Sardinian jazz
Viaggio tra i jazzisti sardi e dintorni – Parte Prima
novembre 2010
di Viviana Maxia
Foto Roberto Aymerich
L'occasione è quella del 30° anniversario dell'attività di
Jazz in Sardegna - primo concerto ufficiale al Teatro Massimo nel
1980 con l'Art Ensemble of Chicago - l'importante
vetrina internazionale che, da sei anni a questa parte, è divenuta
European Jazz Expo e che quest'anno migra dalla Fiera Campionaria
per riappropriarsi dello spazio originario del Teatro Massimo, ridare vita all'Auditorium
del Conservatorio, ritornare alla grande nel tempio della musica classica e lirica
del Teatro Lirico e innovarsi attraverso l'utilizzo di una location moderna e accattivante
come il T Hotel.
Questo avvenimento ci offre lo spunto per un viaggio nell'Isola del jazz, o se volete
nel jazz dell'Isola, esplorando tra i suoi protagonisti che, sfatando il detto "nemo
propheta in patria", hanno contribuito con le loro originali ed eccezionali
capacità a creare una vera e propria scuola sarda che si è affermata nel tempo attraverso
collaborazioni con i più grandi nomi internazionali del genere e produttive contaminazioni
tra diversi generi musicali. Perché, come afferma giustamente
Stefano
Bollani "il jazz "puro" è una contraddizione in termini" in quanto
originato dalla contaminazione tra il patrimonio tradizionale della musica africana,
i ritmi folk sincopati americani e le influenze della musica europea popolare e
classica, insieme a varie altre componenti che ne hanno garantito e ne garantiscono
la continua trasformazione.
Il nostro viaggio inizia con il decano, ma nello stesso tempo forse il più entusiastico
"grande bambino" del jazz isolano:
Antonello
Salis, che, in occasione del Jazz Expo' del
2008, ha ricevuto il meritato premio per la sua lunga carriera estremamente
ricca di progetti e collaborazioni importanti.
Polistrumentista, ma in particolare pianista e fisarmonicista, nato nella provincia
di Cagliari nel 1950, ha contribuito alla rivalutazione della fisarmonica come strumento
jazz, affrancandolo dalla connotazione di componente della tradizione folk.
La sua è una lunga esperienza iniziata in Sardegna come organista. Ma il suo spirito
eclettico non si accontenta e si trasferisce a Roma dove, agli inizi, suona con
il gruppo jazz-rock Cadmo per poi incontrare in successive collaborazioni i più
grandi nomi del jazz quali Lester Bowie, Don Moye, Billy Cobham,
Enrico Rava,
Nana Vasconcelos,
Anthony
Braxton, Don Cherry, Ed Blackwell e moltissimi altri.
Con il chitarrista francese Gerard Pansanel instaura una lunga collaborazione che
lo porta a confrontarsi con altre esperienze musicali per la danza e il teatro,
senza tralasciare il suo amore per la fisarmonica in una continua rivalutazione
ome strumento da improvvisazione. Famose le sue collaborazioni con artisti affermati
come il collega
Richard Galliano, i progetti con
Paolo Fresu
e Furio Di Castri
con il Meta Quartet, con
Stefano Bollani
e, ultimamente, quelle con artisti giovanissimi ma ormai di fama consolidata come
il trombonista giocoliere
Gianluca Petrella
e, ultimo ma non ultimo, il trombettista
Fabrizio Bosso
che in Salis ha trovato un maestro di allegria e spontaneità, come da lui stesso
affermato.
Il suo stile eclettico e navigato gli ha permesso - e gli permette – in una continua
sperimentazione, di spaziare con una energia dal ritmo trascinante nelle sue coinvolgenti
esibizioni dal vivo che interpretano, in modo sempre diverso, ma con uno stile assolutamente
inconfondibile il free jazz così come la musica tradizionale, i Beatles così come
gli standard.
Quest'anno è presente all'EJE con un progetto - prima assoluta internazionale della
presentazione dal vivo del disco "Giornale di Bordo" - che coinvolge altri due magnifici
musicisti sardi: Gavino Murgia e Paolo Angeli, insieme al grande
Hamid Drake.
Una produzione originale nata dalla collaborazione tra Jazz in Sardegna e S'ardmusic.
Seguendo come in un fil rouge lo spunto di questa produzione parliamo
un po' di Gavino Murgia e di Paolo Angeli, esempi di musicisti sardi
che fanno comprendere come questa terra e le sue caratteristiche di insularità,
malinconia e, nello stesso tempo, di ritmo serrato ben si attagliano all'anima più
profonda del jazz.
Gavino Murgia, nuorese, da ragazzo ha studiato musica e sax alto come
autodidatta, scoprendo dentro di sé un'attenzione particolare verso la musica jazz.
