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Reflection(s) on Monk
è il nuovo album del pianista tarantino
Norberto Tamburrino,
uscito nel 2008 per la Philology. Già dal titolo
si può ben comprendere l'intenzione di omaggiare il grande Thelonious Monk,
ma Tamburrino
sceglie di farlo da un punto di vista del tutto personale, non rileggendo e reinterpretando
banalmente i numerosi standard monkiani, ma piuttosto partendo dalla lezione e dall'eredità
lasciata dal pianista per comporre e sviluppare i brani contenuti in questo interessante
album. L'influenza del geniale musicista statunitense è stata fondamentale nell'approccio
allo strumento di
Tamburrino,
come già si era potuto apprezzare nel suo precedente lavoro "Prigioniero del
mare", album che vedeva protagonista la stessa valida formazione di questo naturale
proseguimento fatto di sette brani originali, tutti a firma del leader, intervallati
da una Crepuscule With Nellie eseguita in piano
solo e dalla conclusiva All the things you are,
in cui i quattro si spostano in questo caso in un terreno più vicino a
Bud Powell.
Registrato in momenti diversi tra gli studi Newyorkesi e quelli della
sua città natale Taranto,
Tamburrino
riesce a dar vita ad un album che si mantiene sempre vario e interessante, sia nei
vari momenti di piano solo sia in quelli in quartetto, sfruttando sapientemente
l'interplay ormai consolidato con i suoi compagni. Aiutato da una ritmica di assoluto
valore formata dal contrabbasso di
Joseph Lepore
e la possente batteria di un eccellente Bruce Cox, il disco appare subito
dalle svariate sfaccettature già dal brano di apertura: dopo un intro più intimo
in cui risalta la bella voce del tenore di J.D. Allen colorata dai tasti
di Tamburrino,
il brano prende corposità e vigore dall'entrata sostenuta della sezione ritmica.
La seguente Out of A Blue Reflection si rifà
apertamente alla scrittura monkiana senza comunque mancare mai di una certa originalità.
In The Latin Way Of Freedom il quartetto riesce
sapientemente a miscelare sapori latini con quelli più convenzionalmente bop, mentre
degni di nota sono anche i brani eseguiti in solitudine da
Tamburrino
in cui è completamente libero di esprimere le sue idee, o l'intensa
Hearts in Expansion accompagnato dalle sole corde
di Francesco Mariella.
Non solo un semplice omaggio al pianista statunitense dunque, ma un album
davvero riuscito che strizza sì l'occhio al passato ma con una ragguardevole personalità.
Luca Labrini per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 26/09/2009
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