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La sinuosità con cui la tromba di Fabrizio Bosso si incontra con la chitarra di Irio De Paula rende questo lavoro di gran gusto. Irio De Paula è un gran maestro che da solo riesce a sostenere ogni brano ritmicamente e armonicamente offrendo a Fabrizio Bosso la possibilità di sprigionare la sua ormai stranota classe. Un suono eccellente, pulito, un timing perfetto e una capacità improvvisativa sempre molto attinente con quanto si sta suonando fanno di lui una delle migliori realtà italiane. Molto valido l'interplay che si avverte in ogni momento dato che sia Bosso che De Paula mostrano di prendere spunto l'uno dall'altro adattando
tempestivamente dinamica e fraseggio. Riguardo il repertorio forse si poteva fare un po' di più. Sono brani che nell'ambito della musica jazz sono da considerarsi intramontabili, ma proprio per questo diventa molto difficile proporli in modo
completamente originale. C'è però da sottolineare come l'elemento principale di
questo lavoro è nell'incontro che i due musicisti hanno effettuato e non nella
scelta dei brani.
Marco Losavio
Liner notes
Questa è la magia del jazz: due musicisti che non hanno mai suonato insieme, che appartengono a due generazioni molto lontane fra di loro e che provengono da esperienze musicali completamente diverse, si incontrano in uno studio, senza prove, incominciano a suonare e una musica bellissima si materializza improvvsamente.
D'altra parte con due musicisti straordinari come Fabrizio Bosso e Irio De Paula non poteva andare diversamente.
Irio è un chitarrista unico, che unisce una grandissima sapienza armonica a un senso ritmico assoluto, come solo i grandi brasiliani sanno fare. Oltre a conoscere una quantità incredibile di brani brasiliani, Irio De Paula adora il jazz, e può suonare praticamente quasi tutti gli standard principali a cui riesce però a dare un sapore latino che li rende personalissimi.
Fabrizio Bosso è sicuramente una delle cose più belle capitate al jazz italiano in questo decennio.
Non ricordo nessun trombettista che mi abbia colpito così tanto negli ultimi anni, e non solo in Italia, e sto pesando le mie parole.
Fabrizio possiede un suono bellissimo, molto puro ed espressivo, ed è dotato di un controllo dello strumento assolutamente straordinario, di cui però non approfitta mai in modo gratuito. E' dotato di una grande fantasia e di riflessi prontissimi, insieme ad una grande energia ed a un perfetto dominio del linguaggio, per cui riesce sempre a sorprendere ed a entusiasmare.
Io amo molto questo CD perché oltre ad essere ricco di trovate e di sorprese, riesce anche ad essere molto piacevole e non ha nessuna di quelle caratteristiche che talvolta rendono il jazz scostante.
I brani sono tutti dei classici della bossa nova e del jazz. Fanno parte di quel repertorio che non ci stancheremo mai di ascoltare.
Un disco che si presta a più di una lettura, e questa è forse la sua qualità principale.
Chapeau
Enrico Rava |
27/08/2011 | Umbria Jazz 2011: "I jazzisti italiani hanno reso omaggio alla celebrazione dei 150 anni dall'Unità di Italia eseguendo e reinterpretando l'Inno di Mameli che a seconda dei musicisti è stato reso malinconico e intenso, inconsueto, giocoso, dissacrante, swingante con armonizzazione libera, in "crescendo" drammatico, in forma iniziale d'intensa "ballad", in fascinosa progressione dinamica da "sospesa" a frenetica e swingante, jazzistico allo stato puro, destrutturato...Speriamo che questi "Inni nazionali in Jazz" siano pubblicati e non rimangano celati perchè vale davvero la pena ascoltarli e riascoltarli." (di Daniela Floris, foto di Daniela Crevena) |
16/07/2011 | Vittoria Jazz Festival - Music & Cerasuolo Wine: "Alla quarta edizione, il festival di Vittoria si conferma come uno dei più importanti eventi musicali organizzati sul territorio siciliano. La formula prescelta dal direttore artistico è quella di dilatare nel tempo gli incontri musicali, concentrandoli in quattro fine settimana della tarda primavera, valorizzando uno dei quartieri più suggestivi della città, la restaurata Piazza Enriquez, e coinvolgendo, grazie a concerti e jam session notturne, una quantità di pubblico davvero rilevante, composto in parte da giovani e giovanissimi, portatori di un entusiasmo che fa davvero ben sperare sul futuro del jazz, almeno in questa parte della Sicilia." (Vincenzo Fugaldi) |
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Data pubblicazione: 13/03/2004
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