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Hot Interplay - Guest Fabrizio Bosso
Hot Interplay
M.M.C. Tuscia In Jazz 2009
1. Drops
2. Cicoria
3. 3/4 of a Waltz
4. Gingerbread Boy
5. Just Funk
6. 13 Words
7. Footprints
8. Alligator Bogaloo
9. Auld Lang Sine
Gianni Giudici
- organ
Max Ferri - drums
Alessandro Fariselli - sax
Fabrizio Bosso
- trumpet, flugelhorn on 1,2,3,4
Hot come Hammond Organ Trio ma anche come il "caldo" e inconfondibile
sound dello storico organo creato nel 1935 dall'omonimo inventore. Il nuovo vivace
terzetto prodotto dalla casa discografica Tuscia In Jazz cerca di riportare
questo strumento mai passato di moda verso le origini musicali che ne hanno visto
la nascita e la diffusione nel mondo. Jazz, Funky, Blues e gospel sono i lineamenti
portanti di questa registrazione musicalmente raffinata nell'indagine filologica,
di buon contenuto tecnico. Tutti i brani sono a firma di
Gianni Giudici
tranne "Gingerbread Boy" di L. Niehaus, "Footprints" di W. Shorter,
"Alligator Bongaloo" di L. Donaldson ed il traditional "Auld Lang Sine".
Accattivante e ben modulata la latina "13 Words" che può ricordare la
ritmica soft di alcune slow songs ad andamento bossa , nella quale i delicati
soli di sax ed Hammond si fondono perfettamente con un sobrio e gradevole arrangiamento.
Altrove vengono alla mente curvature melodiche in cui ritrovare andamenti alla Brian
Auger.
Vero esperto dello strumento, con il suo passato da dimostratore ufficiale e
concertista Hammond,
Gianni Giudici
palesa di aver raggiunto con l'organo elettrico "per eccellenza" un feeling particolare
ed una tecnica interessante che va ad innestarsi egregiamente nell'interplay con
la vulcanica batteria di Max Ferri ed il virtuoso sax di Alessandro
Fariselli. Gli strumentisti danno prova di grande sintonia e coinvolgimento;
tra loro si inserisce egregiamente l'elegante e ormai inconfondibile tromba di
Fabrizio
Bosso. Le sue sicure evoluzioni tecniche in "Cicoria" e l'accattivante
dinamismo nella niehausiana "Gingerbread boy" ne evidenziano la grande pulizia
e le squisite capacità esecutive e rappresentano i momenti più fluidi, lineari e
convincenti dell'intero album.
Più che riandare alla lezione di Rhoda Scott, di Charles Thompson, di Larry Young
(ma anche, in misura diversa, di Joe Zawinul e
Carla Bley)
Giudici sembra seguire le intuizioni di Jimmy Smith, che di organisti jazz
(e non solo) ne ha influenzati davvero tanti: dei suoi assoli vengono ripresi gli
accordi percussivi sui quali improvvisare scale bebop molto veloci con la mano destra.
Un album vivace, frizzante e spesso effusivo in cui con grande bravura questa
ambiziosa band, ricalcando i primi passi della storia musicale dell'organo Hammond
a cavallo tra il jazz ed il blues, riesce a riportare al suo antico splendore l'indimenticabile
e caratteristico sound di questo strumento evergreen.
Fabrizio Ciccarelli e Andrea Valiante per Jazzitalia
27/08/2011 | Umbria Jazz 2011: "I jazzisti italiani hanno reso omaggio alla celebrazione dei 150 anni dall'Unità di Italia eseguendo e reinterpretando l'Inno di Mameli che a seconda dei musicisti è stato reso malinconico e intenso, inconsueto, giocoso, dissacrante, swingante con armonizzazione libera, in "crescendo" drammatico, in forma iniziale d'intensa "ballad", in fascinosa progressione dinamica da "sospesa" a frenetica e swingante, jazzistico allo stato puro, destrutturato...Speriamo che questi "Inni nazionali in Jazz" siano pubblicati e non rimangano celati perchè vale davvero la pena ascoltarli e riascoltarli." (di Daniela Floris, foto di Daniela Crevena) |
16/07/2011 | Vittoria Jazz Festival - Music & Cerasuolo Wine: "Alla quarta edizione, il festival di Vittoria si conferma come uno dei più importanti eventi musicali organizzati sul territorio siciliano. La formula prescelta dal direttore artistico è quella di dilatare nel tempo gli incontri musicali, concentrandoli in quattro fine settimana della tarda primavera, valorizzando uno dei quartieri più suggestivi della città, la restaurata Piazza Enriquez, e coinvolgendo, grazie a concerti e jam session notturne, una quantità di pubblico davvero rilevante, composto in parte da giovani e giovanissimi, portatori di un entusiasmo che fa davvero ben sperare sul futuro del jazz, almeno in questa parte della Sicilia." (Vincenzo Fugaldi) |
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Data pubblicazione: 27/06/2010
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