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 Pinocchio Jazz Live Circolo Vie Nuove – V.le Giannotti, 13 Firenze
 XI EDIZIONE (2004-2005)
 Recensioni a cura di Paolo Carradori (Jazzit)
 Tutt'altra atmosfera sabato 
13 novembre con il Sonic 
Trio (Stefano Battaglia - pianoforte, Giovanni Maier - 
contrabbasso, Michele Rabbia – percussioni). 
 Può un 
jazz club trasformarsi in una sala da concerto? Ebbene si. Al Pinocchio questa 
miracolosa trasformazione è possibile grazie ad una ricca programmazione che 
negli anni ha educato il pubblico ad interagire con la musica proposta sul 
palco. Questa può fare da piacevole sottofondo tra due chiacchiere e una birra, 
ma se è vero che con il termine jazz oggi andiamo a definire un ampio ventaglio 
di proposte e progetti musicali è necessario porsi verso di questi con una 
percezione adeguata e attiva.
 
 Premessa per dire che per il 
Sonic Trio si è creata nel locale da subito l'atmosfera giusta per 
godersi la musica di Battaglia e compagni. Una musica non di facilissima 
fruizione, intrisa com'è di sapori contemporanei, improvvisazioni ardite, 
ricerca rigorosa di suoni e silenzi.
 
 Il Sonic Trio è la 
negazione totale del trio jazz, nella sua accezione tradizionale che vede al 
centro il leader con il sostegno della ritmica e la classica rotazione dei soli. 
Qui non c'è leader, non c'è accompagnamento, non ci sono soli sul tema. Gli 
spartiti servono solo a definire una piattaforma di partenza, un'idea che 
accomuni i musicisti su coordinate dove sviluppare idee, passioni e creatività.
 
 Stefano Battaglia è un pianista di gran classe, che va dritto al 
sodo con un pianismo scarno, percussivo, dove nuclei staccati di note 
sottintendono ora amore per la melodia, scevra però da ogni compiacimento, ora 
un senso "sinfonico" dell'interpretazione. Il pianista milanese mette in gioco 
la propria formazione classica in funzione del tocco e del suono, che lontano da 
colorazioni blues è vicina alle esperienze della storia del piano del novecento; 
contemporaneamente con una forte introspezione del senso tempo è vicino al 
piano-jazz post Evans.
 
 Giovanni Maier è quel gigante del 
contrabbasso che già da anni conosciamo. Come è vero che in ogni formazione e 
progetto contribuisce con creatività e sostegno ritmico di prim'ordine 
probabilmente il Sonic Trio è uno dei contesti più funzionali alla sua poetica e 
cultura musicale. Come liberato da schemi ritmici un po' automatici di certa 
logica jazz, Maier esprime qui appieno la sua statura di contrabbassista 
contemporaneo nella sua accezione più ampia. Timbro brillante, suono profondo, 
uso originale dell'archetto, architetture ritmiche di grande spessore, soli che 
volano alti, vera cerniera all'intero progetto.
 
 Michele Rabbia da 
par suo distribuisce su tutto il percorso della musica le sue magiche 
invenzioni, da vero saltimbanco delle percussioni. La batteria valigia delle 
meraviglie, dove tirar fuori, come i conigli dal cappello del prestigiatore, una 
fantasmagorica serie di oggetti casalinghi, quotidiani, giocattoli, attrezzi 
veri o inventati che creano una ragnatela di suoni, colori unici ed irripetibili 
che ora sottolineano tensione ora la parcellizzano in mille rigagnoli ritmici, 
in una gestualità teatrale, un'ironia appena accennata che ne fa un vero 
personaggio, oltre che un completo musicista.
 
 Immaginatevi ora 
cosa può venir fuori da un trio del genere, tutto e il contrario di tutto. Si 
alternano composizioni di Battaglia e Maier, che hanno tutte la profondità e il 
rigore di una ricerca che corre sul filo di un concetto d'impostazione 
antiaccademica, una musica sospesa, aperta ad influenze più disparate, che 
permette ai tre di esprimere appieno le proprie personalità pur rimanendo 
coerenti ad un equilibrio creativo comune fondato su una straordinaria capacità 
di sapersi ascoltare. Una delle formazioni più stimolanti del jazz 
contemporaneo.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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| Questa pagina è stata visitata 5.443 volte Data pubblicazione: 16/11/2004
   
 
 
 
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