Fabio Morgera
ha oramai assimilato una nuova forma mentis, sia in fase compositiva che in fase
esecutiva. E ciò è del tutto evidente anche nell'ultima release del trombettista
partenopeo, oramai sedente negli Stati Uniti da oltre venti anni. Ciò che lo lega,
musicalmente parlando, all'Italia, è, sicuramente, lo spiccato senso per la melodia
ed il gusto per la Canzone.
Need For Peace
si muove in un ambito che, a prima vista, potrebbe essere stereotipato nel modern
mainstream. Ma la sclerosi delle etichette e l'assoluta mania di chiudere in una
stanza un lavoro, pare riduttiva, almeno parlando di Need For Peace.
Sedici brani che fluttuano nella storia di
Morgera,
autore di quasi tutti i brani, fatta eccezione per Retrato
em branco e preto di Jobim, Skylark
di Carmichael e Fryday 13 Th di Monk. Scelte
che ben si incastonano nelle linee melodiche disegnate da
Morgera,
impregnate da intimistiche sensazioni. Come "Si fa sera",
un esercizio di stile per strumento e voce (Antonio Barbagallo conferma la
sua scioltezza espositiva) più degnamente ascoltabile in un jazz club, magari fumoso
ed intriso di whisky (come nei bei tempi andati). Another
Placet, poi, dai colori vividi ed avvolgenti. Una particolare citazione
merita East River, brano che riesce a racchiudere
i migliori profumi della tradizione con le misture armoniche più contemporanee.
La voce di Krystle Warren e di Miles Griffith sviluppano una combustione
che dà alla musica accenti emozionanti.
Toccano il cuore e fanno bene all'udito Need
for Peace e Apulia. Avvolgenti, creano
atmosfere di matrice fimica, con Bruce Cox che, con i piatti, edifica tappeti
di gran respiro.
Un passaggio nella bossa nova, ben costruito e amabilmente stropicciato,
lo sia ha nella breve incursione di Retrato em branco e
preto e in Accanto a Te.
Ogni singolo brano ha un marchio che lo rende particolarmente raro ed
apolinneo: l'interplay tra i musicisti. Gente che non si è messa lì a suonare non
per passare il tempo e per licenziare un qualsiasi disco, ma per Suonare e Divertirsi.
Elementi sempre più rari, di questi tempi.
Alceste Ayroldi per Jazzitalia
Invia un commento
Questa pagina è stata visitata 2.736 volte
Data pubblicazione: 04/05/2008
|
|