Philology
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Venanzio Venditti
Let's move on
1. Asiatic Raes
2. I didn't forget you (and i never will)
3. Just Looking at you
4. Easy Leaving
5. It's you or no one
6. Piccola Anna
7. I've heard that song before
8. How deep is the ocean
9. Piccola Anna (Bonus Track)
10. It's you or no one
Venanzio Venditti
- Sax Tenore
Leonardo Borghi
- Piano
Vincenzo Florio - Contrabbasso
Marco Valeri - Batteria
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web:
www.philologyjazz.it
email: philology@philologyjazz.it
Phone : +39 733 236148
Fax : +39 733 271988
Mobile : +39 333 9659646
Si chiama
Venanzio
Venditti la nuova scommessa di Paolo Piangiarelli e della sua Philology,
sempre foriera di talenti nuovi e incisioni interessanti nel panorama jazz italiano.
Per stessa ammissione dell'artista e della produzione
fortemente ispirato al sound hardboppistico, "Let's move
on" è un album denso di energia e di profonda conoscenza della tradizione,
non solo nello stile e nell'espressività ma anche nella perizia che il sound engineer
Ascanio Cusella ha profuso nel ricreare ad hoc le nuances foniche delle registrazioni
di fine anni Cinquanta. Su un repertorio formato essenzialmente da standard si innesta
la prospettiva lirica delle composizioni di
Venditti,
in una scaletta che alterna efficacemente potenza e delicatezza. Torrenziale ma
anche emozionato, il sassofonista romano non poteva che essere sostenuto da una
ritmica solida e ordinata che non ne disperdesse la vibrante capacità musicale.
Leonardo Borghi
(piano), Vincenzo Florio (Contrabbasso) e Marco Valeri (batteria)
impartiscono all'album uno swing trascinante e privo di cali di tensione, compatto
ma esplosivo, funzionale al sassofonismo verace ed istintivo di
Venditti.
"Asiatic Raes" di Kenny Dorham apre graffiando,
col solista capitolino ad aggredire fin dalle prime battute di solo il vivido quattroquarti
impostato dai mattatori Florio e Valeri. Una foga che, dopo le bizze
blues di "I didn't forget you", si placa disciogliendosi
nelle maglie di "Just Looking at You", soffice
bossa scritta e mellifluamente interpretata da
Venditti
stesso, che disvela finalmente il suo angolo più romantico, i suoi respiri meno
irruenti. Il divertente fast "It's you or no one"
anticipa "Piccola Anna", tessera cruciale dell'enigma
del tenorista, azzeccata per la suggestiva semplicità della melodia e per l'impianto
modale che rende Borghi più vicino a Tyner e consente a
Venditti
di valicare i confini delle sue più profonde ispirazioni.
Ispirazioni da non dimenticare mai: ne è la prova e la dimostrazione una
lirica lettura di "How deep is the ocean", ricca
di sentimento e nostalgia per un feeling antico, ma mai fuori moda.
Augusto Pallocca per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 30/06/2009
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