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Aisha Ruggieri feat. Gianluca Carollo
Playing Bacharach
Geco Records 2009 100/005 Distribuzione Egea
1. A House Is Not A Home
2. Magic Moments
3. Thanatos
4. What The World Needs Now
5. That's What Friends Are For
6. Close To You
7. Afrodita's Dinner
8. This Empty Place
9. Walk On By
10. Casino Royale
Aisha Ruggieri
- pianoforte
Gianluca Carollo - tromba
Edu Ebling - contrabbasso
Mauro Beggio - batteria
Ad "orecchio nudo", ciò che risalta è l'abilità di
Aisha Ruggieri
nel fondere stili e stilemi, senza colpo ferire. E' naturale il suo approccio alla
tastiera nel periodare classico e improvvisato, ben ibridato e personale. E' una
musicista e, come tale (o tale dovrebbe essere per definizione, non sempre accolta
in altre mani) ha ben assimilato il suo passato eurocolto e personalizzato la lezione
jazzistica. Tecnica invidiabile che subisce l'influenza della tradizione jazzistica,
del block cords più tagliente ed anche delle venature billevansiane, sottolineando
tutte le sfumature armoniche.
Aisha Ruggieri
rilegge Burt Bacharach, attingendo dall'ampio repertorio del compositore di Kansas
City, anche quello meno battuto come A House Is Not A Home e Magic Moments
e sottolineando i contenuti delle evergreen What The World Needs Now,
Close To You, Walk On By, per esempio, intrise di tensione "negro-europea".
Due brani, ispirati dal sound di Bacharach, portano la sua firma: Afrodita's
Dinner e Thanatos. La prima si snoda su un mid-tempo dosato che mette
in luce l'approccio lirico della tromba di Gianluca Carollo, voce di un brano
dalla marca "tin pan alley". Thanatos è irruenta, drammatica ed ansiosa,
sotto gli ostinati della Ruggieri, l'affascinante lavoro di tessitura di Edu Ebling
e la tromba di Carollo, che qui volge il pensiero a Dave Douglas.
I tratti somatici di "Playing Bacharach" sono evidenti nelle curvature
sonore inflitte dalla Ruggieri, attenta a non emulare, seppur nel rispetto delle
linee melodiche disegnate dal compositore americano. I suoi sodali hanno ben rispettato
le consegne, seppur qualche sbavatura si ascolta negli ingressi ritmici e nei cambi
di tempo di tamburi e piatti, non sempre calzanti con l'economia del singolo brano.
Un ottimo lavoro, per arrangiamento ed esecuzione che porta un vento fresco nel
panorama musicale nazionale.
Alceste Ayroldi per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 01/11/2010
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