La sua è stata una carriera fulminante che lo ha portato in pochi anni a varie collaborazioni
con numerosi gruppi e commistioni con esperienze culturali come quelle teatrali.
Si è affermato sulla scena nazionale e internazionale partecipando a numerosi festival
in Europa e in tutto il mondo e collaborando con musicisti quali il nostro,
Paolo Fresu,
Don Moye,
Gianluigi Trovesi, Rabih Abou Khalil,
Pietro Tonolo,
Djivan Gasparian, Michel Godard, Al Di Meola e molti altri.
Ultimamente reinterpreta le sonorità della musica sarda tradizionale, utilizzando
in modo particolare la voce insieme al un sassofono e ad altri strumenti e suoni
tipici dell'isola come le launeddas e il canto a tenores, reinventandoli in chiave
moderna come nel suo progetto "Megalitico" che, partendo da una comune matrice Jazzistica
dei vari componenti, coniuga le sonorità sarde e mediterranee degli strumenti acustici
con l'utilizzo del suono elettronico ritmico, realizzando uno stimolante contrappunto
tra diverse culture.
La sua chitarra sarda preparata è diventata l'originale cifra stilistica del
poliedrico Paolo Angeli. Il suo è un persorso d'improvvisazione in cui si
trovano chiare tracce della tradizione sarda, del avant garde e anche del rock.
Il particolare strumento, nato dall'idea dello stesso Angeli e del fratello Nanni,
rappresenta una vera e propria orchestra – composta da chitarra, basso acustico,
violoncello e batteria - che ha riscosso grande ammirazione da parte di
Pat Metheny
che, dopo collaborazioni con lo stesso artista sardo, l'ha adottata.
Paolo Angeli si è imposto sulla scena jazzistica e non solo grazie ad uno
stile personale che rappresenta l'invenzione di un nuovo genere di musica a sé stante.
Ma la sua musica oltrepassa questa vena creativa personalissima. Cresciuto artisticamente
a Bologna, Angeli rappresenta il musicista veramente "libero" da qualsiasi costrizione,
per lui l'espressione musicale è veramente un "meltin'pot" che può innescare
in chi ascolta impressioni differenti.
In tutto questo caos creativo, la cultura musicale del nord Sardegna continua ad
incuriosirlo e a contatto con la tradizione, inserisce nel suo stile anche l'esperienza
del il canto tipico gallurese accompagnato dalla sua particolarissima"chitarra".
Per ora concludiamo il nostro primo viaggio, al quale seguiranno altri, tra i
protagonisti della scena jazz sarda.
Queste parole sono dedicate all'autore delle foto a corredo di questo articolo:
a Roberto Aymerich, che
non c'è più dal luglio di quest'anno, ma che senza dubbio alcuno, da qualunque parte
si trovi ha sempre con sé la sua amata Nikon.
29/09/2012 | European Jazz Expo #2: Asì, Quartetto Pessoa, Moroni & Ionata, Mario Brai, Enrico Zanisi, Alessandro Paternesi, David Linx, Little Blue, Federico Casagrande, Billy Cobham (D. Floris, D. Crevena) |
16/07/2011 | Vittoria Jazz Festival - Music & Cerasuolo Wine: "Alla quarta edizione, il festival di Vittoria si conferma come uno dei più importanti eventi musicali organizzati sul territorio siciliano. La formula prescelta dal direttore artistico è quella di dilatare nel tempo gli incontri musicali, concentrandoli in quattro fine settimana della tarda primavera, valorizzando uno dei quartieri più suggestivi della città, la restaurata Piazza Enriquez, e coinvolgendo, grazie a concerti e jam session notturne, una quantità di pubblico davvero rilevante, composto in parte da giovani e giovanissimi, portatori di un entusiasmo che fa davvero ben sperare sul futuro del jazz, almeno in questa parte della Sicilia." (Vincenzo Fugaldi) |
05/09/2010 | Roccella Jazz Festival 30a Edizione: "Trent'anni e non sentirli. Rumori Mediterranei oggi è patrimonio di una intera comunit? che aspetta i giorni del festival con tale entusiasmo e partecipazione, da far pensare a pochi altri riscontri". La soave e leggera Nicole Mitchell con il suo Indigo Trio, l'anteprima del film di Maresco su Tony Scott, la brillantezza del duo Pieranunzi & Baron, il flamenco di Diego Amador, il travolgente Roy Hargrove, il circo di Mirko Guerini, la classe di Steve Khun con Ravi Coltrane, il grande incontro di Salvatore Bonafede con Eddie Gomez e Billy Hart, l'avvincente Quartetto Trionfale di Fresu e Trovesi...il tutto sotto l'attenta, non convenzionale ma vincente direzione artistica di Paolo Damiani (Gianluca Diana, Vittorio Pio) |
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Data pubblicazione: 28/11/2010
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