Ma a volte anche senza risultato.
Divertente l'episodio dei Tenores Di Bitti che confessano il loro fastidio
per le roventi improvvisazioni tessute da
Ornette
Coleman sui loro vocalizzi arcaici.
"Musica dentro" racconta la vicenda di un improvvisatore che accetta la
sfida insidiosa dell' arte globalizzata. Un arte che offre molte possibilità di
conoscenza e di allargamento degli orizzonti, ma che può aprire anche strade senza
sbocchi. Un labirinto affascinante e pericoloso.
Ovviamente il jazzofilo troverà anche altri spunti: il rapporto con gli
standards, ad esempio. O le pagine commosse sul silenzio della musica, lezione suprema
di Miles. Ma il libro è consigliabile anche a chi di jazz sa poco e voglia capire
il mistero di questa musica povera e rude che, nata sulle rive del Mississipi e
cresciuta nei ghetti urbani delle metropoli nord americane, ha potuto incantare
tante persone: anche un ragazzino nato nell' entroterra della Sardegna, quando ancora
Internet era fantascienza pura.
Un libro interessante e sincero, essenziale, senza compiacimenti. " Suono
come sono, scrivo come parlo, parlo come suono ". Parlando con l' autore di queste
note Paolo
Fresu ha cercato così di sintetizzare il suo approccio a questa esperienza
letteraria e al suo essere artista in particolare.
Marco Buttafuoco per Jazzitalia
05/09/2010 | Roccella Jazz Festival 30a Edizione: "Trent'anni e non sentirli. Rumori Mediterranei oggi è patrimonio di una intera comunit? che aspetta i giorni del festival con tale entusiasmo e partecipazione, da far pensare a pochi altri riscontri". La soave e leggera Nicole Mitchell con il suo Indigo Trio, l'anteprima del film di Maresco su Tony Scott, la brillantezza del duo Pieranunzi & Baron, il flamenco di Diego Amador, il travolgente Roy Hargrove, il circo di Mirko Guerini, la classe di Steve Khun con Ravi Coltrane, il grande incontro di Salvatore Bonafede con Eddie Gomez e Billy Hart, l'avvincente Quartetto Trionfale di Fresu e Trovesi...il tutto sotto l'attenta, non convenzionale ma vincente direzione artistica di Paolo Damiani (Gianluca Diana, Vittorio Pio) |
01/10/2007 | Intervista a Paolo Fresu: "Credo che Miles sia stato un grandissimo esempio, ad di là del fatto che piaccia o non piaccia a tutti, per cui per me questo pensiero, questa sorta di insegnamento è stato illuminante, quindi molte delle cose che metto in pratica tutti i giorni magari non me ne rendo conto ma se ci penso bene so che vengono da quel tipo di scuola. Ancora oggi se ascolto "Kind Of Blue" continuo a ritrovare in esso una attualità sconvolgente in quanto a pesi, misure, silenzi, capacità improvvisativi, sviluppo dei solisti, interplay, è un disco di allora che però oggi continua ad essere una delle cose più belle che si siano mai sentite, un'opera fondamentale." (Giuseppe Mavilla) |
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Data pubblicazione: 26/12/2009
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