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The Plug
Dawn
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My Favorite Records 2010
1. JB 
2. Dawn
3. Mister PC
4. Sad Song
5. Dunbar part one
6. Dunbar part two 
7. Family Time
8. Are You Listening
9. 2880
10. Since I've Been Loving You 
11. GB band introduction
The Plug:
Giovanni Giorgi - batteria, programming,
live electro, kalimba, sampler
Andrea Lombardini
- basso elettrico, EFX
Gianluca Petrella
- trombone, EFX
Featuring:
Sergio Cocchi - voce
Invece di parlare di ricerca del suono, di ricerca musicale che il trio in questione
ha posto in essere, magari avventurandoci nei meandri della semantica – e sicuramente
fucilando un sacco di castronerie, frutto della personale interpretazione - parliamo
di quanto si siano divertiti questi tre ottimi musicisti a dare voce a questo progetto.
Già, perché ciò che appare di primo acchito è che Giovanni Giorgi,
Andrea Lombardini
e Gianluca Petrella
(il trio The Plug), unitamente a Sergio Cocchi, vocalist fuori dalle righe
e ben temperato nell'ensemble, si siano goduti il lavoro, con ampia soddisfazione,
in ogni fase: compositiva, in sede di arrangiamento e, ovvio, esecutiva. C'è tutto
quello che rappresentano in questo contesto storico piuttosto arido di novità: lucida
ingegneria elettronica musicale, sprazzi di swing d'oltreoceano ridotti in brandelli,
scaglie di rock d'epopea (anche negli elettronici passaggi di Since I've Been
Loving You a firma dei Led Zeppelin), la cupezza del dark avanguardistico e
le esplorazioni sonore già care a Brian Eno ed i suoi seguaci (Are You Listening
ne è adamantino esempio). Poi, c'è jazz, italico, nordico, non d'estrazione americana,
a parte echi di Sun Ra, soprattutto nelle folate di Petrella.
Un disco fresco e d'ampio respiro, ben programmato ed eseguito con intensità
e coerenza espressiva da un trio (quartetto) in perfetta simbiosi, anche nelle note
soul progressive (Dunbar part one) e che non annoia mai. Manco a volerlo.
Alceste Ayroldi per Jazzitalia
27/08/2011 | Umbria Jazz 2011: "I jazzisti italiani hanno reso omaggio alla celebrazione dei 150 anni dall'Unità di Italia eseguendo e reinterpretando l'Inno di Mameli che a seconda dei musicisti è stato reso malinconico e intenso, inconsueto, giocoso, dissacrante, swingante con armonizzazione libera, in "crescendo" drammatico, in forma iniziale d'intensa "ballad", in fascinosa progressione dinamica da "sospesa" a frenetica e swingante, jazzistico allo stato puro, destrutturato...Speriamo che questi "Inni nazionali in Jazz" siano pubblicati e non rimangano celati perchè vale davvero la pena ascoltarli e riascoltarli." (di Daniela Floris, foto di Daniela Crevena) |
15/08/2010 | Südtirol Jazz Festival Altoadige: "Il festival altoatesino prosegue nella sua tendenza all'ampliamento territoriale e quest'anno, oltre al capoluogo Bolzano, ha portato le note del jazz in rifugi e cantine, nelle banche, a Bressanone, Brunico, Merano e in Val Venosta. Uno dei maggiori pregi di questa mastodontica iniziativa, che coinvolge in dieci intense giornate centinaia di artisti, è quello, importantissimo, di far conoscere in Italia nuovi talenti europei. La posizione di frontiera e il bilinguismo rendono l'Altoadige il luogo ideale per svolgere questo fondamentale servizio..." (Vincenzo Fugaldi) |
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Data pubblicazione: 07/08/2010
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