Se vi stanno a cuore le sorti della canzone italiana d'autore, se amate
ancora ascoltarla, se avete nostalgia delle belle canzoni del binomio Mogol- Battisti,
se avete amato il primo Baglioni, quello per intenderci di "Signora Lia",
se pensate insomma che possa esserci ancora qualcuno in grado di scrivere un bel
testo da musicare e coniugare con suoni e atmosfere che solo il jazz può regalare,
allora posso subito consigliarvi di ascoltare l'album di Roberto Giglio "La
Quinta Stagione" sul mercato discografico dalla prima decade dello scorso
mese di giugno per l'etichetta "Saint Louis Blues Collection" di cui è proprietario
il "Saint Louis College" di Roma diretto da Stefano Mastruzzi che
ha anche prodotto e arrangiato undici dei dodici brani contenuti nel cd, tutti firmati
dallo stesso Roberto Giglio. Quest'ultimo specializzatosi in armonia jazz
nel 1990 proprio al "Saint Louis College",
prima di arrivare a questa esperienza è stato musicista arrangiatore e compositore
collaborando anche con nomi importanti come Alan Sorrenti, Patty Pravo
e Gianni Morandi.
Dopo un'apparizione al Sanremo 2002
il suo impegno si è focalizzato sulla realizzazione di questo "La Quinta Stagione"
dove propone 12 brani, uno dei quali è proposto in due diversi arrangiamenti, di
cui ha scritto musica e parole e dove lo affianca una formazione base di quattro
musicisti: il già citato Stefano Mastruzzi alla chitarra, Cristiano Micalizzi
alla batteria, Stefano Lestini al pianoforte e Dario Rosciglione al
contrabbasso. Ai quattro si aggiungono o si alternano nei vari brani musicisti notissimi
quali
Enrico Pieranunzi,
Enzo
Pietropaoli, Fabrizio Sferra, il percussionista Giovanni Imparato
e il bassista Saturnino. In tre brani è presente anche un'orchestra, la
B.I.M. Orchestra, mentre un brano è affidato all'arrangiamento di Franco
Micalizzi.
Quindi un dispiego di risorse umane-artistico notevole per un album che
mostra di meritare il coinvolgimento di tanti professionisti della musica perché
con "La Quinta Stagione" Roberto Giglio si candida ad ereditare il
ruolo di rivalutazione di una delle espressioni più squisitamente italiane della
nostra musica inserendo nella forma canzone quelli elementi jazzistici che le possono
conferire importanza, raffinatezza e novità in un periodo in cui il jazz italiano
sta raccogliendo consensi in tutto il mondo e sta esprimendo una quantità notevole
di artisti di rilevante livello.
La scelta è ambiziosa e pienamente riuscita e già dal primo ascolto il
cd rivela gli elementi che fin qui abbiamo evidenziato mentre i successivi e ripetuti
approcci danno effettivo merito al lavoro e fanno pienamente apprezzare quelle sfumature
e quei dettagli che arricchiscono il valore del lavoro stesso. La voce di Roberto
Giglio si modula a perfezione sulle accattivanti melodie di "A
volte meno" con la bella chitarra di Stefano Mastruzzi o nel brano
che da il titolo al cd dove si apprezza anche un solo al piano di Stefano Lestini.
Diverte lo swing mischiato all'ironia e alla metafora in "Il
gorilla e la gallina", è gradevole l'incontro con la dimensione del trio,
piano, contrabbasso e batteria che lo accompagna nel racconto di una situazione
metropolitana in "Babit" riproposto tra l'altro
più avanti in una versione funky, con tanto di big band, e con l'arrangiamento di
Franco Micalizzi.
