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Ramon Moro Quartet
Blu Horizon
Aut Records (2020)
1. White Dragon
2. Love's Uncertainty
3. Untie Me
4. Albedo
5. Blue Horizon
6. Too Late
7. Nocturne for Loly
8. Wrong Stop. It's so cool
Ramon Moro - tromba, flicorno soprano e composizione Emanuele Maniscalco - pianoforte Federico Marchesano - contrabbasso Zeno De Rossi - batteria
Ramon Moro è un musicista torinese attivo in variegati
ambienti sonori, dal jazz all'elettronica transitando per l'avant pop, che con "Blue
Horizon" realizza un disco dotato di una fisionomia precisa, afferente ad uno
stile omogeneo e frastagliato allo stesso tempo, valorizzando il contributo individuale
dei suoi partners per produrre una musica, per certi versi, in debito con le atmosfere
create nei suoi album da Paul Motian. Moro ha dichiarato, infatti, di aver preso
spunto da un brano del cd "Voyage" del batterista di origine armena, per
concepire e produrre le composizioni di questo suo ultimo album.
Paul Motian, come è noto, è uno dei percussionisti che ha operato
al meglio per emancipare la batteria dal semplice ruolo di accompagnamento, già
nel trio di Bill
Evans, oltre ad essere un raffinato compositore in controtempo ed in controtendenza.
La musica del cd poggia, perciò, su di un equilibrio instabile, caratterizzato dagli
interventi di Zeno De Rossi, impegnato a spezzare e a ricostruire ritmi nel suo
incedere errabondo e insidioso. I colpi decisi o le carezze sui tamburi e sui piatti
creano, cioè, macchie di colore, screziature cromatiche che servono a connotare
timbricamente il suono del quartetto. Si arriva ad individuare e a definire una
linea di accompagnamento a gioco lungo, in divenire, mano a mano che si procede
nello svolgimento delle tracce. Analoga libertà d'azione godono gli altri componenti
della formazione.
Emanuele
Maniscalco, al pianoforte, lascia fluttuare le note, che scendono a
gocce, stillate a piccoli grappoli contrassegnati da un alone di sospensione e di
rinforzo. Federico Marchesano, al contrabbasso, storico collaboratore del
bandleader, passeggia sui temi e sulle armonie, dialoga, di sbieco con pianoforte
e tromba, e si impone per un fraseggio sontuoso, colmo di significato.
Ramon Moro guida il gruppo con i suoi strumenti di ottone, espandendo
note lunghe, prive di vibrato, di altezza media, per disegnare melodie intrise di
un sentimento malinconico, un lirismo asciutto che pervade tutta l'opera.
Il pezzo migliore fra gli otto è l'iniziale "White Dragon" per la bellezza del motivo,
vagamente spagnoleggiante, portato avanti dalla tromba in modo lineare e conseguente,
calcando appena sui risvolti romantici del brano, mentre pianoforte, basso e batteria
seguono piste apparentemente contrastanti, invece del tutto compatibili con i tratti
distintivi della composizione.
L'ascolto di"Blue horizon", infine, ci consente di apprezzare appieno le doti di
un trombettista di cultura musicale a largo raggio, dal classico all'heavy metal,
capace di esplorare le potenzialità del quartetto, mescolando reminiscenze del repertorio
accademico con aperture tipiche del jazz attuale in un mix convenientemente amalgamato
e favorevolmente risolto.
Gianni Montano per Jazzitalia
16/07/2011 | Vittoria Jazz Festival - Music & Cerasuolo Wine: "Alla quarta edizione, il festival di Vittoria si conferma come uno dei più importanti eventi musicali organizzati sul territorio siciliano. La formula prescelta dal direttore artistico è quella di dilatare nel tempo gli incontri musicali, concentrandoli in quattro fine settimana della tarda primavera, valorizzando uno dei quartieri più suggestivi della città, la restaurata Piazza Enriquez, e coinvolgendo, grazie a concerti e jam session notturne, una quantità di pubblico davvero rilevante, composto in parte da giovani e giovanissimi, portatori di un entusiasmo che fa davvero ben sperare sul futuro del jazz, almeno in questa parte della Sicilia." (Vincenzo Fugaldi) |
15/05/2011 | Giovanni Falzone in "Around Ornette": "Non vi è in tutta la serata, un momento di calo di attenzione o di quella tensione musicale che tiene sulla corda. Un crescendo di suoni ed emozioni, orchestrati da Falzone, direttore, musicista e compositore fenomenale, a tratti talmente rapito dalla musica da diventare lui stesso musica, danza, grido, suono, movimento. Inutile dire che l'interplay tra i musicisti è spettacolare, coinvolti come sono dalla follia e dal genio espressivo e musicale del loro direttore." (Eva Simontacchi) |
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Data pubblicazione: 14/11/2021
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