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You Are The Sunshine Of My Life a parte, gli
altri dieci brani che compongono questa premiere di Bettina Corradini
sono tutti orginali. E già questo, in questi tempi di vacche magre di creatività,
è una hapax che merita assoluto rispetto.
La cantante e compositrice italo–francese (nata
e vissuta a Parigi fino al venticinquesimo anno d'età) ha ben dosato la sua verve
artistica e le esperienze vissute - che l'hanno vista impegnata anche come songwriter
– ed ha scelto, con particolare acume, il tentetto di musicisti che materializzano
il suo sound. In particolare risulta vincente il connubio con la pianista
Aisha Ruggieri
che ha arrangiato anche tutti i brani di Debandade. Contrariamente a quanto
il titolo afferma (sbando, allo sbando) Bettina Corradini, musicalmente parlando,
non corre questo rischio. Dieci composizioni di particolare freschezza e spessore
animate dalla sua voce intensa, abile nel dosare i pitch, pur mantenendo fede al
suo registro. Un jazz moderno con venature smooth, ricco di idee felici. Musica
dai molteplici riferimenti, anche a linguaggi extra jazzistici che abbraccia il
groove R'&B' di My Tribe, con buona prova di
Renzo De Rossi al tenore, dal linguaggio maturo e personale ed una hancockiana
Ruggieri; o lo sposalizio tra il vecchio ed il nuovo, come in
Andros Bar e Dehors il
Pleut, dalla varietà di timbri accostati e miscelati che migrano da uno
strumento all'altro e dove la voce della Corradini suggerisce rimandi a Juliette
Greco ed Edith Piaf, per lirismo ed intensità. Le dinamiche pianistiche newyorchesi
della Ruggieri, ottima dispensatrice di calzanti pause ed intervalli, si
mescolano con le strutture melanconiche disegnate dall'accordion di Titti Castrini.
Prezioso anche il lavoro di tessitura di Paolo Boninsegna che ben sottolinea
il tracciato armonico, così come l'agile drive di Zanier.
Change e Sin Hombre
sono marchiati dall'apollineo suono del grande Ernie Watts (fin troppo
sottovalutato), discreto ed incisivo e sempre attento all'equilibrio sonoro, sia
nel fast tempo del primo brano che nelle atmosfere slow del secondo.
Il lavoro si chiude con le sonorità ritmiche fusion di
Soul Voyage che caratterizzano ancora una volta
l'eloquio forbito della Ruggieri e le doti compositive e vocali della Corradini,
allineate empaticamente nel congiungere il mood francese con le rocciose sonorità
americane.
Alceste Ayroldi per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 12/09/2009
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