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Paolo Fresu
tromba
Diederik Wissels pianoforte
Nguyên Lê chitarra elettrica
Furio Di Castri
basso
Dhafer Youssef vox,
oud
Federico Sanesi percussioni
Quartetto Alborada quartetto archi
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Paolo Fresu
Scores
musiche tratte dal fim "ILARIA ALPI il più crudele dei giorni"
contiene anche musiche tratte dal film "L'Isola"
1 ... Del Viaggio 05:09
2 Frame 00:29
3 Requiem (take 1) 06:34
4 Moods 01:35
5 Tema Aperto (take 1) 04:00
6 Canzone (piano) 02:13
7 Canzone (strings) 02:00
8 Notti a Mogadiscio 03:46
9 Frame 00:17
10 Tema Etereo 02:20
11 Ossi 01:25
12 Tema Barocco 00:48
13 La Voce Del Mare 01:02
14 Tema Della Sommossa 01:20
15 Oudidhafer 01:20
16 Tema Della Rivolta 02:55
17 Duo Del Deserto 03:26
18 Tema Nobile 02:55
19 Requiem (take 2) 05:51
20 Tema Incompleto 02:43
21 Tema Dominante 03:28
22 Tema Della Violomba 01:28
23 Preghiera 00:40
24 Tema Aperto (take 2) 05:11
25 Trombe Marine 01:22
26 Canzone 02:39 |
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Nel presentare questo disco Paolo Fresu ha detto:
«Si potrebbe affermare che il Jazz abbia spartito con il Cinema lo scettro della più grande e rivoluzionaria invenzione linguistico/artistica del Novecento.
Del resto i punti di contatto tra le due arti sono stati - e sono tuttora - tanti. Basti pensare a quei pianisti che, in perfetta solitudine, hanno accompagnato i tanti film muti prima dell'avvento del sonoro ma anche a tutta quella letteratura straordinaria su alcuni dei grandi personaggi del jazz che il cinema ha contribuito a far conoscere e mitizzare.
Uno dei miei grandi sogni è sempre stato scrivere musica su commissione. Uno dei grandi amori il cinema: comporre per accompagnare le immagini è dunque per me sempre un momento magico e straordinario! Perché trovo che la scrittura appare diversa nel momento in cui si relaziona con una storia, con i suoi personaggi, i colori ed i profumi impalpabili che dallo schermo raggiungono e colpiscono l'immaginario e l'immaginazione di ognuno.
Mi rendo conto che se la musica è una sola i linguaggi dell'arte sono accomunati da quell'urgenza espressiva atta a comunicare e a sottolineare sensazioni emotive.
Ecco. Il cinema è tutto questo. E se l'immagine rafforza o cambia il senso di una melodia questa, a sua volta, può modificarne profondamente il percorso rubando o donandogli qualcosa di nuovo.
Ho dichiarato una volta in una intervista per una rivista francese che noi musicisti di jazz siamo dei voleurs de musique, dei ‘ladri di musica'. Perché la cogliamo dal quotidiano e la restituiamo metabolizzata, già con il nostro timbro e in un divenire che ci appartiene irrimediabilmente.
La mia improbabile tesi è forse avvalorata in questo lavoro discografico che contiene parte di due colonne sonore scritte per due diversi film nell'arco di un anno: ho provato a rubare e a cogliere dall'intimo di due storie - quella tragica di Ilaria Alpi del regista Ferdinando Vicentini Orgnani e quella delicata dei bimbi e dei vecchi di Favignana ad opera della regista Costanza Quatriglio – per poter offrire in una nuova forma ciò che queste storie mi hanno permesso di apprendere.
Vorrei ringraziare tutti i musicisti che mi hanno aiutato nella realizzazione di questo lavoro. Se il cinema è il risultato di un lavoro ed un pensiero collettivo, seppur suggerito da un regista, non c'è musica che non sia respirata e fatta vivere con differenti voci.»
Di questa collaborazione il regista del film "Ilaria Alpi, il più crudele dei giorni" Ferdinando Vicentini Orgnani ha detto:
«Proporre a Paolo Fresu di concepire una colonna sonora per "Il più crudele dei giorni" è stata un'intuizione molto spontanea, poco meditata. C'eravamo conosciuti a un suo concerto un anno prima, la sua umiltà, la sua discrezione e un evidente amore per la ricerca me lo avevano fatto sentire subito molto vicino. Il film racconta un viaggio tra mondi lontani che comunicano quasi inconsapevolmente attraverso l'economia "globalizzante", interessi misteriosi e sotterranei, guerre incomprensibili... Avevo sempre immaginato una musica "itinerante", capace di unire sonorità e atmosfere, di suggerire contaminazioni e rapporti sottili tra popolazioni e culture. La musica di Paolo Fresu contiene molti di questi elementi ed altre cose ancora. Il risultato di questa collaborazione è una colonna sonora molto inusuale, forse "troppo sofisticata" (secondo i produttori). Per me rimane una delle cose più riuscite del film.»
05/09/2010 | Roccella Jazz Festival 30a Edizione: "Trent'anni e non sentirli. Rumori Mediterranei oggi è patrimonio di una intera comunit? che aspetta i giorni del festival con tale entusiasmo e partecipazione, da far pensare a pochi altri riscontri". La soave e leggera Nicole Mitchell con il suo Indigo Trio, l'anteprima del film di Maresco su Tony Scott, la brillantezza del duo Pieranunzi & Baron, il flamenco di Diego Amador, il travolgente Roy Hargrove, il circo di Mirko Guerini, la classe di Steve Khun con Ravi Coltrane, il grande incontro di Salvatore Bonafede con Eddie Gomez e Billy Hart, l'avvincente Quartetto Trionfale di Fresu e Trovesi...il tutto sotto l'attenta, non convenzionale ma vincente direzione artistica di Paolo Damiani (Gianluca Diana, Vittorio Pio) |
14/11/2009 | Intervista a Richard Galliano : "...utilizzare vari linguaggi è stata una necessità più che una scelta. Un fisarmonicista non può tagliare le sue radici. La fisarmonica non è mai servita a tracciare nuove strade musicali. Noi siamo necessariamente immersi nel nostro passato. E il nostro passato è quello di tantissimi musicisti di strada, gente che suonava ai balli popolari e nelle ricorrenze di paese. La fisarmonica, un organo portatile, non può prescindere da questa sua storia umile." (Marco Buttafuoco) |
01/10/2007 | Intervista a Paolo Fresu: "Credo che Miles sia stato un grandissimo esempio, ad di là del fatto che piaccia o non piaccia a tutti, per cui per me questo pensiero, questa sorta di insegnamento è stato illuminante, quindi molte delle cose che metto in pratica tutti i giorni magari non me ne rendo conto ma se ci penso bene so che vengono da quel tipo di scuola. Ancora oggi se ascolto "Kind Of Blue" continuo a ritrovare in esso una attualità sconvolgente in quanto a pesi, misure, silenzi, capacità improvvisativi, sviluppo dei solisti, interplay, è un disco di allora che però oggi continua ad essere una delle cose più belle che si siano mai sentite, un'opera fondamentale." (Giuseppe Mavilla) |
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Data pubblicazione: 14/08/2004
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