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 Di piacevole atmosfera 
la bossa nova di 
Luiz Lima 
in "O Tom brasileiro": ottima la scelta delle 
tracks, il chitarrista e cantante considera Tom Jobim la massima espressione 
della musica popolare brasiliana del ventesimo secolo, avvertendo nel booklet 
quanto "il termine popolare assuma un'accezione polivalente, metabolismo fra 
il folclorico ed il colto" e quanto il cantore di Bahia e della saudade 
abbia impiegato "la chiave lasciata in eredità da Heitor Villa-Lobos" per 
penetrare a fondo nell'area vergine della Terra Brasilis , "così come 
si è nutrito dei frutti prodotti da predecessori illustri quali Pixinguinha, Ari 
Barroso e Dorival Caymmi."
 Pur senza nulla togliere né aggiungere all'evoluzione del genere, 
Lima, nel 
suo dialogo pacato e sensibile, ne sussurra con leggerezza e maestria le arie più 
note: da "Desafinado" ad "Agua 
de beber", da "Sò danço samba" a 
"Corcovado". L'eleganza del fraseggio, sempre attento e discreto, ben si lega ad una 
sicura conoscenza armonica senza alcuna intenzione di prevaricarne la suggestione, 
rimanendo con garbo entro i limiti del buon gusto. Emerge in tal modo la sensibilità di chi possiede grande spessore melodico 
e giusta capacità interpretativa, per natura portata a venature intimistiche disegnate 
con delicatezza e spontanee meditazioni sia sui registri strumentali che nella ricerca 
dello stile. Fabrizio Ciccarelli per Jazzitalia
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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| Questa pagina è stata visitata 4.078 volte Data pubblicazione: 11/04/2008
   
 
 
 
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