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Fresu - Petrella - Rojas - Bernstein
Brass Bang!
Tuk Records (2014)
1. Italian At La Glance
2. Black And Tan Fantasy
3. As Tears Go By
4. Dissonanze cognitive
5. Beng!
6. La réjouissance-Music For The Royal Fireworks
7. No potho reposare
8. Zero
9. Bing!
10. Surgentem cum Victoria
11. Shorty
12. Wienerschnitzel
13. Manic Depression
14. Bung!
15. Rockin' In Rhythm
16. Bong!
17. Fuga
18. Guarda che luna
Steve Bernstein - tromba, slide trumpet, effetti, flicorno, voce Paolo Fresu - tromba, flicorno, cornetta, effetti, tromba pocket Gianluca Petrella - trombone Marcus Rojas - tuba, voce, percussioni
La Wiener schnitzel ha fatto incrociare le lame di enogastronomi,
cuochi, studiosi dell'arte culinaria almeno di due scuole: quella italiana e quella
viennese; in pratica – per un profano come chi scrive – è una variante della cotoletta
alla milanese. La complicità di questo piatto innaffiato da qualche birra, sta alla
base della genesi di questo esplosivo (Bang! non è fuori posto) quartetto di musicisti:
tra i più creativi in circolazione. Il trait d'union è Fresu, che si era
divertito a suonare con tutti e, ben giustamente, ha messo insieme quattro teste
mattacchione. La genuina baldanza dei quattro fuoriclasse è cristallizzata su cd:
un work in progress continuo e duraturo, che lascia intravedere un universo
ai più sconosciuto, ma che andrebbe percorso senza rete, giusto per ricordare la
natura dell'improvvisazione e l'interplay, qualità (argomenti?) sempre più rare.
Il programma musicale è variopinto quanto le invenzioni e gli sferzanti cambi
di tonalità: c'è Duke Ellington con "Black And Tan Fantasy" tra strida
rocciose che fendono la bruma sonore dei bassi e una crescente coralità; c'è Georg
Friederick Händel con "La réjouissance" e tanto di prologo con fuochi d'artificio
seguito da un tappeto di elettronica che libera la fanfara carezzevole delle celebri
note del compositore di Halle che, mano a mano si sgretolano à la New Orleans;
c'è Giovanni Pierluigi da Palestrina con la solennità ecclesiale di "Surgentem
cum victoria" sottolineata dalla tromba sordinata di Fresu; c'è anche Jimi Hendrix
con Manic Depression, che sbilenca conduce verso il tema; c'è anche "Guarda che
luna", la cui linea melodica è tessuta su glissati, morsi del trombone e delle
trombe e una tuba solenne. Poi, ci sono i quattro che si suddividono diversi brani,
compresa la quaterna: "Beng!", "Bing!", "Bung!", "Bong!",
che rimarca quanto i quattro moschettiere degli ottoni si divertano – senza scadere
nel divertissement -, gioia contagiosa. L'elettronica c'è (i talebani insorgeranno,
ma rinunciarvi oggi sarebbe come rimpiangere le telefonate con l'apparecchio a gettoni)
e riempie spazi, è sugoso condimento anche di "classici" come "Zero" di Lester
Bowie, perfettamente architettata.
Questa non è un'operazione commerciale, ma una sinergia sinestetica che nasce dalla
spontaneità di quattro eccellenti musicisti che fanno della creatività il loro cibo
essenziale.
Alceste Ayroldi per Jazzitalia
27/08/2011 | Umbria Jazz 2011: "I jazzisti italiani hanno reso omaggio alla celebrazione dei 150 anni dall'Unità di Italia eseguendo e reinterpretando l'Inno di Mameli che a seconda dei musicisti è stato reso malinconico e intenso, inconsueto, giocoso, dissacrante, swingante con armonizzazione libera, in "crescendo" drammatico, in forma iniziale d'intensa "ballad", in fascinosa progressione dinamica da "sospesa" a frenetica e swingante, jazzistico allo stato puro, destrutturato...Speriamo che questi "Inni nazionali in Jazz" siano pubblicati e non rimangano celati perchè vale davvero la pena ascoltarli e riascoltarli." (di Daniela Floris, foto di Daniela Crevena) |
05/09/2010 | Roccella Jazz Festival 30a Edizione: "Trent'anni e non sentirli. Rumori Mediterranei oggi è patrimonio di una intera comunit? che aspetta i giorni del festival con tale entusiasmo e partecipazione, da far pensare a pochi altri riscontri". La soave e leggera Nicole Mitchell con il suo Indigo Trio, l'anteprima del film di Maresco su Tony Scott, la brillantezza del duo Pieranunzi & Baron, il flamenco di Diego Amador, il travolgente Roy Hargrove, il circo di Mirko Guerini, la classe di Steve Khun con Ravi Coltrane, il grande incontro di Salvatore Bonafede con Eddie Gomez e Billy Hart, l'avvincente Quartetto Trionfale di Fresu e Trovesi...il tutto sotto l'attenta, non convenzionale ma vincente direzione artistica di Paolo Damiani (Gianluca Diana, Vittorio Pio) |
15/08/2010 | Südtirol Jazz Festival Altoadige: "Il festival altoatesino prosegue nella sua tendenza all'ampliamento territoriale e quest'anno, oltre al capoluogo Bolzano, ha portato le note del jazz in rifugi e cantine, nelle banche, a Bressanone, Brunico, Merano e in Val Venosta. Uno dei maggiori pregi di questa mastodontica iniziativa, che coinvolge in dieci intense giornate centinaia di artisti, è quello, importantissimo, di far conoscere in Italia nuovi talenti europei. La posizione di frontiera e il bilinguismo rendono l'Altoadige il luogo ideale per svolgere questo fondamentale servizio..." (Vincenzo Fugaldi) |
01/10/2007 | Intervista a Paolo Fresu: "Credo che Miles sia stato un grandissimo esempio, ad di là del fatto che piaccia o non piaccia a tutti, per cui per me questo pensiero, questa sorta di insegnamento è stato illuminante, quindi molte delle cose che metto in pratica tutti i giorni magari non me ne rendo conto ma se ci penso bene so che vengono da quel tipo di scuola. Ancora oggi se ascolto "Kind Of Blue" continuo a ritrovare in esso una attualità sconvolgente in quanto a pesi, misure, silenzi, capacità improvvisativi, sviluppo dei solisti, interplay, è un disco di allora che però oggi continua ad essere una delle cose più belle che si siano mai sentite, un'opera fondamentale." (Giuseppe Mavilla) |
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Data pubblicazione: 09/02/2015
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