Coinvolge l'intimità di "Tu che sai come",
chitarra acustica e voce, e l'atmosfera vissuta di "Come
mi vedi" impreziosita dalle suggestive sonorità della tromba di
Fabrizio Bosso,
uno dei brani più belli di tutto il cd insieme a "Guarda"
che vede riunito dopo 15 anni il trio di
Enrico
Pieranunzi,
Enzo
Pietropaoli e Fabrizio Sferra. Atmosfere e melodie accattivanti
che solo in qualche caso, vedi "Azzurra" e "Anni
Settanta" scendono un po' di tono. I testi sono semplici e non vanno
dietro ad esagerate ricercatezze espressive, raccontano storie di tutti i giorni
dove chiunque può ritrovarsi. In definitiva una produzione curata in ogni suo aspetto
e di valore che presenta un artista che può dare molto alla canzone d'autore italiana
se continuerà a muoversi in ambiti coerenti alla scelte operate nella realizzazione
de "La quinta stagione".
Giuseppe Mavilla per Jazzitalia
27/08/2011 | Umbria Jazz 2011: "I jazzisti italiani hanno reso omaggio alla celebrazione dei 150 anni dall'Unità di Italia eseguendo e reinterpretando l'Inno di Mameli che a seconda dei musicisti è stato reso malinconico e intenso, inconsueto, giocoso, dissacrante, swingante con armonizzazione libera, in "crescendo" drammatico, in forma iniziale d'intensa "ballad", in fascinosa progressione dinamica da "sospesa" a frenetica e swingante, jazzistico allo stato puro, destrutturato...Speriamo che questi "Inni nazionali in Jazz" siano pubblicati e non rimangano celati perchè vale davvero la pena ascoltarli e riascoltarli." (di Daniela Floris, foto di Daniela Crevena) |
16/07/2011 | Vittoria Jazz Festival - Music & Cerasuolo Wine: "Alla quarta edizione, il festival di Vittoria si conferma come uno dei più importanti eventi musicali organizzati sul territorio siciliano. La formula prescelta dal direttore artistico è quella di dilatare nel tempo gli incontri musicali, concentrandoli in quattro fine settimana della tarda primavera, valorizzando uno dei quartieri più suggestivi della città, la restaurata Piazza Enriquez, e coinvolgendo, grazie a concerti e jam session notturne, una quantità di pubblico davvero rilevante, composto in parte da giovani e giovanissimi, portatori di un entusiasmo che fa davvero ben sperare sul futuro del jazz, almeno in questa parte della Sicilia." (Vincenzo Fugaldi) |
05/09/2010 | Roccella Jazz Festival 30a Edizione: "Trent'anni e non sentirli. Rumori Mediterranei oggi è patrimonio di una intera comunit? che aspetta i giorni del festival con tale entusiasmo e partecipazione, da far pensare a pochi altri riscontri". La soave e leggera Nicole Mitchell con il suo Indigo Trio, l'anteprima del film di Maresco su Tony Scott, la brillantezza del duo Pieranunzi & Baron, il flamenco di Diego Amador, il travolgente Roy Hargrove, il circo di Mirko Guerini, la classe di Steve Khun con Ravi Coltrane, il grande incontro di Salvatore Bonafede con Eddie Gomez e Billy Hart, l'avvincente Quartetto Trionfale di Fresu e Trovesi...il tutto sotto l'attenta, non convenzionale ma vincente direzione artistica di Paolo Damiani (Gianluca Diana, Vittorio Pio) |
27/06/2010 | Presentazione del libro di Adriano Mazzoletti "Il Jazz in Italia vol. 2: dallo swing agli anni sessanta": "...due tomi di circa 2500 pagine, 2000 nomi citati e circa 300 pagine di discografia, un'autentica Bibbia del jazz. Gli amanti del jazz come Adriano Mazzoletti sono più unici che rari nel nostro panorama musicale. Un artista, anche più che giornalista, dedito per tutta la sua vita a collezionare, archiviare, studiare, accumulare una quantità impressionante di produzioni musicali, documenti, testimonianze, aneddoti sul jazz italiano dal momento in cui le blue notes hanno cominciato a diffondersi nella penisola al tramonto della seconda guerra mondiale" (F. Ciccarelli e A. Valiante) |
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Data pubblicazione: 15/09/2007
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