Jazzitalia - Stefano Zenni : I Segreti del Jazz
versione italiana english version
 
NEWS
Bookmark and Share Jazzitalia Facebook Page Jazzitalia Twitter Page Feed RSS by Jazzitalia - Comunicati Feed RSS by Jazzitalia - Agenda delle novit�
Stefano Zenni
I Segreti del Jazz


Stampa Alternativa 2008
Pagine 325 + cd Rom prezzo di copertina 25 Euro

Si può ascoltare il jazz, la musica in genere, solo con un approccio basato sul "cuore", a prescindere da basi teoriche e tecniche?



Q
uella del "terzo orecchio" è una questione sempre aperta e che coinvolge tutto il mondo della musica, chi la suona, chi la ascolta, chi ne scrive. Probabilmente l'abitudine all'ascolto ed un amore particolare permettono anche ad un profano di districarsi nel labirinto infinito dei suoni. Ma è anche indubbio che un "filo di Arianna" sia utile nel cammino. Il cuore, sostenuto da argomentazioni razionali e fondate, può adeguare meglio il suo ritmo emotivo a quello della musica che ama. In questa suggestiva discussione dice la sua Stefano Zenni con questo libro–disco "I segreti del jazz" che già dal titolo definisce una notevole intenzione divulgativa.

La formula è semplice ed insolita. Un libro di 280 pagine (più i vari apparati critici) che racconta la sonorità del jazz, l'arte dell'improvvisazione, le complessità armoniche e ritmiche, l'arrangiamento, il chorus. In allegato un centinaio di brani del jazz di ogni epoca riversati su un cd rom (ma c'è anche una ampia scelta, più di quattrocento registrazioni, on line) ad illustrare il testo con esempi concreti. Una guida sicura e allo stesso tempo problematica dal momento che fotografa con chiarezza nodi fondamentali ed ancora dibattuti: cosa è veramente il jazz, quanto di spontaneo e quanto di "preparato" si trova in un-improvvisazione, il rapporto fra forma e improvvisazione stessa, quello fra ritmo "africano" ed armonia "europea".

L'opera ha una premessa fondamentale e da tenere sempre perfettamente presente. Il jazz non è musica di istinto, non è l'espressione di talento selvaggio ed ineducato. E' bensì arte complessa e teoricamente articolatissima, anche se intrisa di corporeità (assolutamente suggestive le pagine sui "neuroni specchio") che non nasce solo dal cuore e dall'estro momentaneo, ma è il frutto di un-elaborazione artistica impegnativa e tutt' altro che ingenua.

Un lavoro da gustare con calma. Capitolo per capitolo, brano per brano, senza fretta. Da riprendere di tanto in tanto. Da tenere a portata di mano.

Paradossalmente su un'opera tanto impegnativa e completa non c'è molto altro da dire: se non che è necessaria a chi voglia cominciare o continuare, a qualsiasi titolo, ad addentrarsi nella complicata foresta sonora che è la musica afro-americana. Ma un dato almeno va sottolineato. Zenni racconta e spiega il jazz con un linguaggio chiaro ed immediato, pur tenuto conto della difficoltà intrinseca degli argomenti. E questo è un merito a mio avviso enorme in un panorama accademico (non parlo solo di critica musicale) come quello italiano spesso caratterizzato da una prosa oscura, impervia e poco scorrevole, nel quale la parola divulgazione stessa crea disagi e diffidenze.
Marco Buttafuoco per Jazzitalia







Articoli correlati:
11/05/2017

Narrazioni Jazz 2017: A Torino, diretto da Stefano Zenni, la prima edizione di un nuovo festival culturale orientato alla mescolanza di linguaggi, alle produzioni originali con anteprime ed esclusive.

04/06/2016

Torino Jazz Festival 2016: "...un'ampia panoramica della condizione attuale del jazz, con una enorme quantità di concerti ed eventi che si sono svolti in un gran numero di spazi del capoluogo piemontese." (Vincenzo Fugaldi)

12/07/2015

Torino Jazz Festival 2015: "La quarta edizione del festival torinese diretto da Stefano Zenni è iniziata con l'atteso progetto "Sonic Genome" di Anthony Braxton: un percorso di otto ore all'interno delle sale del restaurato Museo Egizio." (Vincenzo Fugaldi)

01/06/2014

Torino Jazz Festival 2014: "...terza edizione, la seconda con la direzione artistica di Stefano Zenni ed è premiato ancora una volta da un lusinghiero successo di pubblico." (Gianni Montano)

30/03/2014

Quattro chiacchiere con...Tito Mangialajo Rantzer: "Nell'album "Dal basso in alto" Mangialajo Rantzer riesce a tirare fuori un sound così corposo che appare orchestrale." (Alceste Ayroldi)

06/11/2013

Storia del Jazz - Una prospettiva globale (Stefano Zenni)- Andrea Gaggero

03/08/2013

Torino Jazz Festival 2013: "...coniugare il fatto artistico con il lato ricreativo. Divertire con la cultura." (Gianni Montano)

12/05/2013

Miles Davis rewind (Guido Michelone - Gianfranco Nissola)- Gianni Montano

08/01/2012

Per combattere la crisi bisogna avere delle idee forti e saperle mettere in rete collettivamente parlando, incontrandosi e discutendone...riuscire a trovare la "famosa" idea che deve fare la differenza. La crisi può essere anche una buona opportunità per cambiare, per ripensare a se stessi e alla propria identità culturale. (Cinzia Guidetti)

30/05/2010

Paolo Fresu racconta il jazz attraverso la storia dei grandi trombettisti americani (Paolo Fresu)- Alceste Ayroldi

23/01/2010

Happy Birthday Django! 23 gennaio 2010: centenario della nascita di Django Reinhardt, il più grande e innovativo chitarrista jazz di tutti i tempi: "Il jazz è americano, ma la musica non ha patria. E il jazz è musica. Noi suoniamo un tipo di jazz che è in stretti rapporti con la cultura europea, ma è sempre jazz. Perchè il jazz ha regole espressive da cui non si può derogare - Django" (M. Losavio).

26/10/2008

"Tonyght Jazz", tributo a Tony Scott: "Un concerto irripetibile e di elevato livello culturale, in un momento in cui la cultura langue: sia per i musicisti coinvolti, alcuni appositamente chiamati, sia per il progetto entro cui la serata si inserisce. L'idea, infatti, nata dalla vulcanica mente e dal sensibile animo del regista Franco Maresco, è quella di realizzare un film-documentario sulla vita di un indimenticabile protagonista del jazz di tutti i tempi: Tony Scott." (Antonio Terzo)

21/07/2008

28 giugno 1928. Ottanta anni fa. A Chicago Sei musicisti di colore capeggiati da Louis Armstrong incidono la storica "West End Blues". Stefano Zenni ci illustra le peculiarità di quell'esecuzione "...Una nuova concezione dell'assolo, l'idea che tu possa produrre un'idea, un discorso musicale coerente in perfetta solitudine...ha seminato la sintassi del jazz. Semplicemente..." (Marco Buttafuoco)







Invia un commento


Questa pagina è stata visitata 6.215 volte
Data pubblicazione: 26/07/2008

Bookmark and Share



Home |  Articoli |  Comunicati |  Io C'ero |  Recensioni |  Eventi |  Lezioni |  Gallery |  Annunci
Artisti |  Saranno Famosi |  Newsletter |  Forum |  Cerca |  Links | Sondaggio |  Cont@tti