Pinocchio Jazz Live
Circolo Vie Nuove – V.le Giannotti, 13 Firenze
XI EDIZIONE (2004-2005)
Recensioni a cura di Paolo Carradori (Jazzit)
Serata internazionale sul Palco del
Pinocchio Jazz Live
sabato 20 novembre
con il progetto New Challenge del pianista Edward Simon con Gene Jackson - batteria e Gianluca Renzi – contrabbasso.
Simon di origine venezuelana ma residente negli Usa è un artista che vanta a trentaquattro anni già un invidiabile curriculum. Adolescente è richiesto da musicisti del calibro di
Greg Osby, Robin Eubanks, suona per ben cinque anni negli Horizon di Bobby Watson, approda nel '94 alla corte di Terence Blanchard divenendone il pianista ufficiale. Proprio quest'anno è uscito per la Red Records un suo lavoro con il talentuoso giovane sax americano
David Binney.
Altrettanto prestigioso il percorso di Gene Jackson, basti citare le sue stabili collaborazioni con Herbie Hancock, Wayne Shorter, Dave Holland e
Brandford Marsalis.
Naturalmente meno "pesante" la storia musicale del nostro giovane Gianluca Renzi che però può già vantare, per fare qualche nome, collaborazioni con Steve Lacy, Bobby Watson,
Steve Grossman, Enrico Pieranunzi, Antonello Salis, Enrico Rava.
Musicalmente la serata al Pinocchio, va detto subito, non ha momenti particolarmente forti. Tutto scorre sul piano di un pregevole interplay da classico trio jazz.
Simon con un pianismo elegante, spesso classicheggiante nel tocco, traccia trame ora introverse e cupe, ora ricche di improvvise aperture ritmiche (frutto forse delle sue origini venezuelane) che non lasciano il segno, nel senso che mancano di quel pizzico di coinvolgimento emotivo, di "cuore". Il pianista affronta sia standard, proprie composizioni, brani di Shorter, Gillespie come per tracciare un ampio affresco che copra gli stili del jazz moderno. In questo percorso dimostra grandi capacità tecniche ed esecutive ma non altrettanta originalità e inventiva rimanendo ancorato ad una pregevole esposizione di alta professionalità.
Jackson suona pelli e piatti con una naturalezza straordinaria, con una semplicità di approccio che sorprende. Velocità esecutiva, uso del rullante impeccabile, sonorità ricche sui piatti. Un drumming agile e muscoloso con un controllo delle dinamiche e dei volumi sempre coerente con ciò che succede intorno a lui. Ma anche la sua performance di livello rimane in qualche modo legata ad una certa routine, non esce mai da quegli automatismi del classico batterista jazz, non ci sono invenzioni, non c'è ricerca di qualcosa di nuovo, prova che assume in definitiva la forma di una eccellente lezione didattica, da un batterista del suo calibro ci si attendeva qualcosa di più.
Ci piace sottolineare invece, per finire, la maiuscola prova di Renzi. Un contrabbassista che ha fatto negli ultimi anni passi da gigante verso una maturità esecutiva, di accompagnamento e solistica di notevole livello. Lui sì ci mette il cuore. Lo fa sia nel mantenere alte architetture ritmiche anche in tempi quasi proibitivi, che nelle uscite solistiche sempre sentite e mai banali, nell'uso dell'archetto originale ed efficace. A soli ventinove anni fornire nel difficile equilibrio del trio una prestazione di questo livello non è veramente cosa comune. La nota veramente positiva di tutta la serata.
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Data pubblicazione: 23/11/2004
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